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Francesco Semprini per "la Stampa"
Monito di Wall Street alle banche italiane. A lanciarlo è Jamie Dimon che dal Council of Foreign Relation, dove è ospite per un assolo sullo «Stato di salute dell'economia globale», è protagonista di una sortita nel cuore dell'Eurozona, partendo dalla crisi ellenica ed arrivando ai partner mediterranei.
«La Grecia da sola non è problema enorme - spiega l'amministratore delegato di Jp Morgan -. Certo tutti vorremmo che ce la facesse a sopravvivere, ma da un punto di vista economico non sarebbe poi una catastrofe il suo fallimento preso da solo». Il punto sono le ricadute sui Paesi meno solidi. «La catastrofe ci sarebbe qualora il default della Grecia arrivasse prima di aver realizzato una rete di protezione per l'Italia e la Spagna».
E' il sistema bancario dei due Paesi che rischia di più, secondo Dimon che non pronuncia la parola «contagio» ma spiega che si avrebbero gravi ripercussioni sugli istituti dei due Paesi. Tanto da assistere a una grande fuga dei clienti che correrebbero nelle filiali a ritirare i risparmi e smobilizzare gli investimenti. «Anche perché l'Italia e la Spagna - prosegue il Ceo - al momento non hanno gli strumenti per evitare una grande fuga».
I due Paesi, per Dimon, hanno bisogno di denaro e inoltre, pur avendo «quella che chiamano una banca centrale», non possono stampare moneta e questo li mette in una situazione di grande difficoltà . «Ecco perché si sente spesso dire che c'è bisogno di un'unione bancaria e di un sistema come è da noi quello dell'Fdic - prosegue l'ad facendo riferimento all'autorità Usa che assicura i depositi al di sotto dei 250 mila dollari -. Settecento miliardi di dollari hanno già lasciato l'Italia e la Spagna diretti principalmente verso la Germania».
E' il meccanismo europeo che non funziona, secondo il veterano di Wall Street. Le banche tedesche depositano questo denaro presso la Bundesbank e quest'ultima, secondo la legge e una proceduta chiamata «Target2», deve prestarlo di nuovo alle banche centrali italiana e spagnola. Secondo Dimon occorre fermare la crisi delle banche italiane e spagnole e realizzare una reale unione monetaria e fiscale. In Europa «ce n'è una ma non funziona. Ora si deve agire in tempi brevi perchè siamo di fronte a una lenta ma inesorabile emorragia».
Nonostante tutto però Jp Morgan non ha intenzione di considerare l'Italia «off-limit», spiega Dimon. «Siamo stati in Italia e Spagna per oltre cento anni - ricorda -. Lo stesso John Pierpont Morgan è morto a Roma e amava quel Paese. Cosa penserebbero di noi se ce la dessimo a gambe?». L'ipotesi fuga o «alleggerimento veloce» non è quindi al vaglio: «Non possiamo farlo e non lo faremo mai - conclude Dimon -. Tenteremo di gestire la nostra esposizione, ma rimarremo investitori di lungo termine».
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