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“DECIDE L’ITALIA, NON L’UE” – ALLA VIGILIA DEL CDA DI UNICREDIT DI OGGI IL MINISTRO DELL’ECONOMIA GIORGETTI TIENE IL PUNTO SUL GOLDEN POWER ESERCITATO NEI CONFRONTI DELLA BANCA PER LA SUA OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO SU BANCO BPM - “E’ IN GIOCO LA SICUREZZA NAZIONALE” - I GRAVI VINCOLI POSTI DA PALAZZO CHIGI PER L’ACQUISTO DI BPM COMPLICANO LA SCALATA DA 15 MILIARDI. DIFFICILE CHE UNICREDIT VADA ALLO SCONTRO. COME DAGO DIXIT, ANDREA ORCEL POTREBBE DARE L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DAGOREPORT
Giuseppe Colombo, Francesco Manacorda per repubblica.it - Estratti
Questione di sicurezza nazionale. E quindi “decide lo Stato italiano, non l’Europa”, aggiunge Giancarlo Giorgetti. Alla vigilia della riunione del consiglio di amministrazione di Unicredit che dovrà approvare i risultati del primo trimestre, il ministro dell’Economia tiene il punto sul golden power esercitato nei confronti della banca per la sua offerta pubblica di scambio su Banco Bpm.
Il fronte è doppio. Il più caldo riguarda la legittimità dell’applicazione del golden power. Interpellato a margine di un convegno su un possibile stop della Commissione europea, Giorgetti replica così: “Bruxelles ha delle competenze in materia bancaria di concorrenza”, ma “sulla sicurezza nazionale decide lo Stato italiano e non l’Europa fino a questo momento”.
Sul tavolo c’è l’articolo 21, comma 4, del regolamento europeo sulle concentrazioni: se le decisioni degli Stati membri hanno a che fare con interessi pubblici che riguardano la sicurezza nazionale, allora le norme del Paese in questione sono ritenute legittime.
Ma la Direzione generale della concorrenza della Commissione Ue ha sottolineato recentemente che l’articolo 21 va applicato come previsto e cioè come un’eccezione, non come la regola. E in ogni caso, nell’ambito del procedimento sulla concorrenza, l’Ue può decidere se l’intervento rientra nell’ambito della sicurezza nazionale oppure no, anche se lo Stato membro non l’ha notificato.
Difficile, in ogni caso, che Unicredit imbocchi la strada di uno scontro frontale contro il governo italiano senza cercare prima una conciliazione: portare a compimento una fusione bancaria con l’esplicita opposizione di Palazzo Chigi è impresa ardua.
IL RISIKO BANCARIO - L OFFERTA DI MPS SU MEDIOBANCA E QUELLA DI UNICREDIT SU BANCO BPM
ll secondo fronte riguarda le prescrizioni nei confronti della banca guidata da Andrea Orcel. "Il golden power - ha affermato il ministro - è stato valutato: è una decisione che è stata assunta dal Cdm, adesso come dice il golden power c’è il monitoraggio. Gli interessati devono fare delle cose e dimostrare delle cose, e noi valuteremo quelle”.
Il riferimento è appunto alle prescrizioni adottate dal governo con il Dpcm approvato il 18 aprile. Come si legge nel testo del decreto, che Repubblica ha potuto visionare, il ministero dell’Economia "verifica il rispetto delle prescrizioni in qualità di amministrazione competente a svolgere il monitoraggio”.
RISIKO BANCARIO - BANCO BPM - MONTE DEI PASCHI DI SIENA - MEDIOBANCA
Lo fa ai sensi di un altro decreto (Dpr n.86 del 2014), che prevede l’invio di una relazione alla presidenza del Consiglio in presenza del rischio “di mancato o intempestivo o inadeguato rispetto delle determinazioni assunte” con il golden power. Non solo. “In caso di inadempimento o violazione delle prescrizioni” scattano le sanzioni: tra 300 milioni e 20 miliardi per Unicredit.
La banca sta cercando di trovare un terreno di dialogo con il governo sulle prescrizioni del golden power, che ritiene tali da inficiare - se immutate - l’operazione su Bpm.
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