DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
1 - BTP: SPREAD CHIUDE IN CALO A 340 PUNTI, RENDIMENTO DECENNALI AL 4,72%
Radiocor - Si riduce lo spread tra BTp e Bund all'indomani della giornata di tensione innescata dall'annuncio di dimissioni da parte del president e del Consiglio, Mario Monti. Il differenziale tra Italia e Germania, che in mattinata era tornato a sfiorare quota 360 punti base, ha chiuso la giornata sui minimi, a 340 punti, in calo di circa 10 punti rispetto a ieri. Si riduce anche il rendimento dei decennali italiani che torna al 4,72 per cento.
2 - BORSA: DOPO IL LUNEDI' CHOC MILANO (+1,5%) TENTA IL RIMBALZO
Radiocor - Milano tenta di mettersi alle spalle il lunedi' nero e, grazie anche la balzo oltre le attese della fiducia tedesca (misurata dall'indice Zew) e ai forti acquisti su Wall Street, chiude in rialzo dell'1,51%, distinguendosi come migliore piazza finanziaria del Vecchio Continente. A tirare il rimbalzo anche le ipotesi di un rientro di Monti sull'agone politico. Sul listino milanese, che ieri aveva pagato lo scotto dell'annuncio delle dimissioni di Mario Monti, permangono tuttavia le incognite. Con lo spread ancora sopra 340 punti base, le banche recuperano solo in parte il crollo di ieri: Intesa Sanpaolo e Unicredit, per esempio, recuperano rispettivamente l'1,4% e l'1,7%.
Le migliori sono Lottomatica e Autogrill, entrambe con un rialzo del 5%, grazie rispettivamente alla promozione sancita da Credit Suisse e alla vittoria nella gara per i duty free spagnoli (che valgono un giro d'affari annuo di circa 1 miliardo). Recuperano terreno anche A2A (+3,2%) e Saipem (+3%). Debole invece il lusso, a partire da Salvatore Ferragamo (-0,8%) e Luxottica (-0,7%), che ieri avevano resistito all'ondata di ribassi. Sul resto del listino, Unipol va ko (-6,7%) sulle indiscrezioni di stampa di possibile rettifiche sul bilancio 2011 con un impatto negativo di 200-300 milioni di euro. Sul mercato valutario l'euro resta a 1,299 dollari, a un passo da quota 1,3.
3 - DDL STABILITA': CAPIGRUPPO, IN AULA SENATO LUNEDI' 17 PER OK IL 18
Radiocor - Il disegno di legge di Stabilita' sara' esaminato dall'Aula del Senato a partire da lunedi' 17 dicembre. Lo hanno deciso i capigruppo di Palazzo Madama. Il via libera, probabilmente con la richiesta di fiducia da parte del Governo, dovrebbe arrivare il giorno successivo, martedi' 18. Finiscono, intanto, su un binario morto altri provvedimenti: il Ddl sul pareggio di bilancio, in attuazione dell'articolo 81 della Costituzione, che non sara' esaminato dal Senato prima della fine della legislatura;
il Ddl con la delega fiscale, che non vedra' il disco verde del Senato, come certificato dalla Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che ha deciso il calendario dei lavori per la prossima settimana, destinata ad essere l'ultima della legislatura. Non e' tuttavia ancora escluso che alcune norme possano essere recuperate nel Ddl di stabilita' anche se, sicuramente, nel provvedimento sui conti pubblici non possono entrare deleghe. E ancora: il Ddl con la riforma della legge elettorale e il Dl sul riordino delle Province, che escono dal calendario dei lavori di Aula del Senato.
4 - CRISI: CANNATA, 'NON SONO PIU' PREOCCUPATA PER LE AGENZIE DI RATING'
Radiocor - 'Assolutamente si'!'. Cosi' ha risposto Maria Cannata, direttore generale del debito pubblico al ministero dell'Economia a chi le chiedeva se l'atteggiamento delle agenzie di rating nei confronti dell'Italia fosse cambiato in meglio. Riferendosi a recenti incontri tra il Ministero e le principali agenzie di valutazione ha detto a Radiocor che 'il loro atteggiamento e' molto cambiato. Forse, ed e' una mia opinione personale, si sono rese conto di avere ecceduto in certi momenti'.
Purtroppo, ha ammesso nel corso di un incontro con la comunita' finanziaria che 'di sicuro l'incertezza politica non favorisce lo scioglimento' delle loro riserve negative. Comunque, ha aggiunto ancora la Cannata, 'non sono piu' tanto preoccupata per le agenzie di rating'.
5 - SQUINZI, SPREAD? DA BERLUSCONI OPINIONE PERSONALE
(ANSA) - "Siamo nel campo delle opinioni personali. Lo spread è importante perché impatta direttamente sul costo del nostro debito pubblico". Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, risponde alla domanda per un commento alle parole di Silvio Berlusconi, a margine del Csc.
6 - PASSERA, SPREAD IMPORTANTE, C'E' CHI PENSA CONTRARIO?
(ANSA) - "C'é qualcuno al mondo che può pensare che lo spread non sia importante? Cioé che i tassi d'interesse non siano importanti? Che la credibilità del Paese non sia importante? Probabilmente non è stato bene inteso". Così il ministro Passera commenta le parole di Berlusconi: "Non è l'unico indicatore ma è un indicatore importante".
7 - LAVORO: ILO, LA CRISI HA PEGGIORATO LA DISCRIMINAZIONE FEMMINILE
Radiocor - La crisi ha peggiorato le 'differenze di genere' sul mercato del lavoro. Come riferisce un rapporto dell'Ilo, l'Ufficio Internazionale del Lavoro, organo Onu con sede a Ginevra, il tasso di disoccupazione globale delle donne che tra il 2002 e il 2007 era del 5,8%, lo 0,5% in piu' rispetto al 5,3% degli uomini, e' salito al 6,4%, mentre per gli uomini si e' stabilizzato al 5,7%. La crisi ha distrutto 13 milioni di posti di lavoro occupati dalle donne e 16 milioni di posti 'maschili' e 'non c'e alcuna prospettiva di miglioramento della disoccupazione entro il 2017', sottolinea l'Ilo, avvertendo che il taglio delle stime di crescita del Pil planetario per il 2013 operato dall'Fmi dal 3,8% al 3,6% potrebbe comportare la perdita di altri 2,5 milioni di posti di lavoro nel 2013.
Quanto all'Italia, i dati piu' aggiornati sono stati diffusi oggi dall'Ocse: il tasso di disoccupazione femminile in ottobre era pari al 12,1%, contro l'8,1% medio Ocse e in aumento di 0,5 punti dall'11,7% di s ettembre e dal 9,6% del 2011, mentre il tasso di disoccupazione maschile era del 10,4% dal 10,2% del mese precedente e dal 7,5% del 2011. In base all'ultimo rapporto Ocse sul Lavoro il tasso di occupazione femminile nella Penisola nel 2011 e' del 46,5% (contro il 35,5% del 1995), in calo rispetto al 47,2% del 2008.
Per gli uomini l'occupazione e' scesa al 67,5% maschile dal 70,3% del 2008, mantenendosi poco sopra il 67% del 1995. Restano sempre 21 punti percentuali di differenza tra i due generi, un 'gap' tra i maggiori del mondo occidentale e non solo. L'Italia resta poi lontani dalle medie Ocse, che vedono un tasso di occupazione femminile quasi al 57%, con livelli che superano il 60% nei Paesi maggiori e il 70% nei Paesi scandinavi e in Svizzera.
8 - CRISI: CRESCITA ZERO PER IMMIGRAZIONE, +9% ITALIANI ALL'ESTERO
Radiocor - In Italia e' crescita zero anche per l'immigrazione, mentre aumentano gli italiani che prendono la via dell'estero a causa della crisi economica. Al primo gennaio 2012 erano solo 27mila le presenze straniere in piu', a un totale di 5,43 milioni, dopo che il 2010 si era saldato con un modesto +69 mila. Un crollo rispetto al 2008-2009, quando gli incrementi annui erano dell'ordine di 500mila persone, sottolinea il XVIII rapporto sulle migrazioni della Fondazione Ismu.
Nonostante il rallentamento dell'ultimo biennio, in prospettiva il numero dei residenti stranieri e' destinato ad aumentare fino a raggiungere un'incidenza del 18% nel 2041 dall'attuale 8%, con un forte incremento degli anziani e annesse incognite per il welfare. Oltre alla battuta d'arresto dell'immigrazione, almeno per motivi di lavoro, il 2011 ha anche registrato un aumento del 9% dei italiani emigrati (50mila) a un totale di 4,2 milioni, numero non cosi' lontano da quello dei residenti stranieri.
Tra gli immigrati regolari la nazionalita' piu' numerosa e' la rumena (oltre 1 milione), seguita dalla marocchina e dall'albanese (entrambe attorno a 500mila). Gli irregolari sono stimati in calo del 26% a 326mila unita'. Nonostante la crisi, il livello di occupazione degli stranieri ha continuato a crescere al contrario di quello degli italiani, con la creazione di 170mila posti di lavoro 'da immigrati' lo scorso anno. E' tuttavia il loro tasso di disoccupazione, salito al 12,1% dall'11,6%, ad evidenziare il peggioramento del mercato del lavoro per gli stranieri. Chi e' gia' in Italia, per altro, contribuisce all'aumento demografico: i minori extracomunitari salgono al 24% dal 21,5% e quelli nati in Italia in base ai dati 2012 erano ormai 500mila.
9 - BENZINA: PARTE SCIOPERO, CODE AI DISTRIBUTORI
(ANSA) - Scatta lo sciopero dei benzinai e arrivano le code ai distributori. L'agitazione indetta da Fegica Cisl, Faib Confesercenti e Figisc/Anisa Confcommercio parte alle 19 di oggi sulla rete ordinaria e alle 22 su quella autostradale, ma i disagi, nelle principali città , sono già evidenti. E la colpa, dicono i gestori, è del governo e dei petrolieri: "File e disagi ai distributori di carburanti ovunque in Italia: i responsabili di tutto questo sono assolutamente individuabili. Da una parte le grandi e potenti lobby dei petrolieri e delle banche che si rifiutano ostinatamente di ottemperare agli obblighi di legge; dall'altra un Governo che ha alzato le mani di fronte a tali palesi violazioni".
Da qui la richiesta di essere ricevuti dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha accettato di vedere i rappresentanti delle sigle, in un incontro che si terrà domani alle 12.00 e durante il quale i gestori esporranno le ragioni dello stop degli impianti. Fin dalle prime ore del mattino, stando a quanto riferiscono le tre associazioni che hanno indetto lo stop, si sono formate lunghe file ai distributori, molti dei quali esponevano l'avviso 'Da stasera sciopero'. Gli impianti che aderiscono all'agitazione rimarranno chiusi fino alle 7 di venerdì sulla rete ordinaria e fino alle 22 di giovedì su quella autostradale. Le prime informazioni sull'adesione, riferiscono i gestori, arriveranno domani, anche se qualche distributore resterà sicuramente aperto: i punti vendita stabiliti dalla legge sui servizi minimi o quelli gestiti da soggetti indipendenti.
Le tre associazioni, che hanno organizzato una manifestazione per domani proprio a Piazza Montecitorio davanti alla Camera, avvertono che i rifornimenti potrebbero essere a rischio anche per la settimana prima di Natale, "a causa del preannunciato rifiuto di molte compagnie petrolifere di rifornire gli impianti, in vista del cosiddetto 'no rid day', vale a dire del rifiuto dei gestori di pagare una fornitura di carburante tra i giorni 17 e 22 dicembre prossimi, per protestare contro il rifiuto delle compagnie stesse a rinnovare i contratti collettivi scaduti da anni".
Inoltre, tra Natale e Capodanno, per gli automobilisti non sarà possibile pagare il pieno attraverso le carte di credito ed il pago bancomat, "per protesta contro il rifiuto delle banche ad applicare la norma di legge che prevede la gratuità dell'utilizzo della moneta elettronica, sia per i gestori che per i consumatori, per il pagamento dei rifornimenti fino a 100 euro".
10 - MPS, L'ADDIO DI MANCINI NELLA PREFAZIONE AL LIBRO STRENNA
F.Mas. per il "Corriere della Sera" - Per annunciare ufficialmente la sua uscita dalla Fondazione Montepaschi il presidente Gabriello Mancini sta utilizzando una modalità inedita: la dichiarazione a mezzo libro strenna.
Nella presentazione al ricercato volume di Palazzo Sansedoni sulla «Ceramica a Siena dalle origini all'Ottocento» Mancini scrive di essere «orgoglioso di congedarmi dall'incarico che mi è stato assegnato in Fondazione Monte dei Paschi con questa pubblicazione che testimonia, ancora una volta, come la fondazione utilizzi canali diversi per arricchire il proprio territorio di riferimento».
L'addio di Mancini era di fatto scontato: la crisi della Fondazione legata agli 1,1 miliardi di debiti accumulati per seguire gli aumenti di capitale di Mps e gli scontri con l'ex sindaco Franco Ceccuzzi avevano già minato la sua permanenza alla guida dell'ente, che comunque difficilmente avrebbe potuto tenere dopo due mandati. Con Mancini esce così di scena l'ultimo rappresentante del gruppo - dopo Giuseppe Mussari e Antonio Vigni - che gestì l'acquisizione di Antonveneta, da cui è cominciata la crisi di Mps.
Toccherà al prossimo presidente dell'ente, da eleggere a luglio 2013, fare ora i conti con le risorse molto più ridotte. Per conoscerne il nome, bisognerà attendere l'esito delle elezioni comunali di primavera dopo il commissariamento legato proprio a una crisi di bilancio a causa del venir meno delle erogazioni da parte della fondazione.
11 - GENOVA E LA TEMPESTA DELL'ENTE FIERA
E.D. per il "Corriere della Sera" - La Fiera del Mare è nella tempesta. Dopo settimane di tensione, ieri tre membri su cinque del board dell'ente fiera di Genova, l'amministratore delegato Beppe De Simone e i rappresentanti di Camera di commercio e Autorità portuale, hanno annunciato al presidente Sara Armella le loro dimissioni. Domani si riunirà il consiglio per formalizzarle e sancire una crisi da tempo nell'aria.
I conti sono in rosso (anche a causa dell'indebitamento per la costruzione del padiglione di Jean Nouvel, costato 40 milioni) mentre gli azionisti, in primis il Comune di Genova, sembrano non avere le idee chiare sul futuro dell'ente e delle aree che occupa in pieno centro città . Negli ultimi mesi la Fiera ha dovuto rinunciare al completamento del padiglione di Nouvel e cancellare due eventi.
Ha anche dovuto far fronte a un braccio di ferro con Ucina, la Confindustria nautica, che ha contestato spazi e costi del Salone nautico. Nelle ultime settimane gli appetiti sulle aree della Fiera si sono moltiplicati: oltre al progetto di Garrone, patron della Sampdoria, per la costruzione di uno stadio con annesso palazzetto dello sport, si sono fatti avanti il Rina e perfino i salesiani per la gestione dell'attuale Palasport. L'edificio dell'ex Mira fa poi gola a costruttori e immobiliaristi.
EFFETTO DOMINO SULLO SPREAD jpegATTENTI ALLO SPREAD PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICAITALIA COMMISSARIATA - MONTI GRILLI DRAGHI MERKEL LAGARDE VAN ROMPUYmaria cannataSquinzi Ministro Passera LEVOLUZIONE DEL LAVORO IN ITALIA immigrati_vauroIMMIGRATIsciopero benzinai benzinai Gabriello ManciniGENOVA
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