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L’ASSE XI-PUTIN A TUTTO GAS! – IL PIÙ GRANDE SUCCESSO DELLA VISITA DI “MAD VLAD” A PECHINO È IL VIA LIBERA DI XI JINPING AL GASDOTTO POWER OF SIBERIA II, DOPO ANNI DI TRATTATIVE – L’IMPIANTO DI GAZPROM, LUNGO OLTRE 2.600 CHILOMETRI, PORTERÀ AL DRAGONE ALTRI 50 MILIARDI DI METRI CUBI DI GAS ALL’ANNO ATTARAVERSO LA MONGOLIA, PERMETTE A MOSCA DI COMPENSARE LE PERDITE CAUSATE DALL’EMBARGO EUROPEO SUL METANO RUSSO – SARA’ POTENZIATA ANCHE PIPELINE POWER OF SIBERIA 1, IN FUNZIONE DAL 2019...
Estratto dell’articolo di Sissi Bellomo per “Il Sole 24 Ore”
VLADIMIR PUTIN XI JINPING - PARATA MILITARE IN PIAZZA TIENANMEN A PECHINO
Sostituire del tutto i vecchi clienti europei per Gazprom è (e resterà) impossibile: quanto meno sul fronte delle entrate, se non su quello dei volumi di gas esportato. Ma con l’accordo annunciato ieri per costruire un nuovo maxi gasdotto ed espandere le forniture alla Cina – definito finalmente «vincolante», dopo anni di trattative e temporeggiamenti tattici da parte di Pechino – il cerchio comincia a chiudersi.
L’intesa è il fiore all’occhiello della visita di Vladimir Putin nella Repubblica popolare, dove il presidente russo ha incontrato il suo omologo Xi Jinping a distanza di pochi giorni da un’analoga missione in India […]
Xi ha accolto calorosamente Putin, chiamandolo «vecchio amico» e sottolineando che «le relazioni Cina-Russia hanno resistito al test del cambiamento delle circostanze internazionali». Il russo ha replicato affermando che l’intensità delle relazioni con Pechino è «a livelli senza precedenti».
GASDOTTO RUSSIA CINA – POWER OF SIBERIA II
Sul fronte del gas non ci sono dubbi che i legami si siano rafforzati. Gazprom – gigante che ormai da tempo ha rivelato piedi d’argilla – ha tagliato un traguardo importante, siglando un memorandum d’intesa con la cinese Cnpc per la costruzione del Power of Siberia 2, pipeline di oltre 2.600 km, che le consentirà di recapitare al Dragone altri 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno via Mongolia (Ulan Bator ha autorizzato l’opera a marzo e ai colloqui a Pechino ha partecipato anche il presidente mongolo, Khurelsukh Ukhnaa).
Con il Power of Siberia 2 – di portata simile a uno dei due rami del Nord Stream verso la Germania, ormai fuori uso – Gazprom per la prima volta potrà dirottare in Cina gas estratto nei giacimenti della penisola di Yamal, in Siberia orientale, che aveva sviluppato per rifornire l’Europa e che rischiava di dover fermare visto il crollo dell’export nel Vecchio continente, già adesso ridotto ai minimi dagli anni 70. La Commissione Ue punta a vietare l’importazione di gas russo dal 2027.
Gli impegni con Cnpc sono di durata trentennale, ha precisato il ceo di Gazprom, Alexey Miller, senza però chiarire a partire da quando e rinviando i «dettagli sugli aspetti commerciali» a un secondo documento, che sarà presentato «separatamente» e che ancora non si è visto.
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Miller – secondo quanto riferito da media russi – ha comunque già ammesso che il prezzo di vendita sarà “inferiore” a quello pagato dai (pochi) clienti rimasti nel Vecchio continente: in pratica solo quelli serviti con il TurkStream (31,5 Bcm di capacità), tra cui i principali nella Ue sono Ungheria e Slovacchia. A questi si affianca la Turchia, che riceve forniture anche dal Blue Stream, attraverso il Mar Nero.
Importante è il dettaglio sulle modalità di pagamento concordate con Pechino: il corrispettivo, ha detto il ceo, sarà versato a Gazprom per metà in yuan e per l’altra metà in rubli.
Il manager ha anche annunciato il potenziamento del Power of Siberia 1: la capacità di trasporto del primo gasdotto che ha collegato la Russia con il mercato cinese, in funzione da dicembre 2019, sarà aumentata a 44 miliardi di metri cubi (Bcm) dagli attuali 38 Bcm, pienamente sfruttati.
Inoltre è stata ribadita l’intenzione di costruire entro il 2027 una terza pipeline: la cosiddetta Far Eastern Route, rotta dell’estremo oriente, che passerà anch’essa dalla Mongolia riconnettendosi al Power of Siberia 2. [...]
Fatti i conti – e ammesso che tutte le opere siano realizzate secondo i piani – la Russia arriverebbe a una capacità di esportazione via gasdotto verso la Cina di 106 Bcm di gas all’anno: poco più della metà di quanto Gazprom inviava in Europa ai tempi d’oro (il picco di importazioni nella Ue è stato di 175-180 Bcm nel 2018-2019).
Pechino inoltre, come detto, paga a Mosca un prezzo “inferiore”: quanto non si sa, ma indiscrezioni di stampa circolate tra il 2023 e il 2024 indicavano che i prezzi applicati da Gazprom in Cina erano circa la metà di quelli per i clienti europei e turchi. Lo sconto potrebbe oggi diventare ancora più forte.
PUTIN GAZPROM
GASDOTTO TRA RUSSIA E CINA - POWER OF SIBERIA 2
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