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Maria Teresa Cometto per “Corriereconomia - Corriere della Sera”
Google è partita all' attacco frontale dei suoi tre più diretti concorrenti: Apple, Amazon e Facebook. L' ha fatto lanciando, la settimana scorsa, una serie di apparecchi dal look molto simile a quello del marchio della «Mela», di cui sembra aver abbracciato anche la filosofia dell' importanza di avere hardware e software perfettamente integrati per funzionare al meglio.
Google e gli altri tre big dell' high-tech mondiale - che in tutto valgono in Borsa quasi 2 mila miliardi di dollari, più dell' intera economia italiana - vogliono ognuno conquistare il maggior numero possibile di utenti sulle loro piattaforme, per estrarne il massimo di profitti: con la pubblicità, per Google e Facebook; con la vendita di prodotti e servizi per Apple e amazon.com .
Obiettivi Apple è il numero uno nel mirino di Larry Page, co-fondatore di Google, che rimane il «pezzo» più importante della holding Alphabet, perché le altre controllate - fra cui il produttore di termostati «intelligenti» Nest - contribuiscono poco o niente agli utili del gruppo. Gli iPhone hanno una quota solo del 13% del mercato globale degli smartphone contro l' 86% degli Android, funzionanti con il sistema operativo «aperto» di Google; ma gli iPhone generano circa il 90% dei profitti di tutta l' industria, perché occupano la fascia alta, quella più redditizia.
google daydream realta virtuale
Con Pixel e Pixel Xl, i nuovi smartphone «Made by Google», l' azienda di Mountain View per la prima volta ha fatto tutto «in casa» - ideato, disegnato, ingegnerizzato gli apparecchi - lasciando solo l' assemblaggio a Htc a Taiwan. È un grande rischio assumersi la responsabilità della catena di fornitori, della logistica e dei magazzini per l' hardware , ma Sundar Pichai, il ceo (amministratore delegato) di Google, ha deciso l' anno scorso che ne valeva la pena, frustrato dalle tante versioni di Android di qualità non soddisfacente per gli utenti.
Il risultato è uno smartphone , Pixel, che sembra una copia dell' iPhone 7, ma - ha sottolineato Google durante la presentazione a San Francisco - fa meglio le foto e ha mantenuto la porta d' ingresso jack per gli auricolari. Come Apple fece nel 2007 quando lanciò il primo iPhone, per ora Google ha affidato la sua vendita negli Usa a un solo operatore telecom, Verizon, a 650 dollari o 27 dollari al mese per due anni, lo stesso prezzo dell' iPhone 7.
In Italia arriverà l' anno prossimo.
Un obiettivo cruciale di Pixel è mostrare le potenzialità di Assistant, l' assistente virtuale sviluppato da Google con la tecnologia dell' intelligenza artificiale: concorrente non solo di Siri (Apple), ma anche di Alexa, la «voce» che anima lo speaker Echo di amazon.com .
Servizi «Se penso al futuro del mondo digitale, mi è chiaro che stiamo evolvendo dal primato del mobile a quello dell' intelligenza artificiale», ha spiegato Pichai presentando i suoi nuovi prodotti a San Francisco e il ruolo di Assistant, che li unifica tutti.
È un terreno su cui Google parte in ritardo, ma con il vantaggio di un enorme patrimonio di conoscenze accumulato in 15 anni dal suo motore di ricerca. La speranza è che la gente continui a rivolgersi a Google come fonte primaria per informarsi su tutto: finora l' ha fatto digitando online le parole chiave, con Assistant basta dire a voce alta «Ok, Google» per iniziare una «conversazione» durante la quale l' assistente virtuale può addirittura anticipare i desideri dell' utente, conoscendo tutta la storia delle sue precedenti ricerche.
Oltre che su Pixel, Assistant funziona su Home, uno speaker «intelligente» che assomiglia proprio a Echo, ma costa 51 dollari di meno (negli Usa, in Europa non è ancora disponibile). «Parlando» con l' Assistant di Home, si può chiedere di sentire musica - dal servizio YouTube Red (gratis per sei mesi e poi a 10 dollari al mese) o da qualsiasi altra fonte - e si possono controllare altri apparecchi domestici smart come i termostati di Nest o gli elettrodomestici Samsung e Philips.
Google promette l' arrivo a breve del collegamento con i servizi di altre aziende, per esempio per prenotare una macchina Uber o per ordinare una cena con OpenTable, compiti già svolti da Echo in America.
Il mercato degli speaker «intelligenti» è solo ai primi passi: l' anno scorso ha fatturato in tutto 360 milioni di dollari secondo la società di ricerche Gartner, ma entro il 2020 dovrebbe arrivare a 2,1 miliardi di dollari. L' importante, per Google e amazon.com - e anche Apple sembra ci stia lavorando - è usare questi apparecchi per diventare l' unico punto di riferimento per tutte le esigenze degli utenti. Chiuderli, insomma, in un «giardino recintato», secondo la formula che ha fatto la fortuna della Mela.
Facebook persegue la stessa strategia applicando l' intelligenza artificiale a Messenger, il suo sistema di messaggi usato da oltre 1 miliardo di persone nel mondo e aperto ai chatbot , gli «assistenti virtuali» delle aziende: un modo alternativo alle «vecchie» app per scambiare di tutto - ora anche soldi -, informarsi sulle offerte di migliaia di brand e fare shopping , sempre senza uscire da Messenger.
La risposta di Google è Allo, il sistema di messaggi che incorpora Assistant: è una app scaricabile anche sull' iPhone. Ma dopo due settimane dal suo lancio, non compare ancora fra le 100 app gratuite più popolari su iTunes (Apple), dove invece al quarto posto figura Messenger; e su Google Play (l' equivalente di iTunes per gli Android) Allo compare solo all' 85esimo posto, mentre Messenger è la numero uno.
Una cosa si capisce dalla frenesia delle sue nuove iniziative: Page vede il monopolio di Google minacciato più dai concorrenti di mercato che dall' Antitrust europeo.
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