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Andrea Malan per il "Sole 24 Ore"
Fiat Group Automobiles spa ha chiuso il 2012 con una perdita di 1,35 miliardi di euro (rispetto ai 791 milioni dell'anno precedente) su un fatturato sceso dell'11% da 17,8 a 15,8 miliardi. I dati emergono dal bilancio di Fga, la società che controlla il settore auto del gruppo (compresa Chrysler ma escluse tranne Ferrari e Maserati).
Ieri intanto sono tornate a circolare con insistenza le voci di una chiusura in tempi brevissimi dei negoziati con le banche per la rinegoziazione dei debiti di Fiat da un lato e di Chrysler dall'altro, due trattative che Sergio Marchionne sta portando avanti in parallelo rispetto al negoziato per l'acquisto dal fondo Veba del 41,5% di Chrysler che Fiat ancora non controlla.
Secondo l'agenzia Bloomberg, la Chrysler dovrebbe finalizzare entro venerdì prossimo le modifiche al prestito ottenuto nel 2011 (con scadenza 2017) per complessivi 2,95 miliardi di dollari; l'azienda avrebbe chiesto una riduzione dello spread sul Libor a 3-3,25 punti percentuali rispetto agli attuali 4,75. Le banche arranger sono Citigroup, Morgan Stanley, Bank of America e Goldman Sachs. Sempre il 21 giugno, secondo la Reuters, Fiat spa dovrebbe a sua volta firmare il rifinanziamento della linea di credito da 1,95 miliardi di euro, linea che scade nel luglio 2014.
La chiusura delle due operazioni (la seconda dovrebbe comunque andare in porto entro fine mese) permetterebbe al Lingotto di predisporre le condizioni finanziarie per procedere all'acquisto dal fondo Veba del 41,5% di Chrysler. A questo proposito Sergio Marchionne ha detto ieri a Firenze che la trattativa «va avanti», anche se «ci sono ancora margini di confronto - altrimenti non saremmo ancora al tavolo».
Tornando al bilancio di Fga, i numeri si riferiscono al documento civilistico, che comprende i dati dei soli stabilimenti italiani del settore auto tranne Melfi e, fino a tutto il 2012, esclusa anche la Fip di Pomigliano (la società non produce un consolidato perché lo fa già Fiat spa). A pesare sui ricavi di Fga, scesi dell'11% rispetto al 2011, è il forte calo delle vendite di auto in Italia: dei 2 miliardi di ricavi in meno, 1,7 sono attribuibili al crollo del mercato nazionale (dove il Lingotto ha fatturato il 21% in meno).
A compensare l'effetto negativo sui conti non sono bastati i tagli ai costi, sia quello del lavoro che le spese che gli investimenti. Il margine di gestione è in rosso per 1,5 miliardi (da 900 milioni nel 2011). Peggiora anche il saldo della gestione finanziaria, il cui attivo scende da 577 a 354 milioni. La perdita ante imposte è di 1,318 miliardi (da 748 milioni) e quella netta di 1,352.
La produzione di Mirafiori e Cassino, i due stabilimenti inclusi nel bilancio civilistico 2012 di Fga spa, è scesa da 230mila a 138mila vetture. Gli investimenti di Fga sono stati tagliati a 109 milioni di euro dai 213 dell'anno precedente; l'investimento di gran lunga più consistente del settore auto nel 2012 (anche se non compreso nel perimetro di Fga) è quello effettuato in Serbia - 578 milioni di euro - per il rilancio della fabbrica di Kragujevac e le produzione della 500L.
I dividendi in arrivo dalle società partecipate scendono da 717 a 692 milioni, per effetto soprattutto di un taglio di quello da Fidis (da 44 a 10,6 milioni); in lieve aumento, sempre su livelli elevati (da 559 a 570 milioni di euro) quello garantito dalla brasiliana Fiasa.
Dal 1° gennaio di quest'anno la Fga controlla anche l'attività di produzione di motori e cambi di Fiat Powertrain Technologies, e dal 1° marzo sono riconfluite anche le attività della Fip (Fabbrica Italia Pomigliano). Il conferimento di Fpt dalla capogruppo Fiat spa è avvenuto in conto aumento di capitale a un valore di 590 milioni, ed è una delle tre misure di sostegno che il socio unico di Fga ha varato nel corso del 2012: già a marzo infatti erano stati versati 791 milioni a copertura delle perdite dell'anno precedente, e a dicembre sono stati versati altri 200 milioni.
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