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Carlo Festa per “Il Sole 24 Ore”
Si è costruita nell'ultimo anno una rete di affari in Italia e relazioni privilegiate con le grandi banche nazionali. E ora vengono chiaramente alla luce le motivazioni del grande interesse per il Belpaese degli ultimi mesi, che ha un nome e un cognome: Tim Brasil.
Non era un mistero che per la Btg Pactual del magnate André Esteves, la Goldman Sachs del Sud America, il vero oggetto dei desideri era la controllata carioca di Telecom Italia. Si parlava da mesi di un interessamento della banca d'affari di Esteves per conto di Oi, senza mai concretizzarsi però. Anche perché quest'ultima, già impegnata nella fusione con Portugal Telecom, non sembra avere la stazza (con una capitalizzazione di mercato che è meno della metà rispetto a Tim Brasil) e le forze economiche per fare un'offerta miliardaria per Tim Brasil: tranne che alle sue spalle non ci sia un altro disegno.
Tre mesi fa era emerso che un'operazione tra Oi, il maggiore gruppo dell'area nella telefonia fissa ma il più piccolo nella telefonia mobile, e Tim Brasil avrebbe portato a uno spezzatino di quest'ultima tra tutti gli operatori presenti sul mercato brasiliano, quindi anche con Claro e Vivo, espressione di due giganti delle Tlc come la messicana America Movil e la spagnola Telefonica. Di sicuro, la tempistica dell'annuncio di Oi resta sospetta: non si annuncia di studiare un'operazione, ma di solito si fa un'offerta al diretto interessato.
Facile pensare che sia un gioco delle parti, magari per creare confusione in una fase in cui Telecom Italia è pronta ad annunciare il suo matrimonio con Vivendi-Gvt. Confusione a vantaggio di chi? Di sicuro, Telefonica, che sta cercando di fare un'offerta al rilancio su Gvt da 8 miliardi, potrebbe averne qualche giovamento.
Alle spalle resta l'ombra ingombrante di Btg Pactual, che ha intavolato buone relazioni con Telefonica negli ultimi due mesi, tanto da far pensare a un suo interesse per la quota degli spagnoli in Telecom Italia. La Goldman del Sudamerica nell'ultimo anno è entrata in diverse partite italiane. Ha comprato una quota importante di Mps, stringendo un patto con la Fondazione senese, ha rilevato pure quote di Carige e ha infine tolto le castagne dal fuoco a Generali comprando la Banca della Svizzera Italiana, che dovrebbe diventare la piattaforma finanziaria del gruppo brasiliano in Europa.
Insomma, la febbre delle Tlc sembra essere la vera miccia della passione per l'Italia. Un po' come è successo alla Fintech, anch'essa entrata nella partita Montepaschi, dell'altro miliardario messicano David Martinez Guzman, che ha quasi chiuso (il closing è slittato a inizio settembre) l'acquisto di Telecom Argentina sempre da Telecom Italia.
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