
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
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L'ultimo clamoroso boatos raccolto tra piazza Affari e il "quadrilatero della moda" milanese è che il Napoleone del lusso, Bernard Arnault, avrebbe aperto un dossier per conquistare anche il marchio Tod's ora calzato dall'impertinente Dieguito Della Valle. Ma, ovviamente, nel mondo intoccabile delle "sartine" gelose e degli "scarpari" rudi è difficile trovare conferme e smentite. Neppure tra addetti al settore dell'Ago&Filo.
Bocche cucite, insomma.
Con Dagospia si sbilancia soltanto un finanziere di lungo corso che premette subito: "In un momento di forte crisi finanziaria, con le banche che hanno chiuso i cordoni della borsa e con i consumi ridotti al lumicino, non mi meraviglia che il nostro sistema moda possa passare nelle mani del gruppo francese Lvhm. Oppure possa cedere le proprie partecipazioni a dei partner finanziari stranieri. Del resto - aggiunge -, mi sembra che neppure al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, stia a cuore il futuro di un'eccellenza italiana che ha reso nota in tutto il mondo sia la città sia il nostro Paese".
Come a dire? lascia capire il nostro interlocutore "siamo passati dall'haute couture alla frutta secca, agli orti dell'Expo, alle feste-sagra sul buon cibo allestite al teatro Smeraldo da quell'Oscar Farinetti di Eataly e annunciate enfaticamente come le nuove 5 Giornate di Milano. Mentre il sindaco ammutolisce se la sede storica del Corrierone viene svenduta a al fondo americano Blackrock che poi lo gira alla Bnl-Paribas di Luigi Abete. E, nel frattempo, con il 5% Blackrock da sempre contigua alla Fiat di Elkann&Marchionne diventa il secondo azionista della Banca Intesa di Nanni Bazoli. Curioso, no?".
Per poi terminare: "Se dovessi fare una previsione nel medio periodo immagino che soltanto pochi brand ancora italiani che operano nella pelletteria, penso soprattutto a Miuccia Prada che si è quotata a Hong Kong, riusciranno a sopravvivere all'assalto dei fondi, di Bernard Arnault o di un Francoise Pinault, che ha sfilato agli Agnelli pure il veneziano Palazzo Grassi".
Del resto, soltanto nelle ultime settimane si sono ricorsi i rumors di una possibile vendita anche del marchio Armani dopo che il nipote dello stilista (senza eredi) aveva lasciato la gestione della prestigiosa griffe. Un abbandono che segue nel tempo quelli del capo del commerciale, John Hook, passato a Ralp Lauren e del manager Dell'Orco. Non è più un segreto neppure che gli eredi Versace hanno ceduto, sempre al fondo Blackrock, il 20% della ditta creata dal mitico Gianni. E che sia Roberto Cavalli (sta trattando con il fondo Permira) sia Etro (all'esame di Lvhm) presto possano avere dei nuovi partner finanziari.
Quanto alle tante (troppe) ipotesi che circolano sul futuro dell'azienda di Della Valle e dell'azionariato del Corrierone - che in queste ore s'incrociano -, quasi tutte le fonti interpellate escludono, comunque, che Dieguito possa mettere in vendita la fabbrica delle Tod's "per fare cassa e gettare poi un pacchetto di milioni nel pozzo senza fondo" dell'Rcs, che edita il quotidiano.
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