
FLASH! – A MILANO CIRCOLA LA SEGUENTE STORIELLA: ALL’INVITO DI ANTONIO ANGELUCCI DI FAR POSTO A…
DOPO I DAZI, I RAZZI. E A PRENDERLA IN QUEL POSTO SONO SEMPRE I CONSUMATORI – SECONDO IL CENTRO STUDI DI CONFINDUSTRIA, LA GUERRA ISRAELE-IRAN FARÀ SCHIZZARE IN ALTO LE QUOTAZIONI DEL PETROLIO (GIÀ ARRIVATO A 77 DOLLARI AL BARILE, RISPETTO AI 63 DI MAGGIO) E DEL GAS (RINCARATO DA 34 A 40 EURO A MEGAWATTORA). AUMENTI CHE SI FARANNO SENTIRE PRESTO IN BOLLETTA – L’ALLARME DELL’ASSOCIAZIONE DEGLI IMPRENDITORI: “SONO A RISCHIO GLI INVESTIMENTI E LA STABILIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA…”
Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per www.lastampa.it
Oltre ai dazi, che colpiscono fiducia ed export, la guerra, l’ennesima guerra, che rincara l’energia, peggiorando le attese e mettendo a rischio la stabilizzazione della nostra produzione industriale. Per Confindustria si tratta di «un altro choc»».
Secondo il rapporto flash sulla Congiuntura elaborato dal Centro studi di Confindustria «lo scenario, già complesso, è aggravato dall’aumento del prezzo del petrolio a causa del conflitto Israele-Iran».
E se l’industria italiana a inizio del secondo semestre ha tenuto e gli indicatori sono migliorati per i servizi, ora i dazi sull’export e l’incertezza stanno deteriorando la fiducia, brutto segnale per i consumi e gli investimenti.
Il prezzo del petrolio, che da inizio 2025 era in calo per le attese indebolite sulla domanda globale determinate dai dazi, come segnala Il Csc è bruscamente risalito sulla scia della guerra Israele-Iran (arrivando al 20 giugno a 77 dollari al barile rispetto ai 63 pagati in media a maggio). Anche il prezzo del gas in Europa (TTF) è rincarato passando dai 34 euro a megawattora toccati a maggio dopo tre mesi di ribassi, a 40 euro.
In questo scenario gli investimenti che hanno sorpreso in positivo nel 1° trimestre (+1,6%), con tutte le componenti in aumento (costruzioni, impianti-macchinari, ricerca), nel secondo trimestre potrebbero rallentare. Gli indicatori, secondo il Csc «sono deboli: a maggio, aumenta poco la fiducia delle imprese, su valori bassi; l’incertezza è elevata; gli ordini di beni strumentali sono negativi; le attese di nuovi ordini calano per il secondo mese».
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In aprile la produzione è aumentata dell’1%, iniziando bene il 2° trimestre visto che nel primo si era fermata ad un più magro +0,4%. «I livelli però, dopo il calo del 2023 e 2024, restano depressi» è scritto nel nuovo rapporto di Confindustria. L’indagine rapida RTT in aprile conferma il recupero dell’industria in termini di fatturato e l’indagine Csc mostra meno pessimismo a maggio.
«Tuttavia, i rischi da dazi sono alti per il settore e a maggio altri indicatori restano sfavorevoli»: l’indice di fiducia Pmi è infatti di poco in area di contrazione (49,2 da 49,3) e la fiducia delle imprese industriali recupera appena.
Diverso il discorso per i servizi che dopo aver sorpreso in negativo nel primo trimestre nonostante la ripartenza del turismo (-0,1% il valore aggiunto), nonostante il turismo sia ripartito (+4,1% annuo la spesa di stranieri), nel secondo trimestre presenta segnali favorevoli: ad aprile il fatturato è infatti cresciuto, ed a maggio l’Indice ’HCOB-PMI segnala un irrobustimento della fiducia con le imprese che recuperano in parte dopo i cali di inizio anno
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