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Spunta una segnalazione anonima alla Consob dietro al blitz di due giorni fa con cui uomini della Commissione di vigilanza, insieme con la Guardia di Finanza, hanno valicato i confini quasi invalicabili di Mediobanca per effettuare una ispezione negli uffici centrali milanesi. L'ipotesi è insider trading.
Secondo quanto ricostruito da Dagospia, la segnalazione anonima sarebbe incentrata sul conflitto di interessi della banca guidata dall'amministratore delegato Alberto Nagel nell'operazione dello scorso aprile su Banca Generali, la controllata dell'omonimo gruppo assicurativo a sua volta partecipato da Mediobanca con la quota di maggioranza del 13,27 per cento.
Si tratta dell'operazione con cui l'istituto di Piazzetta Cuccia, insieme con Ubs (che al momento non sembra avere subito perquisizioni), si occupò del collocamento presso investitori istituzionali del 12% di Banca Generali in mano alla capogruppo del Leone triestino, che scese così dal 63,5% al 51,5 per cento. Nell'ambito dell'operazione, annunciata il 3 aprile e chiusa il giorno successivo, con la celerità tipica di questi collocamenti, Mediobanca ha rivestito il doppio ruolo di prima azionista indiretta, attraverso la quota detenuta in Generali, e di collocatrice, incaricata di individuare i compratori delle azioni.
Un doppio ruolo in gran conflitto di interessi che avrebbe fatto scattare la segnalazione anonima alla Commissione di vigilanza presieduta da Giuseppe Vegas, già sulla pista del presunto insider trading su Banca Generali anche per via dei movimenti anomali registrati in Borsa dalle azioni proprio a ridosso dell'operazione. A questo punto, a seconda di quello che sarà il risultato delle perquisizioni in Piazzetta Cuccia, che dovrebbero protrarsi ancora per qualche giorno, la Consob potrebbe decidere di trasmettere il dossier alla Procura.
Per il numero uno di Mediobanca Nagel, già indagato dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta su Fondiaria-Sai per il "papello" siglato con Salvatore Ligresti, si tratta di una grana in più. In un momento in cui, peraltro, qualcuno mormora che l'Unicredit del buon Ghizzoni, prima azionista di Mediobanca, voglia sostituire il manager quarantottenne con Stefano Marsaglia. Quest'ultimo, alla fine del 2013, ex Rothshild, con la nomina alla divisione "corporate and investment banking" (Cib) è di fatto diventato il secondo uomo di Nagel, sullo stesso piano del direttore generale Saverio Vinci.
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