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FIFA BLU NEI PALAZZI DEL POTERE - CON LE DIMISSIONI DI RENZI, IN BILICO LE POLTRONISSIME ENI, ENEL, FINMECCANICA, POSTE: SCADONO IN PRIMAVERA - LUCA LOTTI SI OFFRE COME CUSTODE DEL RENZI-POWER NEL PROSSIMO GOVERNO - PADOAN A PALAZZO CHIGI PUO’ GARANTIRE LA CONTINUITA', MA NESSUNO SI FIDA

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ELIA MAZZONCINI MORETTI RENZIELIA MAZZONCINI MORETTI RENZI

 

Carlo Tecce per il “Fatto quotidiano”

 

Oltre il renzismo cadente, c' è il potere debole che vacilla. Quel sistema di potere - banchieri, imprenditori, dirigenti di aziende pubbliche e private - che sui toscani padroni di Roma ha investito denaro e futuro. Non per ragioni ideologiche, ma per assenza di alternative: chi può recepire le istanze di Claudio Descalzi di Eni o di Francesco Starace di Enel o di Francesco Caio di Poste Italiane, legati ai fatturati miliardari e agli umori di Palazzo Chigi?

 

renzi tweet su DeScalzirenzi tweet su DeScalzi

Questa repentina e non proprio inopinata dissoluzione del renzismo coinvolge le multinazionali controllate dal governo, una caterva di società - per citare le principali: Eni, Enel, Poste, Ferrovie, Finmeccanica - che in primavera devono rinnovare i vertici. Ora è il momento di stringersi la mano, e pregare assieme. Renzi è l' unica salvezza di Starace e colleghi e, viceversa, l' unica salvezza di Renzi sono Starace e colleghi.

 

PADOAN SMORFIEPADOAN SMORFIE

Il sottosegretario Luca Lotti, esemplare politico che vive di relazioni e non di orazioni, ha elaborato il concetto in anticipo e non intende traslocare dagli uffici di Palazzo Chigi, vuole mantenere un presidio: mica per un sentimento di riconoscenza nei confronti di un sistema che ha sostenuto il capo, ma per scongiurare contraccolpi, per non lasciare in sospeso le promesse disseminate durante la campagna referendaria...

 

...Il discorso è identico per gli altri amministratori e per le altre società, e non esclude la televisione pubblica Rai (non in scadenza) o la riformata in stile renziano Ferrovie. Dopo il voto, a mezzanotte, Renzi ha annunciato in maniera solenne: "La mia poltrona è la prima che salta".

ALBERTO BIANCHIALBERTO BIANCHI

 

Ma s' è dimenticato di aggiungere che, per contagio, presto ne possono saltare decine. Perché il renzismo, per sua natura, è una narrazione di poltrone, una spartizione. Fu l' imminente tornata di nomine, nel febbraio di due anni fa, a spingere verso l' uscita il governo di Enrico Letta, troppo saldato col passato per preparare l' innesto di un' altra generazione di manager. Renzi ha assecondato le richieste di quel sistema di potere e, appena insediato, ha partecipato al banchetto.

 

elisabetta fabrielisabetta fabri

Breve elenco degli amici infilati qua e là: cda di Enel, Alberto Bianchi, presidente della fondazione renziana Open; cda di Finmeccanica, il finanziatore Fabrizio Landi; cda di Poste, Elisabetta Fabri, famiglia di albergatori fiorentini; collegio sindacale di Eni, Marco Seracini, il commercialista di Matteo; cda di Eni, Diva Moriani, vicepresidente di In-Tek di Vincenzo Manes, generoso donatore.

 

Il tecnico Pier Carlo Padoan, sempre al ministero dell' Economia oppure a Palazzo Chigi, non può rassicurare il renzismo sul fronte nomine. Tant' è che in questi giorni il rinvigorito Massimo D' Alema confida: tranquilli, un governo Padoan può aiutare tutti. Maurizio Gasparri ha fiutato la questione: fermi con le nomine. A volte, il potere è più confuso che debole. Non scemo.