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FISCO ALLE ORECCHIE PER MUSK – LA PROCURA DI MILANO, SU RICHIESTA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE, PRETENDE 12,5 MILIONI DI EURO DA X, IPOTIZZANDO IL REATO DI “INFEDELE DICHIARAZIONE” CHE SAREBBE STATO COMMESSO DAI VERTICI DEL VECCHIO TWITTER TRA IL 2016 E IL 2022 – LA CONTESTAZIONE È ANALOGA A QUELLA DELL'INCHIESTA SU META, E SI BASA SULL’ASSUNTO CHE GLI UTENTI, QUANDO SI ISCRIVONO AI SOCIAL, SONO DEI PRODOTTI: VENGONO “PROFILATI” E GENERANO GUADAGNI, SUI QUALI BISOGNA PAGARE LE IMPOSTE…
Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo per www.repubblica.it
Il Fisco italiano chiede 12,5 milioni di euro a Elon Musk. E anche se per il miliardario amico di Trump questa cifra equivale al prezzo di un caffè per i comuni mortali, l’innovativa tesi portata avanti dalla Procura di Milano, dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate rischia sempre di più di diventare un grosso grattacapo per i padroni delle piattaforme.
[...] gli utenti, quando si iscrivono ai social, sono dei prodotti. Vengono “profilati”. Generano guadagni. Sui quali bisogna pagare le imposte. Quante? Il pm Giovanni Polizzi e il nucleo di Polizia economico finanziaria della Gdf milanese imputano a Twitter di non aver pagato, tra il 2016 e il 2022, 12,6 milioni di euro di Iva dopo aver omesso di dichiarare una base imponibile di oltre 57 milioni.
Il fascicolo per “dichiarazione infedele” prende di mira due manager – un irlandese e un indiano – di “Twitter international unlimited company”, società di diritto irlandese appartenente all’omonimo gruppo internazionale prima che diventasse “X” con l’avvento di Musk.
In altre parole: cinguettare è gratis ma in cambio dello sfruttamento, per scopi commerciali, dei dati degli utenti. Che diventano “asset”, un “patrimonio informativo”, oggetto di una “profilazione” usata per finalità d’impresa, è il ragionamento degli investigatori. Per esempio nel rapporto con gli inserzionisti. Il prodotto sei tu, si potrebbe dire con uno slogan. [...]
agenzia delle entrate e google
Gli approfondimenti della Gdf sono terminati nell’aprile 2024. L’Agenzia delle Entrate, a inizio gennaio, ha notificato le sue conclusioni alla piattaforma, che entro aprile potrà decidere se opporsi o sanare il presunto debito. È una scelta che può avere ripercussioni per i giganti del web e non solo in Italia.
Non a caso è ancora in corso il braccio di ferro tra la Procura di Milano e Meta (Facebook e Instagram). Lo scorso dicembre i pm milanesi Giovanna Cavalleri, Giovanni Polizzi e Cristian Barilli hanno chiuso un’inchiesta che per la prima volta affrontava proprio il tema del peso finanziario e fiscale dei dati degli utenti sui social.
È stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini a Meta. L’inchiesta – tuttora aperta – ipotizza nei confronti dei due legali rappresentati della costola irlandese del colosso l’omessa dichiarazione e mancato pagamento tra il 2015 e il 2021 dell’Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro. Una cifra enorme che, per le accuse, non è stata versata al Fisco. [...]
ELON MUSK NELLA SEDE DI TWITTER CON UN LAVANDINO
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