IL LUPO DI WALL STREET? NO, CREDIT SUISSE! – IL SENATO USA SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LA BANCA SVIZZERA: “HA AIUTATO 22MILA CORRENTISTI STATUNITENSI A FRODARE IL NOSTRO FISCO CON ASCENSORI FALSI E FILIALI FANTASMA”

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Giuseppe Bottero per ‘La Stampa'

Una dependance riservata all'aeroporto di Zurigo, viaggi-lampo tra i due continenti, dichiarazioni false per i visti, documenti scomparsi. E ancora: incontri segreti in ascensore, estratti conto mimetizzati tra le pagine del magazine Sports Illustrated. Sembra la sceneggiatura di un film con James Bond, è il quadro emerso dal rapporto con cui il Senato americano accusa Credit Suisse, una delle più grandi banche al mondo, di aver aiutato almeno 22mila correntisti statunitensi ad evadere il fisco.

In 181 pagine dettagliatissime, la commissione di indagine mette sulla graticola Brady Dougan, numero uno del gruppo elvetico, che si difende e blinda ilmanagement: sì, è la linea difensiva che filtra da Zurigo, qualcuno ha sbagliato, ma non ai piani alti. «Siamo profondamente dispiaciuti - dice - per il fatto che, nonostante le misure messe in campo prima del 2009, alcuni private bankers potrebbero aver violato le leggi americane».

Il caso Credit Suisse «mostra come una banca abbia aiutato l'evasione fiscale negli Stati Uniti non solo dietro il velo di segreto» bancario della «Svizzera ma anche sul suolo americano inviando banchieri per aprire conti nascosti», attacca Carl Levin, il senatore statunitense che ha gestito il dossier. Fra il 2002 e il 2008 gli uomini di Credit Suisse hanno effettuato 150 viaggi negli Stati Uniti.

Blitz organizzati nei minimi dettagli a cui hanno partecipato, complessivamente, 1.800 banchieri, un numero che spinge l'ex candidato alla Casa Bianca, John McCain, a parlare di pratica «sistematica». Il rapporto del Senato Usa racconta un mondo fatto di corteggiamenti avvenuti nei campi da golf e durante serate di balli a tema nei locali più alla moda di New York, di meeting blindati nei montacarichi e in uffici creati ad hoc, all'insaputa dei vertici della banca.

Malgrado la mezza ammissione di colpa, questa storia rimette la Credit Suisse nella posizione in cui si è già trovata Ubs negli anni passati. Nel 2008, infatti, nei confronti della maggiore banca svizzera erano state avanzate accuse simili e l'anno seguente Ubs aveva pagato 780 milioni di dollari.

Credit Suisse ha chiuso i conti americani dal 2008 e non ha più posizioni offshore di cittadini Usa. Le trattative fra la banca e le autorità americane si sarebbero intensificate negli ultimi mesi ed entro l'anno potrebbe essere raggiunto un patteggiamento da 800 milioni di dollari. Cifra che, scrive la stampa elvetica, il gruppo avrebbe iniziato ad accantonare dal 2011.

 

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