A NOI CE PIACE (SOLO) DE MAGNA’ E BEVE - DOVE UN TEMPO C’ERA IL MITICO TEATRO SMERALDO, ORA C’È EATALY, E FARINETTI-ZELIG SI CIRCONDA DI SGARBI E MARONI, PISAPIA E TOSI, BURLANDO E IL MAGO ZURLÌ - IL PARA-GURU RENZIANO: “SONO FAVOREVOLE ALLA SECESSIONE DEL VENETO”

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Davide Vecchi per ‘Il Fatto Quotidiano'

Ora vi presento un mio grande amico, è una delle due persone più intelligenti d'Italia". Mentre Oscar Farinetti scandisce la frase, al suo fianco si materializza Vittorio Sgarbi. Che dice: "Dopo Marinetti e il Futurismo finalmente qui da noi si apre una nuova stagione culturale grazie a Farinetti: un secondo Risorgimento". Chi sia l'altra persona più intelligente d'Italia non s'è poi saputo. Ma dopo il primo di cinque giorni d'inaugurazione di Eataly - per ricordare le Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848) - sappiamo che in quel "due", in realtà, Farinetti annovera almeno dieci persone.

Da Inghe Feltrinelli a Lella Costa. Sterminata, invece, la categoria "grandi amici". Gino Paoli, Ricky Gianco, Carlo Petrini, Alberto Fortis, Omar Pedrini, Elio Fiorucci, Milly Moratti, Serra Yilmaz. Tra gli altri. Tutti passati nella giornata di ieri, tra le 10 alle 24, a salutare Farinetti in occasione dell'apertura di Eataly Smeraldo. Poi i politici. Da Giuliano Pisapia e Claudio Burlando ai leghisti Flavio Tosi e Roberto Maroni. Ma non era sostenitore di Matteo Renzi e del Pd? "Io amo i politici che si sbattono per il proprio territorio, gli amministratori più che quelli di Roma; le ideologie le abbiamo superate da anni", risponde mangiando un manzobab assieme a Burlando e Maroni.

"A lui devo chiedere scusa", dice Farinetti dal piccolo palco semicircolare affacciato dal primo piano al centro del locale. "Perché dissi che se vinceva in Regione avrei aperto un kebab, ho sbagliato: ho detto una cazzata e quando un uomo fa un errore lo riconosce". Poi invita al suo fianco anche Tosi. "Un mio grande amico che fa il sindaco a Verona e secondo me lo fa benissimo". Nella città scaligera, per inciso, aprirà il prossimo Eataly. Tosi guarda altrove. "Sono pronto alle primarie per il candidato premier di centrodestra", dice lasciando il palco.

E si dichiara a favore del referendum per l'indipendenza del Veneto (cui hanno già preso parte 700 mila persone) che "vuole essere una sfida allo Stato centrale e al suo immobilismo". Farinetti, che invece l'Italia unita (a tavola) la esporta nel mondo, è già distante. Fa gli onori di casa. Porta Maroni a far tagliare il nastro tricolore del ristorante al secondo piano, mentre al sindaco Pisapia alle 10 aveva riservato l'inaugurazione dell'intero supermercato. Una struttura di 5500 metri quadri in piazza XXV Aprile che fino al 2011 ospitava lo storico teatro Smeraldo.

Nelle intenzioni di Farinetti l'inaugurazione sarebbe dovuta avvenire il 25 Aprile 2012, festa della Liberazione, ma poi la data è slittata. Vuoi "per il periodo di crisi", come ha detto Pisapia, vuoi per "l'importanza del made in Italy", come ha detto Burlando, l'inaugurazione ieri è stata accolta da tutti come un evento. "Una struttura bellissima - ha detto Maroni - in uno dei templi della musica". Poi anche il governatore ha rivolto lo sguardo a Roma. E al primo grande amico di Farinetti, Matteo Renzi. "Deve lasciare le tasse in Lombardia", primo messaggio.

Secondo: "Se sulla sanità ci saranno i tagli lineari sarà una dichiarazione di guerra". Ma il patron di Eataly è distante; è tornato sul palco, ad annunciare gli ospiti che arrivano alla spicciolata e arriveranno per tutto il giorno. E anche oggi e nei prossimi tre. Fino al 22 marzo, quando termineranno le cinque giornate milanesi di Farinetti.

 

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