LE BORSE CHIUDONO COL BOTTO: MILANO VOLA A +4% , ATENE METTE IL TURBO (+10%) - L’FMI VEDE IL MONDO AL RIBASSO (ITALIA COMPRESA) - VENDITE ALLO SCOPERTO, LA CONSOB MULTA LE CASE DI INTERMEDIAZIONE CENTROSIM E INTERMONTE - BRAGGIOTTI NELL´ACQUA ALTA - IL DOLLARO PIACE MENO E LA NIGERIA INVESTE IN CINA…

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1 - BORSA: EUROPA RIMBALZA; OK MILANO E FRANCOFORTE, VOLA ATENE...
(ANSA)
- Le borse europee ritrovano il rialzo dopo quattro sedute da dimenticare. A sostenere il rimbalzo dei listini, almeno due fattori. Il primo è la fiducia riportata nell'area euro dalla decisione della Corte costituzionale tedesca di respingere il ricorso di un gruppo di oppositori alla moneta unica contro la partecipazione della Germania al fondo per il salvataggio della Grecia. Una decisione che ha messo il turbo ad Atene (+10%) mentre Francoforte, spinta dal settore auto (+6% il Dj stoxx settoriale) ha conteso a Milano fino agli ultimi istanti della giornata la maglia rosa tra le maggiori borse del Vecchio Continente.

Alla fine è stata Piazza Affari a prevalere con le banche in generale recupero (+4% il Dj stoxx del comparto). Nella seconda parte della giornata, è stato poi Wall Street a dare nuova linfa alle piazze finanziarie, in attesa di aggiornamenti sullo stato di salute dell'economia Usa dal Beige Book della Fed stasera e, soprattutto, dell'annuncio del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, domani, di misure di stimolo del mercato del lavoro da 300 miliardi di dollari.

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee: - Londra +3,14% - Parigi +3,63% - Francoforte +4,07% - Madrid +2,77% - Milano +4,24% - Amsterdam +2,82% - Stoccolma +3,47% - Zurigo +2,50%.

2 - FMI: RIVEDE ANCORA RIBASSO STIME MONDO, GIU' EUROLANDIA...
(ANSA)
- Il Fondo Monetario Internazionale taglia ancora una volta le stime della crescita mondiale. A meno di un mese dall'ultima versione, in una nuova bozza del World Economic Outlook che l'ANSA è in grado di anticipare, il Fmi ha abbassato ulteriormente le previsioni per il Pil mondiale, al 4,0% quest'anno e al 4,2% nel 2012, dal 4,2% e 4,3% delle stime di metà agosto. Arretra in particolare Eurolandia (+1,7% e +1,3% dai precedenti +1,9% +1,4%), ma peggiorano anche i paesi emergenti: +6,5% e +6,2% contro il +6,6% e +6,4%.

Restano invece invariate rispetto alle previsioni di metà agosto le stime di crescita degli Stati Uniti, il cui pil quest'anno avanzerà dell'1,6% e il prossimo del 2%. Una netta sforbiciata la subisce invece la Germania, con una crescita 2011 che non raggiungerà più il 3,2% precedentemente atteso, ma si fermerà al 2,8%. E il prossimo anno il Pil tedesco avanzerà non più dell'1,6% ma dell'1,5%. Tra gli altri grandi partner di Eurolandia, poi, per la Francia le stime restano invariate al +1,8% nel 2011 e più 1,6% nel 2012.

La limatura delle stime non ha poi risparmiato neppure i due motori delle economie emergenti: Cina e India. In Cina la crescita attesa per quest'anno passa dal 9,6% delle stime di metà agosto al 9,5%, e quella per il 2012 dal 9,5% al 9,3%. Più consistente invece la revisione al ribasso per l'India, dove il pil avanzerà quest'anno del 7,8% (contro la precedente stima dell'8,3%) e il prossimo del 7,5% (7,8%).

3 - FMI:TAGLIA ANCORA STIME ITALIA,NEL 2012 CRESCERA' MENO...
(ANSA)
- L'Italia il prossimo anno crescerà ancora meno del previsto: parola del Fondo Monetario Internazionale che ha tagliato nuovamente le proprie stime. Nell'ultima bozza del World Economic Outlook che l'ANSA è in grado di anticipare il Fmi stima per l'Italia una crescita del Pil 2011 dello 0,8%, invariata rispetto alle ultime previsioni datate 17 agosto; mentre per il 2012 si aspetta che il Pil avanzi non più dello 0,7% ma dello 0,5%.

4 - SIM MULTATE PER VENDITE ALLO SCOPERTO. DI DUE ANNI FA...
F. Mas. per il "Corriere della Sera"
- Le vendite allo scoperto sono state le operazioni speculative più contrastate in questi mesi, tanto che la Consob, in accordo con le altre autorità di controllo dei mercati di Francia, Spagna e Belgio le ha espressamente vietate sia pure temporaneamente per i titoli finanziari. Ma la pratica è diffusa e costante, come dimostrano le sanzioni irrorate dalla Commissione presieduta da Giuseppe Vegas e rese note ieri: nel mirino, appunto per vendite allo scoperto, sono finite Centrosim e Intermonte, due fra le più blasonate case di intermediazione italiana, multate per 60mila euro a testa.

Le due sim sono state poste sotto osservazione dalla Commissione per aver operato su Pirelli Re senza verificare prima la disponibilità e la proprietà dei titoli venduti. I tempi sanzionatori della Consob tuttavia non si sposano bene con la rapidità di intervento richiesta sui mercati, e non a caso anche per questo si è deciso di puntare sullo stop radicale piuttosto che attendere la verifica ex post. Basta un occhio alle date per rendersene conto: le due sim hanno operato sui titoli Pirelli Re (che peraltro non esiste neanche più in Borsa) tra il 15 giugno e il 3 luglio 2009. Due anni fa.

5 - BRAGGIOTTI NELL´ACQUA ALTA...
Andrea Greco per "la Repubblica"
- Acque agitate in Banca Leonardo. La vendita a luglio dei fondi Dnca Finance è una buona notizia, che porterà plusvalenze stimate in oltre 100 milioni. E come sempre è attesa una ricca spartizione dei profitti in assemblea. È il modo, a far discutere. Dal verbale dell´ultima assemblea emerge la protesta di Michele Milla, della famiglia fondatrice, che ha il 2%.

Milla chiese di sospendere i privilegi nella distribuzione degli utili che lo statuto lascia alle azioni dell´ad Gerardo Braggiotti, finché non fosse ricomposta la riserva sovrapprezzo azioni. Da cui il manager aveva attinto 38 milioni ripianando parte delle perdite 2009. Braggiotti tirò dritto malgrado il disappunto di Milla e di altri, il conflitto di interesse, le direttive Bankitalia sui compensi, il principio aureo dell´high water mark. Che finora Banca Leonardo ha trascurato.

6 - LA NIGERIA INVESTE IN CINA. IL DOLLARO PIACE SEMPRE MENO...
John Foley per "la Stampa"
- Immaginate di ricevere una email da una persona che dichiari di rappresentare la banca centrale nigeriana. Sì, proprio così. Il vostro corrispondente ha sentito dire che avete un carattere deciso e una buona capacità di giudizio, e sta cercando un investimento sicuro per allocare 3 miliardi di dollari di proventi del petrolio. In cambio vi offre una grande quantità di benefici - numerose opportunità di investimento e l'accesso a un enorme mercato potenziale di consumatori di classe media.

Il fortunato destinatario di questa missiva è la Cina. La banca centrale nigeriana ha annunciato il 6 settembre che trasferirà un decimo dei propri possedimenti in valuta estera, pari a circa 33 miliardi di dollari, in asset denominati in yuan. Questa mossa si sposa perfettamente con l'ambizione della Cina di trasformare la propria moneta in una valuta globale. Allo stesso tempo, assesta un nuovo colpo allo status del dollaro. Anche le Filippine e Hong Kong hanno valutato la possibilità di espandere le proprie riserve in yuan.

Nonostante la mossa ardita della Nigeria, la valuta cinese ha ancora ben poche delle qualità che si chiedono a una valuta di riserva. Una di queste è un basso livello di inflazione: oggi in Cina siamo sopra il 6%. Altro requisito, una politica monetaria stabile: si concilia male con l'assenza di una banca centrale indipendente. Ma soprattutto, i controlli sui capitali operati dalla Cina rendono difficile liquidare in caso di crisi.

Probabilmente la Nigeria ha altre priorità, ad esempio la continuità degli investimenti cinesi nel petrolio. Ha sottoscritto un contratto da 23 miliardi di dollari per la costruzione di tre raffinerie, anche se finora ha speso solo una piccola parte della somma stanziata. L'acquisto di yuan da parte della Nigeria appare più un gesto di benevolenza che un'astuta decisione economica. Occorrerebbero migliaia di attacchi di questo tipo per far perdere al biglietto verde il suo status attuale. La tendenza, però, c'è.

 

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