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Giulio Cardone per "la Repubblica"
I campioni scappano dall'Italia, in compenso gli allenatori italiani sono i più richiesti del mondo. Fabio Capello il vincente ha battuto facilmente la concorrenza di 12 colleghi e ha conquistato la panchina della Russia. Così torna a far parte di una lista prestigiosa: Mancini al City, Ancelotti al Psg, Di Matteo al Chelsea, Spalletti allo Zenit, Lippi in Cina, Zaccheroni che guida la nazionale giapponese. Riparte dalla Russia, Don Fabio, dopo i cinque anni vissuti al timone dell'Inghilterra.
Cercherà di trasmettere il suo proverbiale pragmatismo a una squadra brillante, piena di talenti, ma poco concreta e un po' presuntuosa. Si è visto agli Europei: partenza a razzo, poi una serie infinita di gol mangiati fino alla beffa dell'eliminazione già nel girone. Inevitabile il divorzio con Advocaat, prevedibile la scelta di Capello: «Abbiamo deciso di nominarlo nuovo manager della nostra nazionale», l'annuncio del vicepresidente della federcalcio russa, Nikita Simonyan. Tra domani e giovedì, il 66enne tecnico friulano firmerà un contratto biennale da 6 milioni netti a stagione, con opzione per altri due anni: l'obiettivo è qualificarsi per Brasile 2014.
L'esordio sulla nuova panchina il 15 agosto, amichevole contro la Costa d'Avorio. Se il matrimonio funziona, gli verrà proposto il rinnovo fino al 2018, quando i Mondiali verranno organizzati proprio dalla Russia.
«Se la trattativa - dice l'ex ct inglese - si concluderà nel migliore dei modi (se ne sta occupando il figlio avvocato, Pierfilippo, ndr), come credo, sarò felice e orgoglioso di questa nuova esperienza all'estero: sarà un'avventura splendida, la Russia è una grande nazione».
Con grandi giocatori, anche, come il capitano Arshavin, il centravanti Pavlyuchenko, il talento Dzagoev. Ci sarà da lavorare sull'organizzazione difensiva, ma (pure) in questo Capello è un maestro. Vivrà a Mosca, il neo ct, per tutta la durata del contratto e non si limiterà , come i predecessori, a visite di lavoro mensili. Certo, se poi riuscisse a convincere Franco Baldini a seguirlo nella nuova avventura, anche il gelo devastante della capitale russa diventerebbe più sopportabile.
Ci sta pensando, il manager toscano: conclusa la promessa operazione di rafforzamento della Roma, quindi dopo il 31 agosto, potrebbe davvero decidere di lasciare la società giallorossa per emigrare di nuovo. In ballo tre possibilità : la Russia, appunto, il Tottenham del "suo" Villas Boas - non essere riuscito a imporre il portoghese alla proprietà americana è una ferita che gli fa ancora male - e il Chelsea di Di Matteo.
Così come gli fa male questo isolamento coatto, visto che è stato privato di almeno due uomini di fiducia: e allora a settembre non è affatto da escludere il divorzio da una Roma che è sempre più di Sabatini e sempre meno sua. Gli scenari possono cambiare, ma Capello spera sul serio di tornare a lavorare con lui. Sui Mondiali russi, Don Fabio non si sbilancia: «à un periodo troppo lungo da analizzare, potrebbe succedere di tutto e di più».
Anche perché dopo la cessione di Ibra e Thiago non ci si può stupire più di niente: «C'è stato un momento in cui il calcio italiano aveva risorse, vincevamo molto a livello internazionale. Oggi le risorse le hanno arabi e russi. Anche Barcellona e Real non possono più permettersi le campagne acquisti faraoniche di un tempo. Ibra e Thiago? Operazione saggia, anche se penso che per Berlusconi sia stata una cosa molto dura da accettare». E sul caso Terry: «Ho lasciato l'Inghilterra perché gli è stata tolta la fascia senza che fosse ritenuto colpevole. à stata l'unica causa scatenante ». Pure a lui certe ferite fanno ancora male.
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