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TRA ICARDI E I TIFOSI DELLA CURVA NORD DELL’INTER ORMAI E’ UNA SFIDA ALLO STILETTO - NELLA SUA AUTOBIOGRAFIA. L’ARGENTINO RACCONTA LO SFOGO, DOPO LA PARTITA CON IL SASSUOLO: "SONO PRONTO AD AFFRONTARLI UNO A UNO. PORTO CENTO CRIMINALI DALL’ARGENTINA CHE LI AMMAZZANO LÌ SUL POSTO, POI VEDIAMO”

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1 - “PRONTO AD AFFRONTARLI UNO A UNO”

Estratti del libro “la Mia storia segreta” scritta da Mauro Icardi con Paolo Fontanesi pubblicati da La Repubblica

 

A proposito di Sassuolo-Inter 3-1 del febbraio 2015, Icardi racconta il post-gara: «Mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: ‘Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti’. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo (....)

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Nello spogliatoio vengo acclamato come un idolo... I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: ‘Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo’. Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per far capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce».

 

2 - CIAO, MIO CAPITANO

Andrea Sorrentino per “la Repubblica”

 

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Passi lunghi e distesi, Maurito esce da San Siro. Occhi sul pavimento. Mascella serrata. Imbocca il tunnel che conduce al garage, è solo, nessuno intorno, anche se Wanda lo aspetta in macchina. Immagine perfetta. Mauro Icardi è un uomo solo, in questa Inter. La gente normale, s’è visto, è tutta con lui, perché l’ha applaudito a lungo in campo, pure dopo il rigore sbagliato, e lo applaudirà all’uscita dallo stadio. Ma ha contro gli ultrà della Nord e ora pure il club, nella persona di Javier Zanetti. Vecchia storia.

 

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Quante volte avete visto un club italiano schierarsi contro la propria curva? Ben poche. Neppure l’Inter fa eccezione. Neppure Javier Zanetti, che in effetti, a pensarci bene, con la Nord ha un affettuoso rapporto che va avanti da una vita, e certe cose hanno un peso. Quindi tutti contro Maurito, nel suo giorno horribilis. Accade perché in un passo della sua autobiografia, in cui l’Inter pecca clamorosamente per omesso controllo (ma si sa che il club è molto distante dalle cose terrene), Icardi rievoca i fatti di Sassuolo- Inter 3-1 del 2014, quando i tifosi rifiutarono le magliette che i giocatori avevano lanciato alla curva, con strascichi vari negli spogliatoi.

ICARDI SASSUOLO INTERICARDI SASSUOLO INTER

 

Gli ultras smentiscono Icardi e si infuriano per un passo, oggettivamente grave, in cui lui racconta che in un impeto d’ira, ai dirigenti che gli dicevano che i tifosi lo sarebbero andati a cercare a casa, lui risponde: «Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità. Quanti sono? Cento, duecento? Porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo».

 

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La curva emette sabato notte un comunicato di biasimo a Icardi, gli dà del pagliaccio e gli chiede di lasciare la fascia di capitano a gente più degna di lui. Maurito chiarisce via social, ma non basta. Anzi a venti minuti dall’inizio di Inter-Cagliari arriva la bastonata di Zanetti: «Per Icardi ci saranno dei provvedimenti, i tifosi sono la cosa più importante e tutti dobbiamo rispettarli. Sono cose che non possiamo accettare. Togliere la fascia a Icardi? Ne parleremo». Incredibile.

 

STRISCIONI CONTRO ICARDISTRISCIONI CONTRO ICARDI

«I tifosi sono la cosa più importante», anche se sono gli stessi che negli anni hanno costretto il club a pagare centinaia di migliaia di euro per i loro cori razzisti, anche in Europa, e in fondo i “tifosi” sarebbero pure quelli che mentre la curva insulta Icardi e lo invita a cedere la fascia, applaudono il centravanti e fischiano gli ultras. Forse quei tifosi, ossia la stragrande maggioranza, non sono importanti come quelli di curva? Sarebbe interessante conoscere il parere di Zanetti in merito.

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E anche del resto del club, che attraverso il ds Piero Ausilio si allinea alla posizione del vicepresidente. Vorremmo anche conoscere il parere di lor signori sull’aggressione che Icardi subisce al rientro a casa, ieri sera, da parte di una cinquantina di ultrà che prendono a pugni la sua auto (dentro ci sono Maurito, Wanda e i figli) ed espongono uno striscione di insulti, anche se poi la vicenda viene smentita e il mistero sul fatto rimane. Sono le classiche storie di follia italiana: proprio in Inter-Cagliari gioca Storari, uno che era capitano ma gli ultrà imposero al club di degradarlo.

 

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Lo stesso destino oggi potrebbe attendere Maurito, che va incontro a una multa e forse anche alla privazione della fascia, almeno a titolo temporaneo. E’ il miglior giocatore dell’Inter, come sanno pure i sassi. Ma ha una grave pecca: è uno che se ne frega di chiunque, persino della curva, al punto che un anno fa, quando i soliti noti convocarono la squadra per un processo negli spogliatoi dopo un derby perso (ci fu anche un’inchiesta della Procura federale, poi archiviata), Icardi rifiutò il confronto. Ma in Italia non si possono maltrattare gli ultras, né prescindere da loro. Altrimenti si va alla gogna. Condotti per mano da Javier Zanetti.

 

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