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Stefano Rizzato per "La Stampa"
Alle bocciature europee, negli anni, abbiamo finito per abituarci. Ma questa è tra quelle che fanno più male. Proprio nella materia della quale ci credevamo campioni: il turismo.
La brutta pagella arriva dall'Eurostat ed è tutta nei dati: tra il 2012 e il 2013 l'Italia ha perso il 4,6% delle notti passate in hotel, case vacanze, camping e così via.
In termini di variazione tra un anno e l'altro, nessun altro Paese dell'Unione Europea ha fatto peggio. Ancor più grave: il dato è in netta controtendenza rispetto all'ennesimo anno da record per il settore: nel 2013, le notti spese tra alberghi e simili dei 28 Paesi Ue sono state ben 2,6 miliardi.
La flessione è vistosa soprattutto nel turismo domestico, vale a dire nei soggiorni degli italiani nelle strutture di casa: meno 8,3 per cento. Colpa della crisi, facile dirlo, e fin qui è solo l'impietosa conferma di cose che sapevamo. Ma a calare sono anche i soggiorni degli stranieri: meno 0,5 per cento. E qui la scusa della crisi regge meno.
Contemporaneamente, infatti, le strutture greche registravano un 13,2 per cento di prenotazioni straniere in più, rispetto all'anno prima. Quelle inglesi salivano del 16,7 per cento, e nonostante il 2012 fosse stato l'anno dei Giochi olimpici. E ancora: più 9,4 in Lettonia, più 8,4 a Malta, più 7,1 in Portogallo, più 5,6 in Francia. Ad accompagnarci nel calo - tra i 28 Paesi - sono solo Cipro, Svezia e Belgio.
A consolare sono solo i dati assoluti: con 179,6 milioni di prenotazioni, l'Italia resta infatti il 2° Paese europeo preferito dai turisti del mondo, preceduta dalla Spagna. Ma Francia e Inghilterra si avvicinano e quello che le statistiche dicono è che è un'eccellenza che non si può più dare per scontata.
Nonostante i monumenti, le spiagge, le bellezze a ogni angolo. Da migliorare, per recuperare terreno, c'è molto, a partire dai servizi ai viaggiatori e dalla conoscenza delle lingue da parte degli operatori, da sempre i due punti più deboli del sistema turismo italiano.
E poi c'è da chiedersi se sia solo la crisi ad aver causato il crollo del turismo interno. Servizi, informazioni e trasporti di qualità sono decisivi a prescindere dalla nazionalità di chi viaggia e, a volte, si trovano più facilmente lontano da casa. Anche invertire questa tendenza - imparando a coccolare i turisti, italiani e stranieri - potrebbe essere decisivo.
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