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FISCO INFERNO - RELAZIONE DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA: MANCANO ALL’APPELLO 88 MILIARDI DI TASSE NON PAGATE TRA IL 2010 E IL 2014 - 12,4 MILIARDI DOVUTI AD ERRORI - L’IVA E’ L’IMPOSTA PIU’ EVASA - OLTRE UN QUARTO DEI PROPRIETARI NON PAGA COME DOVUTO L’IMU

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Da “corriere.it”

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Ammontano a 88,1 miliardi, oltre tre volte l’entità della manovra (27 miliardi) varata dal governo, le entrate sottratte al bilancio pubblico nella media del periodo 2010-2014. È la stima complessiva del gap Irpef da lavoro autonomo e da impresa, Ires, Iva e Irap, contenuta nella Relazione sull’evasione fiscale e sull’economia sommersa predisposta dalla Commissione istituita con decreto del ministro dell’Economia e presieduta da Enrico Giovannini.

 

«Nella media del periodo 2010-2014 — si legge nel rapporto — il gap complessivo ammonta a 88,1 miliardi di euro, di questi 12,4 sono ascrivibili alla componente dovuta ad omessi versamenti ed errori nel compilare la dichiarazioni. Pertanto, il gap derivante dal completo occultamento delle base imponibile e/o dell’imposta ammonta a 75,7 miliardi di euro». La Relazione considera il «tax gap» come il divario tra le imposte effettivamente versate e le imposte che i contribuenti avrebbero dovuto versare in un regime di perfetto adempimento agli obblighi tributari previsti a legislazione vigente, come una «proxy» dell’evasione fiscale.

 

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Gli errori fatti ma anche le tasse dichiarate ma poi non versate ammontano complessivamente a 12,4 miliardi per le principali imposte (Irpef, Ires, Iva e Irap). Questa quota vale in media 1,5 miliardi nell’Irpef dei lavoratori autonomi, 1,3 miliardi nell’Ires, 8 miliardi nell’Iva e 1,6 miliardi nell’Irap. Il tax gap Ires (sui redditi delle società) vede invece valori medi pari a 14 miliari del 2012-13, che calano a 10 miliardi nel 2014. L’Irpef sui dipendenti mostra un «gap» di circa 3,9 miliardi ed è superato sia dall’Irap (8,5 miliardi) sia dall’Imu (4,6 miliardi).

 

La relazione evidenzia anche che tra il 2012 e il 2013 l’incremento delle mancate entrate tributarie è salito di 2,5 miliardi. Il confronto non avviene con il 2014 perché manca ancora il dato del lavoro dipendente irregolare. Dai 4 miliardi di gap del 2012 ai 5,3 miliardi del 2014: l’Imu rimane tra le imposte meno amate dagli italiani. Anche l’imposta municipale che si paga sugli immobili registra nel 2014 una «propensione al gap» del 27,2%: in pratica oltre un quarto dei proprietari non la paga come dovuto. L’Iva è però l’imposta più evasa e il tax gap oscilla in un intervallo tra i 37,4 miliardi (2010) e 40,5 miliardi (2012).

 

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Nel 2014 (ultimo dato disponibile) il divario Iva è di circa 40,2 miliardi, in lieve crescita rispetto all’anno precedente (39,2 miliardi), il 2,5% del Pil. L’indicatore che misura la propensione a non versare l’imposta oscilla tra il 28,4% (2010) e il 29,9% (2012). Nel 2014, il rapporto tra gap e imposta potenziale è circa il 29,7%. Rispetto all’imposta potenziale il divario complessivo dell’Iva cresce a partire dal 2011 e rimane poi sostanzialmente costante nel triennio successivo.

 

Il divario complessivo tra le imposte che dovrebbero essere versate e quelle effettivamente pagate si attesta in Italia a quota 108,7 miliardi di euro in media d’anno: 98,3 miliardi dovuti ai principali tributi, 10,4 ai contributi. Dal documento, riferito agli anni 2010-2014, emerge che la «propensione al gap» è altissima per l’Irpef del lavoro autonomo e d’impresa: al 59,5%.

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