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1. PREFERENZIALI USATE COME PARCHEGGIO, VIA NAZIONALE OSTAGGIO DELLE AUTO BLU
Mauro Favale per “La Repubblica - Roma”
Sono rimaste così per quasi due ore, parcheggiate “a spina di pesce”, con le ruote posteriori sul marciapiede e quelle anteriori a occupare la preferenziale, fiammanti nelle loro cromature, sorvegliate a vista da autisti distratti o, al più, accese “in folle” per rinfrescare l’abitacolo con l’aria condizionata. Una esibizione di quello che, negli ultimi anni, è diventato il simbolo per antonomasia della “casta”: Mercedes, Audi, Bmw, Alfa Romeo, accomunate dall’essere tutte “auto blu” a disposizione delle decine di ospiti dell’assemblea annuale di Bankitalia.
AUTO BLU BLOCCANO VIA NAZIONALE PER L ASSEMBLEA DI BANKITALIA 5
E così, per una mattina (per altro in coincidenza di uno sciopero dei trasporti pubblici, con più mezzi privati in circolazione), via Nazionale si è trasformata in un parcheggio esclusivo per una cinquantina di berline di grossa cilindrata, concentrato per decine di metri, dal Palazzo delle Esposizioni fino al Piccolo Eliseo e oltre, in corrispondenza dell’ingresso di palazzo Koch. Troppo difficile, probabilmente, cercare posto in uno dei parcheggi a pagamento nelle vicinanze. Sta di fatto che, com’era facile da prevedere, la strettoia, con le auto di servizio ferme sulla preferenziale, ha complicato di molto la circolazione su via Nazionale.
AUTO BLU BLOCCANO VIA NAZIONALE PER L ASSEMBLEA DI BANKITALIA 2
Il risultato? Traffico a singhiozzo, lunghe file di auto in transito, autobus costretti a viaggiare sulle corsie con tutti gli altri veicoli, fermate dei mezzi “traslocate” per strada. In una parola: caos. Delle quattro corsie di una delle vie più famose di Roma, ne restano praticabili giusto una e mezzo. Sui marciapiedi non va molto meglio: anche lì lo spazio è ridotto, occupato dalle auto che ci hanno parcheggiato sopra con le ruote posteriori. Molte, poi, hanno anche il motore acceso (per poter così rinfrescare l’interno con l’aria condizionata), aggiungendo al tutto un fastidioso inquinamento.
AUTO BLU BLOCCANO VIA NAZIONALE PER L ASSEMBLEA DI BANKITALIA 1
Per non parlare poi degli attraversamenti pedonali, con le strisce in corrispondenza di via Mazzarino occupate da tre auto blu (anche queste rigorosamente accese) in attesa come tutte le altre dell’arrivo del banchiere di turno o del politico, funzionario, dirigente o grand commis di Stato invitato da Bankitalia: difficile aggirarle, soprattutto per i turisti, indecisi se lanciarsi a destra o a sinistra.
Il risultato, anche in questo caso, è confusione che si somma a confusione: sia per chi deve attraversare la strada sia per chi guida in un costante gioco di freno-frizione-freno. E i vigili? Quelli che ci sono provano a far defluire il traffico, senza però riprendere (o magari far spostare) le macchine di servizio e i rispettivi autisti. Quando, verso mezzogiorno, l’assemblea della Banca d’Italia finisce, gli ospiti sciamano verso via Nazionale: è quello il momento di maggiore caos. Le auto blu iniziano a muoversi, fanno manovra, recuperano il proprio passeggero e sfrecciano verso Termini o piazza Venezia.
Qualcuno le fotografa, qualcun altro sbuffa, nessuno dei presenti protesta. A pomeriggio, l’unica a prendere una posizione è Legambiente: «Le immagini di via Nazionale usata come un parcheggio sono uno scandalo, una situazione del tutto illegale e anche sfrontata nei confronti dei cittadini che rispettano le regole».
2. BANKITALIA: IN ASSEMBLEA I 'PRIMI 120 ANNI', IN PLATEA PRODI E 4 EX MINISTRI
(Adnkronos) - Sono i suoi 'primi 120 anni' quelli che Bankitalia racconta nel filmato che viene proiettato nel Salone dei partecipanti su un grande led wall allestito per l'Assemblea. E' la prima volta che un maxi-schermo compare tra i damaschi della sala che ospita ogni anno il gotha dell'economia e della finanza riunito per ascoltare le considerazioni finali del Governatore.
Prima dell'ingresso di Ignazio Visco e del direttorio, composto dal direttore generale Salvatore Rossi e dai vicedirettori generali Fabio Panetta, Federico Signorini e Valeria Sannucci, scorrono in un video le immagini dell'Istituto centrale di ieri e di oggi: a partire dalla copertina delle considerazioni finali dell''Adunanza generale degli azionisti' che si svolse a Roma il 25 febbraio del 1895, fino all'adozione della moneta unica, passando per concetti 'forti' quali l'istituzione, l'innovazione, la ricerca. Ciascuno rappresentato da un governatore, da Mario Draghi per l'euro, a Luigi Einaudi per la stabilità, a Guido Carli per l'innovazione.
In prima fila ad ascoltare il Governatore Visco, il cui palco questa volta non e' sotto la finestra ma su uno dei lati piu' corti della sala, siedono tra gli altri il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente del Senato Pietro Grasso, il presidente dell'Abi Antonio Patuelli. Subito dietro una nutrita pattuglia di economisti 'prestati' nel tempo alla politica, da Romano Prodi, a Lamberto Dini a quattro ex ministri del Tesoro: Fabrizio Saccomanni, Vincenzo Visco, Vittorio Grilli, Piero Barucci. Tra i magistrati, Francesco Greco e il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati.
Luigi Federico Signorini, Salvatore Rossi, Ignazio Visco
Folta la rappresentanza degli imprenditori e manager, da Marco Tronchetti Provera (Pirelli) a Giuseppe Recchi (Telecom Italia), a Emma Marcegaglia (Eni), a Luisa Todini (Poste), Francesco Starace (Enel), Gianni De Gennaro e Fabrizio Moretti (Finmeccanica) fino ai neonominati presidente e ad Fs, Marcello Messori e Michele Elia.
Presente il presidente della Consob Giuseppe Vegas mentre il mondo del lavoro e' rappresentato dai tre segretari generali Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
Infine sono praticamente al completo i numeri uno delle banche italiane: da Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, a Fabrizio Viola e Alessandro Profumo (Mps), al presidente del consiglio di gestione di Intesa-Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, al consigliere delegato di Intesa Sp Carlo Messina.
3. STRIGLIATA ALLE BANCHE “VOGLIAMO PIÙ POTERI PER RIMUOVERE I CORROTTI”
Vittoria Puledda per “la Repubblica"
I tanti scandali bancari — da ultima Carige — irrompono nelle sale ovattate di Palazzo Koch e trovano posto nelle parole di Ignazio Visco. Il governatore, nella giornata delle Considerazioni finali, non fa riferimenti specifici ma parla di «comportamenti inaccettabili» e torna a chiedere, come aveva fatto un anno fa, maggiori poteri per poter rimuovere gli amministratori di una banca («quando necessario e sulla base di fondate evidenze») ricordando che queste prerogative ci sono nella «proposta di recepimento della direttiva europea sui requisiti di capitale».
Ripercorrendo gli ultimi due anni, Visco ricorda che sono state condotte 340 ispezioni; in 63 casi sono stati rilevati «gravi carenze nei profili di governance» (in proposito, Visco ricorda le norme sulle modifiche alla governance bancaria, popolari comprese, appena varate da Bankitalia); in 45 verifiche ispettive sono emerse «irregolarità di possibile rilievo penale» prontamente segnalate all’autorità giudiziaria con cui, nel rispetto dei diversi ruoli, «la collaborazione è intensa».
La lunga emergenza economica non aiuta: «Le crisi aziendali spesso si associano con debolezze dei sistemi di governo societario, che possono favorire episodi di mala gestio » , spiega Visco. Il governatore traccia due profili di criticità: uno riguarda i rapporti troppo stretti con «il territorio di riferimento» che caratterizzano molte «banche medie e piccole». Un fattore che rappresenta «una fonte di stabilità» ma con un rovescio della medaglia, perché «un’interpretazione fuorviante di questi rapporti può distorcere l’erogazione del credito ».
I pericoli per la banche di grandi dimensioni, invece, sono di altro genere, anche se non meno perniciosi: Visco sottolinea che spesso lo stesso istituto è creditore di una società e allo stesso tempo azionista. Un legame che «non deve distorcere le scelte di affidamento o ritardare l’emersione delle difficoltà dei debitori» (cosa che invece a volte succede). Così come, continua il governatore, bisogna rafforzare la «separazione tra fondazione e banca », non consentendo il passaggio di vertici dall’una all’altra istituzione.
EDMONDO BRUTI LIBERATI E FRANCESCO GRECO
Sotto altri aspetti, invece, le banche italiane se la cavano meglio: ad esempio sui livelli patrimoniali, rafforzati con «cospicui aumenti di capitale (11 miliardi annunciati o fatti solo nei primi 5 mesi) e l’autofinanziamento» e con un miglioramento avvenuto «pressoché per intero» con capitali privati (Mps è stato già autorizzato a restituire 3 miliardi allo Stato).
Le sofferenze sui prestiti, vero tallone d’Achille in questo prolungato periodo di crisi, hanno iniziato a ridursi in termini di nuovi flussi e sebbene occorrano altri sforzi per «aumentare l’efficienza del sistema bancario» la strada tutto sommato buona, anche grazie al maggiore interesse degli operatori specializzati nel settore disponibili a rilevarle. Va meno bene invece sul versante dei finanziamenti all’economia, che mostrano un andamento «in calo».
Un problema, soprattutto per le Pmi, «generalmente più rischiose e ora particolarmente indebolite dalla recessione». Per alleviare la mancanza di credito tuttavia Visco ha annunciato per le «prossime settimane» misure tecniche per «migliorare la situazione della liquidità delle banche » e agevolare così il credito alle Pmi.
ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA
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