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Carlotta Scozzari per il "Fatto quotidiano"
Le scorie della gestione Ligresti di Fondiaria-Sai continuano a produrre conseguenze. Non soltanto in tribunale. E' trascorso un anno dagli aumenti di capitale che hanno permesso a Unipol di diventare azionista di riferimento della galassia Fondiaria-Sai. Dodici mesi in cui i tempi della maxi-fusione assicurativa tra le società del gruppo si sono allungati fino alla fine del 2013.
L'ultimo colpo di scena la settimana scorsa, quando l'ex dominus di Fonsai, Salvatore Ligresti, e i figli Paolo (ancora a piede libero), Jonella e Giulia sono stati arrestati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Torino che indaga per l'ipotesi di falso in bilancio. Nel mirino dei magistrati il buco da 600 milioni nelle riserve assicurative che avrebbe garantito dividendi generosi a Premafin, la holding ora controllata da Unipol attraverso la quale la famiglia siculo-milanese manteneva la presa su Fonsai.
La gestione disinvolta e spesso in odore di conflitto di interessi della famiglia siciliana, che amava giocare tra le società quotate e quelle lontane dalla Borsa con flussi di denaro in transito dalle prime alle seconde, ha ripercussioni non soltanto giudiziarie ma anche industriali.
La Unipol capitanata dall'amministratore delegato Carlo Cimbri, diventando proprietaria della galassia Fonsai, ha ereditato un impero con ramificazioni nei settori più impensabili per una compagnia di assicurazioni, che ancora nel 2012 ha accusato milioni di perdite a bilancio. Certo, la crisi economica, che ha travolto il settore immobiliare tanto caro a don Salvatore, non ha aiutato. Ma la gestione è stata decisiva. E Unipol si è già espressa a favore delle numerose azioni di responsabilità promosse verso gli ex vertici della compagnia.
IL PESO SUI BILANCI DI BOLOGNA
Per farsi un'idea del conto industriale che i Ligresti hanno lasciato da pagare a Bologna basta dare uno sguardo al bilancio di Fonsai, che nel 2012 si è chiuso con una perdita di quasi 800 milioni, rispetto a quella di quasi 700 del 2011. Il gruppo Unipol, invece, nel 2012 ha chiuso il bilancio in positivo per 441 milioni, anche grazie ai benefici per oltre 1 miliardo legati all'applicazione di alcuni principi contabili.
Per la fine del 2013 gli analisti finanziari, in media, si aspettano un utile sui 230 milioni, mentre Unipol, per il 2015, quando dovrebbe essere già stata digerita la fusione con Fondiaria, punta alla cifra ambiziosa di 850 milioni di profitti. La holding controllante Finsoe, che nel 2012 ha dovuto varare un aumento di capitale da 300 milioni per finanziarie l'operazione su Fonsai, è tornata all'utile lo scorso anno: per 23 milioni, somma girata quasi per intero alle cooperative rosse azioniste provate dalla recessione.
Nel 2012 Fonsai, con le sue perdite da 800 milioni, è stata un po' la zavorra del gruppo assicurativo che ruota intorno a Bologna. Sul dato negativo hanno inciso sia le svalutazioni del patrimonio immobiliare, salite da 342 a 370 milioni, sia l'andamento delle società del "settore diversificato".
Tra le attività immobiliari c'è la Marina di Loano, il porto ligure che già i Ligresti avevano provato a vendere senza successo e che ha archiviato il 2012 con perdite per una decina di milioni. Un miglioramento dal rosso di 28 milioni del 2011, ma la controllante Immobiliare Fondiaria-Sai già nel 2012 aveva rinunciato a un credito da 108,61 milioni per coprire le perdite degli anni precedenti e ricapitalizzare la Marina per 74 milioni.
MILLE "ALTRE ATTIVITÃ". IN PERDITA
Il settore "altre attività " di Fonsai (turismo, sanità , vino) ha chiuso il 2012 in perdita per 95 milioni, rispetto al rosso di 71 milioni del 2011. Un risultato negativo da imputare in primo luogo alla catena alberghiera Atahotels della quale già la famiglia siciliana aveva tentato di liberarsi.
Quest'ultima società , venduta a Fonsai dalla stessa famiglia Ligresti nel 2009 per 25 milioni, ha chiuso il 2012 con una perdita di 35,3 milioni, rispetto a quella di 23 del 2011. Sul dato ha inciso l'andamento del Tanka Village, "particolarmente penalizzato dalle politiche di prezzo dei vettori aerei e dei traghetti per la Sardegna". Si dice che per Unipol non dovrebbe essere difficile tagliare la voce "costi" di Atahotels, che in passato era stata spesso alimentata dai capricci dei giovani Ligresti.
I GUAI DELLE CONTROLLATE
Tra le "altre attività ", risultato in perdita, in peggioramento da 13,45 a 14,43 milioni, anche per il Centro oncologico fiorentino, complice la "situazione di forte incertezza per quanto riguarda la convenzione con la Asl 10 di Firenze". Già nel 2012 la controllante Fonsai aveva versato 14,5 milioni a favore del Centro, somma che si aggiunge all'assegno di 10 milioni staccato nel 2011.
Pure Saiagricola, produttrice di vino e olio, ha messo in cantiere un 2012 in perdita, ma soltanto per 206mila euro (-679mila euro nel 2011). In rosso anche i conti di Liguria assicurazioni, la compagnia attiva nel business di riferimento di Fonsai e controllata attraverso Milano assicurazioni che già i Ligresti tentarono di vendere al fondo Clessidra senza accordarsi sul prezzo.
Per Liguria assicurazioni, che rientra nel perimetro di attività da cedere imposto dall'Antitrust a Unipol per autorizzare la fusione, il 2012 si è chiuso in perdita per 43,7 milioni, dal rosso di 40,4 del 2011, a causa della necessità di "adeguare ulteriormente le riserve sinistri delle generazioni precedenti". Una situazione che giustifica una nuova ricapitalizzazione, per "ricostituire un patrimonio netto adeguato", dopo che già all'inizio del 2012 Milano Assicurazioni aveva versato 46 milioni per ripianare la perdita del 2011.
Insomma, le falle da riparare sono numerose e trasversali a tutti i business ereditati dal gruppo Ligresti. E soltanto una volta completato il processo di ristrutturazione in corso Unipol potrà decidere da quali business, eventualmente, uscire e da quali no.
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