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Francesco Spini per "la Stampa"
Mancano ormai tre settimane alla presentazione, il 28 marzo, del piano industriale di Intesa Sanpaolo che porterà la firma dell'ad Carlo Messina. Nel frattempo alcune caselle vanno a posto anche prima del previsto, come nella cessione delle partecipazioni non strategiche: la banca ieri ha venduto la quota dell'1,5% detenuta direttamente in Pirelli (dove resta azionista indiretta col 18,4% detenuto in Lauro 61 che ha il 26,2% della Bicocca).
L'incasso è stato di 89,3 milioni (12,48 euro per azione), per una plusvalenza netta di circa 55 milioni. Ma il cammino verso il piano vede anche i primi nodi giungere al pettine: è il caso degli esuberi dei dirigenti. Ieri il chief operating officer di Intesa, Francesco Micheli, e il responsabile delle relazioni industriali, Alfio Filosomi, hanno convocato i sindacati DirCredito e Sinfub per comunicare loro che 200 posizioni manageriali su quasi mille (sono circa 980) sono in eccesso. Il 20%, uno su cinque, è di troppo. Un numero legato al nuovo piano e che i sindacati giudicano «eccessivo».
«Ma - aggiunge Maurizio Arena, segretario generale di DirCredito - rispetto a quanto avvenuto in altre banche, come Mps o Unicredit, dove il licenziamento dei dirigenti avviene sottotraccia con accordi individuali, valutiamo positivamente la scelta di confrontarsi con noi per cercare modalità condivise».
I sindacati puntano a ridurre il numero degli esuberi e a evitare pesanti ricadute sociali. Scegliendo, ad esempio, chi già ha maturato il diritto alla pensione. Chi non è troppo distante potrebbe «accedere al fondo di solidarietà di settore, utilizzando quindi quegli ammortizzatori sociali che non sono obbligatori per i dirigenti, ma che come sindacato chiediamo a gran voce». Per chi è ancora giovane, «andranno individuati gli strumenti che danno una relativa tranquillità in vista di una ricollocazione».
Dall'altro lato del tavolo, i rappresentanti di Intesa Sanpaolo hanno sottolineato che l'iniziativa innescherà una ricaduta positiva in termini di crescita delle risorse interne: alcuni quadri - è il ragionamento - potrebbero diventare dirigenti e alcuni impiegati essere promossi quadri. E hanno dato piena disponibilità nel mettere in campo condizioni favorevoli che permettano ai dirigenti in uscita di avviare attività imprenditoriali collegate alla banca (diventando, ad esempio, promotori) o in altri campi. In un momento, però, non certo facile per diventare imprenditori. La trattativa riprende mercoledì. Non sarà una passeggiata.
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