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IL FUTURO CHE CI ASPETTA È INQUIETANTE: GLI ESSERE UMANI SARANNO INUTILI, ROBOT E IA CI RIMPIAZZERANNO - È QUANTO STA ACCADENDO AD AMAZON, DOVE SONO PREVISTI 30 MILA LICENZIAMENTI (L'AZIENDA NE CONFERMA "SOLO" 14 MILA): "L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE PERMETTE DI INNOVARE MOLTO PIÙ VELOCEMENTE". TRADOTTO: I DIPENDENTI SE LA PIGLIANO IN QUEL POSTO - IL COLOSSO FONDATO DA JEFF BEZOS PREVEDE ANCHE DI ASSUMERE 600 MILA PERSONE IN MENO NEI PROSSIMI 10 ANNI, VISTO CHE I MAGAZZINIERI VERRANNO SOSTITUITI DA ROBOT TUTTOFARE...
Estratto dell’articolo di Sara Tirrito per www.lastampa.it
Saranno almeno 14 mila i licenziamenti previsti da Amazon in tutto il mondo. La decisione è stata comunicata da Beth Galetti, vicepresidente senior della divisione People experience and technology dell’azienda attraverso un post pubblicato sul blog aziendale.
«Le riduzioni che stiamo condividendo oggi servono a diventare ancora più forti, riducendo ulteriormente la burocrazia, eliminando livelli organizzativi e spostando le risorse per garantire che stiamo investendo nelle nostre scommesse più importanti e in ciò che conta di più per le esigenze attuali e future dei nostri clienti», ha spiegato Galetti nel suo messaggio ai dipendenti.
Non è ancora chiaro se i tagli riguarderanno anche l’Italia, dove Amazon ha 19 mila dipendenti a tempo indeterminato. Per il momento, i sindacati si stanno muovendo per capire se e in che misura sarebbero coinvolti gli stabilimenti nel Paese.
Secondo alcune fonti citate da Reuters, i tagli potrebbero interessare in totale fino a 30.000 posti di lavoro, anche se l’azienda ha confermato ufficialmente la cifra di 14.000 posizioni. Il colosso dell'e-commerce e del cloud computing, che contava 1,55 milioni di dipendenti a livello globale al 30 giugno, dovrebbe pubblicare giovedì i risultati trimestrali al 30 settembre. […]
Nel suo intervento, Galetti ha fatto riferimento a un messaggio che il ceo Andy Jassy aveva condiviso l’anno scorso, in cui sottolineava l’importanza di rafforzare la cultura e i team aziendali. L’obiettivo dichiarato è «operare come la più grande startup del mondo», con una struttura capace di garantire velocità, senso di responsabilità e capacità di innovazione.
«Molti di voi hanno dedicato sforzi significativi a questo lavoro di rafforzamento delle vostre organizzazioni - ha detto – riducendo i livelli, aumentando la responsabilità e contribuendo a ridurre la burocrazia». Il mandato di Andy Jassy come ceo è stato caratterizzato da diversi cicli di tagli al personale e dalla chiusura di vari progetti. Tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 aveva già avviato riduzioni progressive che avevano portato all’eliminazione di circa 27mila posizioni.
La ristrutturazione prevede riduzioni in alcune aree e assunzioni in altre. L'azienda promesso un periodo di supporto per tutti i dipendenti coinvolti: la maggior parte avrà 90 giorni per cercare una nuova posizione internamente, con i team di recruiting che daranno priorità ai candidati interni. Per chi non riuscirà a trovare una nuova collocazione in Amazon o sceglierà di non cercarne una, verranno offerti pacchetti di supporto che includono liquidazione, servizi di outplacement, assicurazione sanitaria e altro ancora.
«Il mondo sta cambiando rapidamente», ha detto Galetti, aggiungendo che «questa generazione di intelligenza artificiale è la tecnologia più trasformativa che abbiamo visto da Internet e sta permettendo alle aziende di innovare molto più velocemente che mai, sia nei segmenti di mercato esistenti che in altri completamente nuovi». Un’affermazione simile a quella del ceo di Nestlé, che due settimane fa ha annunciato di 16mila esuberi nei prossimi 2 anni.
Le riduzioni del personale negli uffici non rassicurano i dipendenti che operano nei centri logistici e nei siti produttivi. In questi ambiti Amazon, attualmente il secondo maggiore datore di lavoro negli Stati Uniti, sta spingendo sull'acceleratore per quanto riguarda l'automazione attraverso l'impiego di robot e intelligenza artificiale.
Secondo quanto riportato dal New York Times, la società potrebbe evitare di reclutare più di 160mila lavoratori entro il 2027, nonostante la crescita prevista della richiesta di spedizioni da parte dei clienti. Le proiezioni parlano persino di 600mila posizioni lavorative in meno nell'arco di dieci anni. […]
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