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L'OSTACOLO PIU' DURO PER GIORGIA DEI DUE MONDI E' ARRIVATO: DEVE DECIDERE SE ESSERE LA RAGAZZA…
Antonella Olivieri per il "Sole 24 Ore"
L'Asati, l'associazione dei piccoli azionisti Telecom, si sente beffata. Contesta gli indipendenti che, con un'unica eccezione, non hanno fatto gli interessi delle minorities al cda di giovedì sulla governance, denuncia le dichiarazioni "fuorvianti" dei consiglieri sulla nomina diretta del presidente in assemblea (come aveva proposto, in linea con lo statuto, Lucia Calvosa, e che invece non è passata), parla di farsa e di un cda che non ha cambiato nulla. Ma in sostanza il tema del contendere - la modalità di designazione del vertice - ha perso di spessore, se le raccomandazioni del management, approvate all'unanimità in consiglio, saranno fatte proprie dagli azionisti.
Le linee-guida della governance tratteggiata cancellano il pasticciato compromesso che tra anni fa aveva portato a suddividere le deleghe operative tra un presidente "pesante" e un ad sostanzialmente dimezzato. Ma concentra, all'estremo opposto, tutto il potere nelle mani del ceo.
Che non sarebbe più affiancato da un comitato esecutivo, nè controbilanciato dal presidente, non solo non esecutivo, ma nemmeno chiaramente di garanzia, visto che dovrebbe essere scelto tra gli indipendenti (indipendenti dal management e dall'azionariato di riferimento) ma che a presiedere i comitati audit e remunerazione andrebbero altri indipendenti, preferibilmente di minoranza.
Ciononostante, Marco Fossati, che con Findim detiene il 5%, ha anticipato in un comunicato che si riserva di «valutare eventuali iniziative» affinchè il presidente rappresenti davvero una «figura di garanzia per tutti». Secondo Fossati il vertice dovrebbe essere «scelto tra i candidati eletti nelle liste di minoranza», ma l'interlocutore a questo punto non dovrebbe essere il board Telecom bensì Telco, l'azionista di riferimento col quale dall'autunno scorso non c'è più alcun dialogo.
Oppure, l'alternativa è tornare un'altra volta alla conta, proponendo come integrazione all'ordine del giorno dell'assemblea la nomina diretta del presidente, che permetterebbe alle "minoranze" di mercato di far sentire la loro voce. A chi detiene almeno un quarantesimo del capitale sociale, la legge consente di farlo «entro dieci giorni dalla pubblicazione dell'avviso di convocazione dell'assemblea».
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