“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
ALAIN DELON E BELMONDO CON IL BORSALINO
D.Pol per il Corriere della Sera
Si profila una corsa contro il tempo per stendere una rete intorno alla Borsalino, icona italiana del cappello, che ora corre il rischio di portare i libri in Tribunale. Al lavoro c' è il board presieduto da Raffele Grimaldi, affiancato dall' amministratore delegato Marco Moccia, che ieri ai sindacati e ai 130 lavoratori del centro produttivo di Alessandria ha promesso entro domani una nuova strada per tentare il salvataggio.
Sullo sfondo c' è l' imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio che a primavera aveva affittato l' azienda famosa nel mondo per i suoi copricapo in feltro nell' attesa di poterne diventare il proprietario, con un impegno finanziario complessivo di circa 30 milioni. Ma il cui progetto è tornato in forse all'inizio di questa settimana quando il giudice ha revocato la procedura di concordato preventivo, garantito dallo stesso Camperio. Il risultato è che l'azienda ora è esposta al rischio che uno dei creditori faccia istanza di fallimento. Varie le ipotesi di lavoro, tutte complesse.
LEO DI CAPRIO CON IL BORSALINO
Quella che potrebbe prendere consistenza è una nuova proposta concordataria che manterrebbe l'architettura dell' offerta precedente. E cioè il rimborso al 33,5% dei crediti chirografi (6 milioni verso le banche e 6 verso i fornitori) e la restituzione integrale ai creditori privilegiati.
Rimarrebbe anche l'impianto dell' accordo chiuso da Borsalino con l' Agenzia delle Entrate, che vantava un credito di 16 milioni ma che ha concesso un taglio del 50% a fronte delle garanzie sul rilancio dell' azienda. La differenza? Per effetto della nuova normativa sul concordato il Tribunale può esperire una procedura competitiva. In sintesi, si aprirebbe la strada a offerte concorrenti migliorative rispetto a quella di Camperio (che ha però la prelazione).
Tra le motivazioni che avevano indotto il giudice a revocare il concordato ci sono inadempienze rilevate dai commissari giudiziali e dai revisori di Pwc. Sarebbe emersa una sottovalutazione del magazzino e transazioni finanziarie intercorse tra il 2008 e il 2012 con altre società di Marco Marenco (coinvolto nella maxi bancarotta delle sue società) che controllava la Borsalino, all' epoca guidata da un altro board.
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