"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL…
Sara Menafra per "Il Messaggero"
C'è un capitolo completamente nuovo nella storia di Gianfranco Lande, il consulente finanziario a giudizio per aver truffato centinaia di persone tra i quali alcuni vip della capitale. Soldi per 21 milioni di euro che sarebbero stati movimentati tra il giugno 2002 e il giugno 2009 con investimenti paralleli a quelli rintracciati finora e dunque del tutto nuovi.
Ai quali si sommerebbero altri 5 milioni tra il 2004 e il 2006. A raccontare la storia di questa doppia contabilità è stata Daniela Reali, ex dipendente di una delle società degli indagati. Il file era contenuto su un hard disk intestato a tale Massimo Capone, nome finora ignoto alle indagini.
Una tabella informatica piuttosto semplice, con entrate e uscite attribuite molto spesso a nomi di fantasia. «Trattandosi di movimentazioni in contanti - sottolineano i consulenti del pm nel documento depositato ieri in vista della prossima udienza - non è stato possibile tracciare documentalmente la provenienza/destinazione delle stesse». Il sospetto è che il denaro venisse prelevato in contanti dai fondi di investimento intestati ad alcuni clienti e quindi spostato su altri investimenti che potrebbero avere a loro volta natura illecita.
Non a caso, molti dei nomi inseriti nella tabella «Tamara» sono pseudonimi più o meno fantasiosi: topolona, cassandra, farfalla, topkapi e via così, affiancati a nomi di clienti che si sono già costituiti parte civile nel processo, assieme alle circa trecento vittime della truffa.
La nuova consulenza ha anche evidenziato che il danno patrimoniale per i 317 clienti truffati si aggira tra un minimo di 50,9 milioni di euro e un massimo di 118,9. Sottolineano i consulenti Silvio e Alessandro Tirdi e Giovanni Mottura, queste operazioni avevano un costo contabilizzato nel file: «Appare comunque evidente - scrivono - l'anomalia riscontrabile con riferimento alle movimentazioni in uscita indicate, nei file in esame, con casuali commissioni (per complessivi euro 1,3 milioni circa) e ufficio (per complessivi euro 300 mila circa), ragionevolmente riconducibili a una (non tracciabile) remunerazione propria delle persone e/o dei collaboratori (promotori), ovvero a sostenere gli oneri di gestione della struttura nel suo complesso».
L'obiettivo di questa nuova parte dell'indagine, affidata al pm Luca Tescaroli, è scoprire dove siano finiti questi contanti. La segretaria Reali a verbale ha detto di aver tenuto la contabilità senza mai aver visto un euro: «Mi veniva semplicemente richiesto di annotare i movimenti di denaro contante e mi veniva anche indicato cosa inserire nella colonna Description, in genere si trattava di movimentazione di denaro contante relativa a clienti principalmente di Castellacci e relativi alla gestione Blue Water, oltre a uscite relative a spese d'ufficio». Erano proprio i fondi Blue Water i più rischiosi dell'impero Lande, quelli che hanno fatto vacillare gli investimenti fino alla mancata restituzione per alcuni clienti.
Gianfranco Lande al processoGianfranco LandeGianfranco Lande LANDE- SEDE EGPLuca Tescaroli
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