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Sara Bennewitz e Fabio Bogo per ‘Affari & Finanza - la Repubblica’
Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Ntv non ama perdere tempo. E così, dopo aver guidato Fiera di Milano, Rai, Terna e – fino allo scorso luglio – essere stato numero uno di Telecom Italia, ha deciso di scavalcare il fossato e passare dalla categoria di manager a quella di imprenditore. “Ho 54 anni, se devo fare questo salto di qualità e di esperienza o lo faccio adesso oppure non lo faccio più”, ha confidato ai suoi più stretti collaboratori.
FLAVIO CATTANEO LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO
E così, sistemata la successione in Ntv e nei treni Italo, dove a inizio autunno lascerà l’incarico a Gianbattista La Rocca per diventare vicepresidente e restare nel comitato esecutivo, fa partire una nuova avventura: far nascere una società italiana con la quale rilevare quote di maggioranza di medie imprese, offrendo in sostanza un pacchetto misto, composto da acquisto dell’azienda e sua gestione. “Un mestiere che so fare- racconta a chi gli chiede le motivazioni della sua decisione- e che si rivolge a quelle società che possono crescere, ma non riescono a farlo”.
Il primo azionista
Il target generale è chiaro, il veicolo anche. L’identikit dell’obiettivo parla di società con fatturato attorno ai 200 milioni. Lo strumento una società italiana, di cui il manager sarà il primo azionista con un partecipazione rilevante (intorno al 30 per cento) affiancato da una rosa di imprenditori. Nomi certi ancora non sono usciti allo scoperto, ma visti i risultati ottenuti in passato, l’iniziativa potrebbe essere appetibile per qualche imprenditore incontrato in precedenti attività, come quando era in Terna, o tra quei soci storici che hanno partecitato all’avventura di Ntv.
sabrina ferilli e flavio cattaneo
Le prede sono medie aziende italiane, che hanno davanti tre ostacoli: la dimensione, il rischio e la scarsa internazionalizzazione. “Gli imprenditori italiani sono i migliori al mondo – ha riflettuto Cattaneo – e molti di loro possono fare uno sforzo in più: sono capaci di fare e sono prudenti, non vogliono perdere quello che hanno costruito. Tutto questo va bene, ma in alcuni casi serve una nuova spinta”.
FAUSTO BERTINOTTI FLAVIO CATTANEO
E quindi serve uno strumento per il loro rilancio e per metterli nelle condizioni di competere in un mondo più grande. Si partirà a cavallo dell’estate, nel mirino un gruppo noto nei beni di consumo, ma sorvegliate speciali anche imprese che si occupano di cibo, di meccanica, di moda, senza superare il confine del lusso. E non sono neppure escluse nuove startup in settori tecnologici, piattaforme, big data. Cattaneo sta già incontrando legali e imprenditori con cui far partire l’avventura. Insomma avrebbe pensato a tutto, tranne alcuni dettagli. E nascosto rimane il nome della sua creatura.
Il biglietto da visita di Cattaneo è la sua fama di creatore di efficienze e tagliatore di costi. Ma lui a tutti ricorda questo: “Ovunque sono andato ho lasciato l’azienda più in salute di prima, e con ricavi e margini in aumento”. E anche: “Ogni azienda che fa ricavi può essere rilanciata”.
La ricetta è valida dall’Alitalia all’Ilva, ma per farlo ci vuole anche un assetto azionario e una governance tale da permettere ai manager di portare avanti un piano industriale. Insomma quello che non è successo in Telecom, dove il manager si è dimesso perché non sopportava le interferenze dei francesi di Vivendi.
Un altro fattore distintivo è che questo assetto azionario, fatto da imprenditori e non da gruppi finanziari, permetterà al nuovo management-azionista di portare avanti un turnaround senza strappi e senza pressioni all’investimento- come hanno le Spac - e senza l’urgenza di uscire dopo cinque anni, come hanno i private equity. La nuova società potrà prendersi tutto il tempo di cui ha bisogno per programmare la sua “uscita”, valutando la migliore alternativa possibile, con un occhio di riguardo alla quotazione in Piazza Affari, e strutturandosi fin dall’inizio per essere un’azienda gestita in modo trasparente e senza conflitti d’interesse.
Lombardia in testa
Anche per questo motivo l’obiettivo della società di investimento che sta mettendo in piedi e che si propone di essere una sorta di club, avrà delle regole chiare: la prima, come detto, è che acquisterà solo quote di maggioranza assoluta, in modo da avere l’ultima parola per gestire il rilancio.
FLAVIO CATTANEO CHIACCHIERE AL BAR FOTO ANDREA ARRIGA
La seconda è che porta in dote già un management qualificato: sono diverse le figure apicali con cui Cattaneo ha lavorato in questi anni, da Fiera Milano a Telecom, dalla Rai a Terna, che avrebbero dato la loro disponibilità a seguirlo in questa avventura. La terza è che sarà gestita con capitali privati, e quindi dovrà tenersi lontano da investimenti in infrastrutture e settori regolati, e muoversi in ambiti che siano poco sensibili al rischio politico e soggetti alla spada di Damocle della burocrazia. L’ultima regola è che essendo un’iniziativa di carattere prevalentemente imprenditoriale, le banche potranno dare un supporto, ma non saranno socie.
FLAVIO CATTANEO CON PIPPO BAUDO FOTO ANDREA ARRIGA
Opererà in Italia, e guarderà prevalentemente al Nord ricco e produttivo, dove la Lombardia già da tempo è leader in Europa. Ma nel mirino ci sono anche a Emilia Romagna e Marche, regioni che hanno registrato interessanti tassi di crescita. Insomma, Italo ha lasciato risorse nelle mani di Cattaneo: ora la speranza è di fare il bis con un motore tricolore, che stavolta non si muove sui binari, e che rilanci le imprese nazionali per portarle fuori dai confini.
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