francesco gaetano caltagirone generali

CHI FERMERÀ CALTAGIRONE? – IL COSTRUTTORE ROMANO È VICINO A REALIZZARE LA SUA OSSESSIONE: IL CONTROLLO DI GENERALI – CON LA SCALATA A MEDIOBANCA, L’EX “RE DEL CASH” HA ALLUNGATO LE SUE MANI SU RISPARMI, COSTRUZIONI, EDITORIA – IL QUOTIDIANO "DOMANI": “AL POTERE DEI SOLDI, QUELLO GARANTITO DALLA SUA COLOSSALE RISERVA DI LIQUIDITÀ, PUÒ ORA AGGIUNGERE LA PROTEZIONE DELLA POLITICA, DI UN GOVERNO CHE PUNTA A RISCRIVERE LE REGOLE DEL GIOCO DELLA FINANZA NOSTRANA E SBANDIERA LA PROTEZIONE DEL RISPARMIO COME UNA QUESTIONE DI SICUREZZA NAZIONALE”RADIOGRAFIA DI UN IMPERO DA 9 MILIARDI DI EURO...

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Estratto dell’articolo di Vittorio Malagutti per “Domani”

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET

E adesso come la mettiamo con il Risorgimento? Quello delle Assicurazioni Generali, annunciato a mezzo stampa nel 2022 da Francesco Gaetano Caltagirone, pronto a impegnarsi, parole sue, in una «battaglia per l’indipendenza» del Leone di Trieste. Obiettivo: farne una «multinazionale a sovranità italiana che protegga il risparmio del paese». A tre anni di distanza, la preda è a portata di mano.

 

Il re capitolino del mattone, nonché finanziere ed editore di giornali, è ormai vicino a realizzare la sua magnifica ossessione. L’imprenditore che da un paio di decenni si trova appiccicata addosso l’etichetta di “re del cash” sta per conquistare un crocevia strategico del sistema.

 

Al potere dei soldi, quello garantito dalla sua colossale riserva di liquidità, può ora aggiungere la protezione della politica, di un governo che punta a riscrivere le regole del gioco della finanza nostrana e sbandiera la protezione del risparmio come una questione di sicurezza nazionale. […]

 

Storico ribaltone

giovanbattista fazzolari giorgia meloni

Caltagirone, azionista di Mps insieme al Tesoro e agli eredi di Leonardo Del Vecchio, si prepara per la tappa finale del suo personale assalto al cielo del capitalismo nazionale. È un ribaltone in qualche modo storico. Esce di scena Mediobanca, la public company guidata da Alberto Nagel con l’appoggio dei grandi investitori internazionali.

 

Adesso comanda il Monte, azionista di larga maggioranza di Piazzetta Cuccia, che a sua volta possiede il 13,2 per cento delle Generali, pacchetto azionario decisivo per il controllo della compagnia.

 

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt41

Le incognite non mancano. A Milano prosegue l’inchiesta della procura sull’asta gestita dal Tesoro, un’operazione dai contorni per molti aspetti anomali che nel novembre scorso, due mesi prima che partisse la scalata a Mediobanca, ha consegnato il 15 per cento del Monte ai soci amici del governo.

 

D’altra parte, a Trieste, i nuovi azionisti di comando potrebbero essere costretti a cedere una parte delle loro azioni per scendere dall’attuale 30 per cento circa fino alla soglia del 25 per cento, limite massimo oltre il quale scatterebbe l’opa obbligatoria sull’intero capitale del Leone, che in Borsa vale più di 50 miliardi.

 

ALBERTO NAGEL

Capiremo presto, quindi, che strada prenderà il “Risorgimento” a suo tempo predicato da Caltagirone, ma fin d’ora si può dire che “la battaglia per l’indipendenza” delle Generali si è già trasformata in un colossale affare per il costruttore e immobiliarista romano. La sua quota del gruppo del Leone, pari al 6,8 per cento del capitale, vale oltre 3,5 miliardi e quest’anno si è rivalutata di quasi il 18 per cento.

 

Dall’inizio del 2024 il guadagno sfiora il 70 per cento, a cui si aggiungono 270 milioni incassati a titolo di dividendi nell’arco di un biennio.

 

Giornali contro

azzurra e francesco gaetano caltagirone

Il flusso di denaro garantito dalle partecipazioni in Generali e in Mediobanca è servito anche a compensare le perdite dei giornali del gruppo. Giornali alle prese, al pari dei concorrenti, con la crisi del settore e, paradossalmente, da sempre molto critici proprio con la gestione dei due gruppi finanziari che pure garantiscono ricchissimi introiti al loro conto economico.

 

Alla Caltagirone editore quotata in Borsa fa infatti capo la proprietà di testate come il Messaggero di Roma, il Mattino di Napoli, il Gazzettino di Venezia. Gran parte del bilancio, però, quasi il 90 per cento delle attività, è concentrato in titoli di Piazzetta Cuccia e del Leone.

 

Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri

Un tesoretto che sul mercato vale circa 375 milioni e nel primo semestre del 2025 ha fruttato 14,6 milioni di dividendi alla Caltagirone editore. Le attività editoriali, invece, sono valutate 76,8 milioni e tra gennaio e giugno di quest’anno sono andate in rosso di 6,8 milioni.

 

Spiccioli, se confrontati al valore delle attività che fanno capo alla FGF spa, holding a capo del gruppo controllato dall’azionista unico Francesco Gaetano Caltagirone, che ha delegato la gestione quotidiana ai tre figli Francesco, Alessandro e Azzurra.

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Il bilancio consolidato di Fgf segnala che nel 2024 i profitti di famiglia hanno toccato i 391 milioni, lo stesso risultato dell’anno precedente. Nell’arco di 12 mesi, le attività in bilancio sono passate da 7,8 a 9,3 miliardi di euro, una crescita che è il frutto del rialzo in Borsa delle principali partecipazioni, mentre l’indebitamento resta sotto controllo, circa 800 milioni.

 

La holding tira le fila di un esercito di oltre 100 società, ma, in sostanza, il gruppo si regge su tre gambe. C’è la finanza, con le quote di Generali, Mediobanca e Mps, a cui vanno aggiunte la partecipazione nella romana Acea (circa 300 milioni) e altre minori. Poi Cementir, sede legale in Olanda e stabilimenti tutti all’estero, che vale in Borsa più di 2 miliardi e ha archiviato il 2024 con 224 milioni di profitti.

 

Il business del mattone

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE CON IL FIGLIO FRANCESCO JR

A conti fatti, però, al centro di tutto resta il mattone, un business che nell’arco di mezzo secolo ha moltiplicato il patrimonio della famiglia romana, con proprietà in via del Corso, via Nazionale, via Barberini, via Tomacelli, Piazza dei Cinquecento […]

 

Ancora adesso, l’immobiliare resta la passione della vita per il patron, che a 82 anni, compiuti nel marzo scorso, non rinuncia a ispezionare di persona i palazzi del gruppo. Alla holding Fgf, tramite decine di società controllate, fanno capo case e terreni valutati in bilancio circa 1,8 miliardi. […]

 

Ma il potere e l’influenza di Caltagirone non si misurano solo dai palazzi che possiede. Il gruppo romano, infatti, controlla una delle più grandi società di gestione immobiliare del paese. A Fabrica sgr, controllata dalla holding Fgf, fanno capo ben 17 fondi con attività per più di 6 miliardi di euro amministrate per conto di grandi investitori istituzionali, tra i quali, per fare un esempio, c’è anche un ente pubblico come l’Inps.

 

Amici avvocati

crollo insegna generali

I clienti di gran lunga più rilevanti, però, sono le casse previdenziali dei professionisti. Categorie come gli ingegneri, gli architetti, gli psicologi che hanno affidato a Fabrica gli immobili che fanno da garanzia alle loro pensioni. Vale lo stesso per gli avvocati. La loro Cassa forense ha sottoscritto per intero tre fondi, il Cicerone 1, 2 e 3, con un patrimonio complessivo di 1,3 miliardi.

 

Il rapporto d’affari tra l’ente dei legali e Caltagirone dura da una dozzina d’anni e di recente è stato messo alla prova proprio in occasione della battaglia di Borsa per la conquista di Mediobanca. Ad agosto, infatti, gli azionisti di Piazzetta Cuccia sono stati chiamati a esprimersi sull’acquisizione di Banca Generali, un’operazione studiata anche per mettere il bastone tra le ruote alla scalata del Monte dei Paschi.

 

francesco gaetano caltagirone sbrocca report 5

Cassa forense, che possiede un pacchetto di titoli Mediobanca da 100 milioni di euro (l’1 per cento del capitale), ha contribuito a bloccare i piani di Nagel astenendosi al momento del voto in assemblea il 21 agosto scorso. Una scelta che ha fatto il gioco di Caltagirone, il gestore degli immobili degli avvocati.

francesco gaetano caltagirone l urlo di munch - fotomontaggio lettera43