1- IN ATTESA DEL 25 APRILE CHE SEGNERÀ LA FINE DEI DOPPI INCARICHI DEI POTERI MARCI TORNA LA “LOTTIZZAZIONE”, MA I GIORNALONI PIÙ CHE TURARSI IL NASO CHIUDONO GLI OCCHI 2- E’ GUERRA TRA GLI EX FRATELLI RAMPANTI NAGEL & PERISSINOTTO UNITI SOLO PER FAR FUORI GERONZI ALLE GENERALI: PERISSI-ROTTO SI ALLEA CON ARPE E MENEGUZZO E NAGEL LO VUOLE FAR FUORI CON MARIO GRECO, CEO DI ZURICH GENERAL INSURANCE 3- PROFUMO VINCE IL PALIO DI SIENA (MONTEPASCHI) GRAZIE A ROSI BINDI-BASSANINI E AI VOTI DELLLA CONTRADA DEL PD (COMUNE E PROVINCIA), SCONFITTA L’EX MARGHERITA 4- UNICREDIT: CORSA AFFOLLATA PER LA SUCCESSIONE A DIETER RAMPL IN PIAZZA CORDUSIO, MA SOTTOTRACCIA SI MUOVE PALENZONA CHE HA VISTO SFUMARE I SOGNI DI GENERALI 5- FINMECCANICA: CHI SI MANGERA’ GLI ORSI DELL’ANCIEN RÈGIME. BERNABE’ O DE GENNARO? 6- RCS, MANOVRE PER FAR FUORI DE BORTOLI & MARCHETTI: ATTOVAGLIATI IN CASA DELLA VALLE MIELI, PERRICONE, ANDREA MONTI, PORRO, PARAGONE, ROSSELLA, BERETTA, SIGNORINI

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"Il bordello è l'unica istituzione
italiana dove la competenza
è premiata e il merito riconosciuto"
(Indro Montanelli)

DAGOREPORT

- IL 25 APRILE DEL POLTRONIFICIO DEI POTERI MARCI.
"AAA, cercasi arzillo vecchietto o giovane anziano disponibile poltrona anche usata".
Se non assisteremo all'ennesimo vergognoso voltafaccia del governo Monti (vedi commissioni bancarie), secondo le stime dell'Antitrust sono oltre trecento gli amministratori che entro il 25 aprile dovranno abbandonare i doppi e, spesso, tripli incarichi.

- I FINTI TORMENTI DEL BANCHIERE: LA PAGA O L'ONORE
Nomi eccellenti, che in queste ore si tormentano scespirianamente in vista della tormentata e "odiosa" scadenza.
Della serie: o la borsa o l'onore.
Vale a dire? L'incarico di prestigio o lo stipendio da nababbo, assicuratogli dall'altro posto?
L'enfant prodige di Mediobanca, Albeto Nagel, è in palese conflitto d'interessi (da sempre!) tra piazzetta Cuccia (amministratore delegato) e le assicurazione Generali (vice presidente).
Opterà sicuramente per il ruolo occupato nell'ex tempio laico, governato a lungo da Enrico Cuccia.

- A TRIESTE ARIA DI BORIA TRA NAGEL E IL "TRADITORE" PERISSINOTTO: ARRIVA MARIO GRECO?
Nella città del Leone assicurativo la "scissione fredda" tra Nagel (Mediobanca, primo azionista) e Giovanni Perissinotto (ad di Generali) porterà quasi sicuramente al rialzo i contrasti esplosi recentemente tra i due rampolli della "meglio gioventù anziana".
Mentre titoli delle due società viaggiano ai minimi storici e la dirigenza tira a campare svalutando le proprie partecipazioni (Telco, Rcs-Corriere della Sera, Telecom etc).
Si tratta di milioni e milioni di euro a spese degli azionisti, solo per garantirsi una solida coperta (di carta) in via Solferino.

L'unico collante che li teneva assieme, a ben guardare le vicende torbide di oggi, forse era soltanto la volontà di sbarazzarsi della presenza dell'ingombrante Cesare Geronzi. Ora, è guerra, dopo il "tradimento" di Perissi-rotto che si è alleato con i nemici più intimi di Nagel, Arpe e Meneguzzo. La vendetta del Cuccia immaginario è quella di disarcionare l'ad di Generali e sostituirlo con Mario Greco, ceo di Zurich General Insurance.

- PERISSINOTTO A NAGEL: GENERALI NON E' UN BANCOMAT.
Mandato in pensione il guardiano del faro (Geronzi), il ceo di Generali, però, si è dovuto muovere proprio dentro quel percorso delle dimissioni forzate (Est Europa), indicato proprio dal banchiere di Marino.
Tanto per alvare i bilanci del gruppo che, nonostante quanto scrivono i giornali della casa, non fanno scintille.

E se non bastassero le minus valenze, a far soffrire i conti del Leone, peserebbero pure le richieste d'intervento del suo socio di maggioranza (piazzetta Cuccia).
Non siamo il Bancomat di Mediobanca!, si sarebbe lamentato Perissinotto nei confronti del suo padroncino, Alberto Nagel.

 

- THE KING (MAKER) PALENZONA PRESIDENTE DI UNICREDIT?
E' da qualche tempo che l'attuale presidente della provincia di Tortona, Fabrizio Palenzona, è indicato quale possibile presidente delle Generali. Stoppato da Perissinotto, l'ex camionista di Alessandria lascia capire ai suoi interlocutori, che non è interessato a certe poltrone "che sanno tanto di pensionamento anticipato" (vedi Cesare Geronzi). Da sempre preferisce il suo ruolo politico di king maker delle vicende bancario-assicurative: presidente di Unicredit?

Tra la presidenza di Banca Intesa e quella di Ubi banca, Abramo Bazoli si terrà stretta la prima.

- I COLLEZIONISTI DI POLTRONE ALLA RESA DEI CONTI.
Per la Consob poi, come ha ricordato Paola Pilati sull'"Espresso", emergerebbero "ben 22 potenziali conflitti d'interesse" solo nel sistema delle banche e delle assicurazioni tanto amate dai Poteri marci.
E dai giornali che controllano pur perdendoci soldi a palate.
Tanto paga sempre il correntista sfigato e maltrattato allo sportello.
Pure il "pizzo" (di carta) sembra avere un suo prezzo.
Pensavate, come hanno raccontato da anni i giornaloni, che soltanto i politici dell'ancien regime erano attaccati con la colla alla propria poltrona?
Nulla di più lontano dalla realtà.

- PROFUMO "LOTTIZZATO", GRAZIATO (DAI SOLITI MEDIA).
Il grande walzer delle poltrone sta dunque per partire.
Anzi, a dirla tutta, la prima carica è stata già assegnata.
Se l'è aggiudicata - per intercessione di Rosi Bindi e di Bassanini, l'ex ronzino di Unicredit, Alessandro Profumo, che alla feste dell'Unità si faceva accompagnare dal probo Gad Lerner. L'Arrogance di piazza Cordusio, che da Cesare Geronzi si è fatto rifilare Capitalia con tutte le "infezioni" interne accumulate dall'istituto romano nel corso degli anni.
E che anni!

- A SIENA VINCE LA CONTRADA DEL PD SULLA MARGHERITA
Quella di Mr. 40 milioni (la liquidazione incassata da Profumo) non chiamatela però "lottizzazione".
Altrimenti i Gabibbo dalla virgola accigliata Rizzo&Stella si sentono umiliati&offesi.
E anche l'inflessibile economista del Corrierone, Francesco Giavazzi, caduto anche lui da cavallo nella gara a ostacoli per un posto in Mediobanca, potrebbe restarci maluccio.
Così, dopo molte partenze false, al Palio del Montepaschi di Siena l'ha spuntata la contrada del Pds (sindaco e presidente della provincia).

I grandi sconfitti, sono la contrada della Margherita e il presidente della fondazione Mps, Gabriello Mancini.
Che ha preso d'Aceto.
Come mai si è chiesto in solitudine sul "Corriere della Sera", Massimo Mucchetti, stavolta non c'è stata alcuna "censura" per la lottizzazione consumatasi al Montepaschi?
Neppure il repubblicones Max Giannini.
Come mai?
Forse l'Infedele Gad Lerner potrebbe dargli una risposta, su La7.

- SCARONI RESTA ALL'ENI NONOSTANTE I RUMORS MOLESTI
Nei giorni scorsi erano corse voci (pilotate) sulle dimissioni del numero uni di Eni.
Niente di vero, ovviamente.
E di più lontano dalla realtà.
AL momento.
Una "mossa", appunto, che avrebbe rimescolato tutte le coppie impegnate nel walzerissimo di poltrone.
A ballare sono in tanti in questa maratona primaverile che per alcuni ballerini rischia di trasformarsi mortale come i protagonisti del film di Sidney Pollack "Non si uccidono così anche i cavalli".

- FINMECCANICA E I GRILLI PER LA TESTA DEL TESORO.
Messi alla porta Pierfrancesco Guarguaglini (e signora), la soluzione interna di sostituirlo con l'ad di Augusta, Luigi Orsi, se era gradita al governo Berlusconi (Gianni Letta e la Lega di Bossi-Giorgini) piace meno ai nuovi arrivati. A cominciare dal vice ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.

In via XX settembre, sede del Tesoro, temono che su Finmeccanica possa abbattersi una nuova bufera giudiziaria (presunte tangenti) che potrebbe mettere in ginocchio l'holding di piazza Montegrappa (inchieste avviate su tre fronti caldi: Roma, Milano e Napoli).
E far fare "un tuffo nella m..." a Monti&Grilli.
Così si starebbero vagliando varie soluzioni di emergenza "in attesa di verificare lo stato dell'arte dellle inchieste giudiziarie.

- CHI SI MANGERA' GLI ORSI? BERNABE' O DE GENNARO.
Nell'attesa della prossima assemblea già circolano i nomi di alcune possibili alternative nello sciagurato caso di Orsi finito, suo malgrado, nella gabbia della giustizia: da Franco Bernabè, numero uno di Telecom, a Gianni De Gennaro, l'ex capo della polizia ora alla guida del Dis. Il dipartimento che controlla i nostri servizi di sicurezza.

- GALATERI UN PRESIDENTE PER TUTTE LE POLTRONE.
E, a ogni ipotesi di presidenza, anche per Finmeccanica rispunta il nome di Gabriele Galateri.
Un presidente buono per tutte le poltrone.
Intanto, Orsi e il Cfo, Alessandro Pansa, non senza contrasti tra di loro, hanno messo a punto la bozza di bilancio 2011 che - come scrive Gianni Dragoni su "il Sole 24 Ore" -, registrerebbe "perdite nette" per oltre 2 miliardi di euro.

- RCS: CHI DOPO IL NOTARO MARCHETTI? MARCHETTI!
Neppure i soci forti dell'Rcs-Corriere della Sera, divisi anche sulla vendita della casa editrice Flammarion, sembrano avere un'idea sul come uscire dall'abisso, non solo contabile, in cui da anni hanno lasciato sprofondare il primo gruppo editoriale italiano.
Intanto si avvicinano due scadenze decisive per i "pattisti" dell'Rcs.

Il 2 aprile, giorno fissato per la presentazione delle liste dei candidati in vista dell'assemblea che, a sorpresa, è stata fatta slittare dal 27 aprile al 2 maggio.
Tanti i rumors (pilotati sui giornali) finora, ma nulla ancora è stato ancora deciso su chi andrà a occupare le caselle di Piergaetano Marchetti (presidente) e di Antonello Perricone (amministratore delegato).

- "BALLA" PURE IL DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA
Tra i tanti retroscena a mezzo stampa, non è passato inosservato un trafiletto apparso su "Milano Finanza", a firma di Andrea Montanari, in cui si tessevano grandi elogi per Flebuccio de Bortoli.
Un direttore tanto bravo, rilevava il quotidiano assai vicino alla coppia Della Valle&Montezemolo (da sempre interessati alla sorte del Corrierone), da meritarsi la poltrona presidenziale oggi occupata da Piergaetano Marchetti.

Anche se in quel viatico profumato d'incenso non si faceva alcun cenno su chi avrebbe preso il posto di Flebuccio in via Solferino.
"Lettera 43", il sito di Paolo Madron, rivelava poi un presunto dissidio tra Marchetti e i soci forti di Rcs, Mediobanca e Fiat.
Il che è a dir poco sorprendente almeno per quanto riguarda Nagel e Pagliaro, essendo l'attuale presidente dell'Rcs da anni è il notaio di fiducia di Mediobanca.
Alla fine potrebbero restare sia Marchetti sia Antonello Perricone se la "rosa" dei nomi chiamati a sostituirli resterà quella spifferata dai soliti giornali: Franco Tatò, Claudio Calabi e Giorgio Valerio.

Tutta gente che già ha incassato bonus milionari per aver operato in via Solferino con risultati a dir poco irrilevanti se non disastrosi.
Anni non memorabili per le casse dell'Rcs-Corriere.
Ma a volte ritornano (sul luogo del delitto).

PS - Attovagliati una decina di giorni fa nell'appartamento meneghino di Della Valle, colui che sogna di tornare per la terza volta alla direzione del Corrierone, Paolino Mieli, il direttore della Gazza Andrea Monti, l'ad di Rcs Antonello Perricone, il duplice Maurizio Beretta, Carlito Rossella con il suo guardarobiere Mario D'Urso, l'organizzatore di eventi caprini Pascal Vicedomini, l'autore del "Dagostrunz", il giornalista di "Libero" e vice di Rai2 Gianluigi Paragone, il vicedirettore del "Giornale" Nicola Porro (new entry) e, last but not least, Alfonsina La Pazza con la "Gina"....

 

 

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