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CLICK? NO, CRAC! - LA COMPAGNIA AMERICANA "KODAK", CHE HA RIVOLUZIONATO IL MONDO DELLA FOTOGRAFIA, STA PER FALLIRE - DA QUANDO LE IMMAGINI VENGONO SCATTATE IN DIGITALE, L'AZIENDA NON È MAI RIUSCITA A EMERGERE (UN PO' COME "BLACKBERRY", CHE E' PASSATA DA ESSERE LEADER DEL SETTORE DELLA TELEFONIA... AL FALLIMENTO) - LA COMPAGNIA FONDATA DA GEORGE EASTMAN NEL 1892 FATICA A PAGARE I DEBITI E LE PENSIONI AI PROPRI DIPENDENTI - IL CROLLO IN BORSA, DOVE "KODAK" LUNEDÌ HA PERSO 26 MILIONI DI DOLLARI...
Estratto dell'articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”
Eastman Kodak sta correndo a grandi passi verso l'ultimo click della sua storia leggendaria. La compagnia americana che ha rivoluzionato la fotografia rendendola commerciale – dalla produzione di pellicole alle apparecchiature per immagini e stampa – ha registrato un crollo dei ricavi nel secondo trimestre e ha ammesso di avere difficoltà a onorare i suoi debiti. L'azienda paga lo scotto dell'era digitale, dalla quale non è mai a riuscita a emergere.
Per rastrellare soldi, la compagnia fondata da George Eastman a Rochester, New York, nel 1892, interromperà il piano pensionistico per i propri dipendenti. Lunedì Kodak ha riportato una perdita di 26 milioni di dollari, 36 centesimi per azione, rispetto all'utile di 26 milioni (23 centesimi per azione) registrato nello stesso periodo del 2024. I ricavi sono scesi a 263 milioni di dollari, rispetto ai 267 precedenti. [...]
«Queste condizioni – si legge nelle carte – sollevano seri dubbi sulla capacità di Kodak di continuare a operare». La compagnia aveva annunciato l'anno scorso lo stop al programma pensionistico ed entro domani saprà come soddisfare gli obblighi verso tutti i beneficiari della pensione. Ma il futuro appare nebuloso.
I dazi imposti da Donald Trump, spiegano i vertici, non hanno avuto un impatto significativo sui dati della trimestrale, anche se l'analisi futura resta aperta. Subito dopo l'annuncio, lunedì scorso, il titolo aveva perso il 6,34 per cento a Wall Street, e il 25 per cento martedì. Ieri, a metà seduta, aveva recuperato il 2,49, salendo fino a quota quattro per cento.
Kodak, arrivata al bivio dopo 133 anni di storia, è il paradigma delle aziende che hanno paura a investire nel futuro e finiscono per perdere tutto. Eppure questa compagnia era nata nel segno dell'avanguardia: il fondatore, Eastman, aveva venduto la sua prima fotocamera a 25 dollari nel 1888, per poi farne un business industriale.
Aveva introdotto la prima macchina precaricata con pellicola per cento scatti e reso pop uno strumento considerato per pochi. Lo slogan era: «Tu premi il pulsante, al resto pensiamo noi». Negli anni erano arrivati prodotti leggendari come la Kodachrome, pellicola famosa per la fedeltà ai colori, e le fotocamere Brownie.
Poi è cominciato il declino, con l'avanzare della concorrenza di giganti come Canon, Nikon e Sony. Kodak aveva già attraversato alcune crisi, anche prima dell'avvento del digitale, e sofferto la sfida di aziende giapponesi come Fujifilm, che offriva pellicole fotografiche di alta qualità a prezzi più competitivi. Nonostante avesse inventato la prima fotocamera digitale nel 1975, Kodak non ha mai investito davvero nel settore, temendo che questo passaggio avrebbe danneggiato per sempre il mercato analogico.
Così quando, negli anni 2000, è esplosa la fotografia digitale, l'azienda non è riuscita a tenere il passo. Il boom dei cellulari con fotocamera ha fatto il resto. Nel 2012 la compagnia ha dichiarato bancarotta, con debiti per oltre 6,75 miliardi di dollari e più di 100mila creditori. [...]
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