“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Nino Sunseri per “Libero Quotidiano”
Air Berlin crolla del 17% alla Borsa di Francoforte sulle voci di fusione con Alitalia. A rilanciarle il quotidiano Handelsblatt, parlando di grandi manovre fra i soci delle due aziende. A promuovere l' iniziativa sarebbe Etihad azionista al 49% della compagnia italiana e al 29% di quella tedesca. Proprio dagli emirati, però, arriva una secca smentita nella quale si parla di «ripetizione di voci infondate».
james hogan di etihad a roma foto lapresse
Handelsblatt però si dichiara sicuro delle sue informazioni spiegando che il perno di tutta l' operazione è proprio Etihad che ha l' obiettivo di procedere rapidamente al risanamento delle sue partecipate in Europa.
Il progetto di unire Air Berlin e Alitalia è finalizzato ad una maxi-ricapitalizzazione senza violare le regole della Commissione Ue. A Bruxelles, infatti, impediscono ad una compagnia extracomunitaria di detenere la maggioranza azionaria di un vettore europeo. La sanzione è rappresentata dalla perdita dei diritti di volo. Raggruppando le due aziende gli arabi potrebbero superare il problema. La loro partecipazione nella nuova società sarebbe inferiore al 15%. Avrebbero quindi spazio per l' aumento di capitale fino a tornare al 49%. Agli altri soci non verrebbe chiesto alcun intervento.
Una prudenza dettata da semplice pragmatismo. Difficile, infatti, che i rimanenti azionisti di Air Berlin e Alitalia abbiano voglia di cacciare altri soldi nella partita degli aerei. Air Berlin, seconda compagnia tedesca dopo Lufthansa, continua a scivolare. A gennaio il traffico è calato per il secondo mese consecutivo: 1,57 milioni di passeggeri trasportati in calo del 7,4% rispetto all' anno prima. È diminuito del 7,6% anche il valore dei ricavi per passeggero.
Ancora più complicata la situazione in Alitalia. Il risanamento appare lontano nonostante l' immissione di oltre mezzo miliardo di euro da parte degli emiri. La forte crescita delle compagnie low cost su Fiumicino ha quasi ucciso la strategia del vettore italiano. L' uscita anticipata di Silvano Cassano, che ha abbandonato la carica di amministratore delegato all' improvviso, dimostra che la situazione non evolve nella direzione desiderata.
Il rafforzamento di Vueling, Ryanair e Easyjet ha indebolito Alitalia. I voli a lungo raggio, più profittevoli, hanno bisogno di essere alimentati da quelli a corto raggio. Un passeggero che va da Palermo a New York non ha volo diretto, data l'insufficiente domanda. Deve passare attraverso un hub che per l'Italia è Fiumicino. Il modello funziona se Alitalia è in grado di alimentare questo traffico.
Se i passeggeri scelgono il low cost per le rotte interne il gioco si blocca. Servirebbero altri investimenti che Etihad non può fare da sola per non infrangere i limiti comunitari. Servirebbe che gli altri soci della compagnia mettessero mano al portafoglio. Ipotesi irrealistica. Da qui il piano di fusione con Air Berlin e magari Air Serbia. Più grande è il cesto e maggiori sono le risorse che potrebbero arrivare dal Golfo.
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