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1 - I (PRIMI) 10 ANNI DI TWITTER
Martina Pennisi per il “Corriere della Sera”
Twitter è esattamente un bambino di dieci anni. Pestifero, promettente e alla ricerca della sua identità. Suo padre, o meglio uno dei suoi tanti padri, Jack Dorsey lo ha tenuto a battesimo nel marzo del 2006 con il primo cinguettio. Adesso, dopo essere tornato a occuparsene a tempo pieno, sta cercando di educarlo dal punto di vista economico e della personalità.
dick costolo jack dorsey evan williams biz stone
Perché sono queste le due leve cui è affidata l' adolescenza (e la sopravvivenza) del microblog da oltre 330 milioni di utenti, il cugino Facebook ne ha 1,6 miliardi, per rendersi conto delle proporzioni: se in questi dieci anni è stato in grado di fare la storia - l' esempio eclatante è la foto twittata da Obama nel 2012 in occasione della rielezione, rimasta la più condivisa di sempre fino ai 3,3 milioni di retweet ottenuti due anni dopo dallo scatto da Oscar di Ellen DeGeneres - è anche vero che nel corso della sua vita ha bruciato 2 miliardi di dollari.
Se, inoltre, è stato capace di diventare un punto di riferimento per politici e personaggi noti - si pensi ai cinguettii di Samantha Cristoforetti dallo spazio o agli annunci di Matteo Renzi, capaci di rimbalzare sui media tradizionali - fatica a coinvolgere nuovi utenti. Motivo per cui ha deciso di introdurre una visualizzazione degli aggiornamenti non (più) solo cronologica ma basata sugli interessi e le precedenti scelte degli iscritti, come fa Facebook.
E motivo per cui Dorsey sembrava intenzionato ad abbattere anche il tratto distintivo dei 140 caratteri. Non accadrà, ha tenuto a precisare il carismatico fondatore e amministratore delegato nelle ore precedenti al compleanno del suo pargolo. Twitter proverà a raggiungere la maggiore età senza snaturarsi eccessivamente. Come andrà saranno i prossimi anni a dirlo. Per ora, buon compleanno.
2 - COME AVERE MILIONI DI FOLLOWER SENZA CINGUETTARE TROPPO
Massimo Sideri per il “Corriere della Sera”
Fenomenologia inversa dei dieci anni di Twitter: «Non twitto, ergo sum». Dal dubbio metodico al nichilismo iperbolico da social network. Forse è anche per questo potente baco cartesiano che alla fine la società sta soffrendo a Wall Street. Chi lo ha detto che bisogna stare attaccati alla tastiera dello smartphone per acquisire popolarità? Certo, nella maggior parte dei casi funziona così. Ma il vero potere è farsi seguire da milioni di persone e non dire quasi nulla come un novello faraone egizio.
Ecco la classifica al contrario, ricca di personaggi insospettabili a cui si deve una biografia non autorizzata dello stato di salute di Twitter (diagnosi: l' entusiasmo di un teenager ma le giunture di un anziano). Il primo dei non-twittatori è il Papa: in lingua spagnola (@Pontifex_es) è seguito da 11,369 milioni di ff (follower-fedeli) ma ha twittato solo 728 volte in 4 anni. Peraltro segue a sua volta solo 8 pie persone. Bill Clinton ha 5,278 milioni di follower con soli 425 tweet. D' altra parte l' ex presidente degli Stati Uniti e possibile prossimo First Sir alla Casa Bianca conosce bene il valore delle proprie parole: insieme alla moglie Hillary ha guadagnato 153 milioni in 15 anni di conferenze. Dunque, avrà pensato: perché regalare pillole su Twitter?
Ma il vero campione è Warren Buffett, detto l' oracolo di Omaha per la sua leggendaria capacità di guadagnare miliardi in Borsa. Con soli 7 tweet ha preso 1,135 milioni di adepti. Il furbo Buffett ha capito subito cosa volessero i follower: consigli per gli acquisti in Borsa. E ha smesso subito. Altri casi: Bill Gates: 27,802 millioni di persone e 1.979 messaggi dal 2009 ad oggi. @MauricioMacri 2,73 milioni di follower per 7.034 tweet (molti saranno obbligazionisti che aspettano i soldi promessi dal nuovo presidente argentino).
Cristina Kirchner (@cfkargentina, militante peronista ed ex presidente): 4,411 milioni di follower con 9.080 tweet. @marissamayer, ceo di quel che resta di Yahoo: 1.181.703 follower per 1.339 tweet. @sherylsandberg di Facebook: 195.258 follower per 17 tweet. Meritano di essere citati anche il premier @matteorenzi, 2.295.664 follower con 4.822 tweet, e @beppesevergnini, 836.237 follower per 6.450 tweet. Il follower a conti fatti è il nuovo totem di valutazione sociale che ha superato anche l' audience (con tutti i suoi difetti lo share richiede perlomeno l' espressione di una qualunque opinione in tv per crescere).
D' altra parte le eventuali sciocchezze su Twitter sono come i diamanti: una volta scritte sono per sempre (secondo il contratto che tutti noi sottoscriviamo ne perdiamo addirittura il copyright). Meglio tacere, soprattutto se i follower crescono comunque.
La scarsità di tweet aiuta anche ad alimentare dei gialli: per esempio, non si capisce come mai il Papa abbia 729 tweet nel profilo italiano @Pontifex_it e «solo» 728 in quello spagnolo.
Il leader di Apple @tim_cook ha 2,15 milioni di follower (anche lui, a modo suo, ha dei fedeli) con soli 225 tweet. Peraltro Cook segue (non ricambiato) il Papa. Ma è senza offesa: Papa Francesco in effetti segue solo se stesso negli 8 profili aperti in altrettante lingue. Forse, parafrasando Cuccia, i tweet come le azioni non si contano: si pesano. Qualcuno se n' è accorto a Wall Street. E il titolo ha perso il 30% dalla quotazione.
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