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Walter Galbiati per www.repubblica.it
Poche righe e senza motivazioni. In una lettera, giunta oggi agli uffici della Consob, il garante del Codice Etico della Consob, il professore e giurista Guido Rossi, ha fatto sapere di rinunciare al suo in carico. Rossi era stato presidente dell'organismo che vigila sul mercato finanziario agli inizi degli anni 80 (tra febbraio 1981 e agosto 1982) ed è diventato a maggio dello scorso anno il garante etico della Consob. Oggi le dimissioni.
Nessuna motivazione al riguardo, se non personali, ma la sua posizione è da qualche tempo oggetto di critiche 1 per il doppio ruolo di garante e al tempo stesso consulente di alcune società quotate. Oltre allo storico rapporto che lo lega alla Unipol, la compagnia bolognese sotto il faro della vigilanza per l'operazione Fonsai, da ultimo si è saputo che Rossi farebbe parte, insieme con lo studio Chiomenti, del pool di difensori incaricati di redigere le controdeduzioni da depositare in Consob per il finanziere Vincente Bollorè, accusato di manipolazione di titoli proprio dalla Commissione di vigilanza. Un fascicolo finito in procura a Milano.
Da tempo Bollorè ha rapporti con Guido Rossi. Il problema oggi sono le due segnalazioni che la Consob ha redatto sulle manipolazioni del titolo Premafin, la holding che controlla Fonsai. L'indagine riguarda il periodo tra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre 2010, ma estesa poi anche al 2011. Nell'ottobre 2010 la famiglia Ligresti e la compagnia assicurativa francese Groupama raggiunsero un accordo per l'ingresso di quest'ultima con il 17% in Premafin, la holding che controlla Fonsai.
In precedenza Bolloré aveva sottoscritto una quota del 5% della holding dei Ligresti. L'ipotesi della Consob è che Bolloré abbia agito d'accordo con i francesi e i Ligresti per sostenere le quotazioni del titolo e mantenerlo in linea ai valori stabiliti per l'operazione. E che a cedere i titoli a Bolloré siano stati gli stessi Ligresti. Dell'affare non se ne fece nulla e Groupama si ritirò con diligenza. In Consob sono rimasti i sospetti, messi neri su bianco in una informativa. La difesa del finanziere bretone, invece, l'avrebbe supervisionata Rossi.
Inoltre il garante del Codice Etico sarebbe dovuto intervenire anche quando il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ebbe l'incontro con i protagonisti dell'operazione Unipol-Fonsai per spiegare a Federico Ghizzoni (Unicredit), Carlo Cimbri (Unipol), Alberto Nagel (Mediobanca) e al consulente Gerardo Braggiotti che i Ligresti non avrebbero dovuto ricevere benefici monetari dall'operazione ancora allo studio.
Lo imponeva l'articolo 3 del Codice Etico: "Il dipendente opera con imparzialità ed evita trattamenti di favore. A tal fine non intrattiene con soggetti coinvolti o interessati dall'attività della Consob rapporti tali da poter compromettere la sua indipendenza o comunque tali da vulnerare la sua imparzialità ". Una raccomandazione che Vegas non pare abbia rispettato e che Rossi non ha mai sanzionato in alcun modo.
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