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Sabato scorso, Matteo Renzi non era ancora ufficialmente l'azionista di riferimento del governino di Mezze intese. Ma a gazebo ancora aperti, un influente cittadino svizzero spiegava a un giovane velista nato a New York che "adesso cambia il film, anche per noi". "Noi" è la Fiat e loro sono Sergio Marpionne e Kaki Elkann.
Il primo problema che si pone a quel che resta del Lingotto è tutelare il costoso investimento in Rcs, che come raccontano i numeri (disastrosi) è tutto meno che una faccenda economica. Con il patto di sindacato saltato per aria e il 20% in mano, Elkann era convinto di poter torinesizzare il giornale a proprio piacimento, fondendo i debiti de "La Stampa" con quelli del "Corriere", facendo solo attenzione a portare sempre molto rispetto ad Abramo Bazoli, lord protettore della spocchiosa baracca di via Solferino.
Marpionne all'inizio non era entusiasta, ma comunque sa che avere in mano un'arma come il Corriere serve per ottenere la copertura politica alla fuga della Fiat dall'Italia. Per questa ragione, e per questa soltanto, Marpionne si è spellato le mani per lodare il Rigor Montis prima e Lettanipote dopo. E adesso sa che tocca cambiare il terzo cavallo in due anni e salire sul carro del sindachino di Firenze.
Sabato, al suo padroncino, Marpionne ha innanzitutto ricordato che in Rcs Renzie ha un grande amico. Il suo nome è Diego Della Valle e questo per Kaki Elkann rischia di essere un grosso problema. Oltre a tutto, con le banche distratte da ben altri problemi (Telecom su tutti) e un Elkann caratterialmente poco propenso a stare "sul pezzo" con cattiveria, il rischio che due caratterini come Matteuccio e lo Scarparo si mettano in testa di rottamare i bolliti misti di Rcs è decisamente elevato.
Per questa ragione, l'ingegnere con residenza (fiscale) nel cantone di Zug ha anche fatto notare al suo presidente che la Stampa ha una linea dannatamente Lettiana - soprattutto per compiacere Re Giorgio - e che lo stesso si può dire per il Corriere, che in questi mesi si è segnalato perfino per l'abitudine di pubblicare con il contagocce le foto di Renzie (di norma usa delle specie di fototessere). Due giornali anti-Renzi "non ce li possiamo permettere", è il ragionamento del Marpionne, specie perché così si lascia il segretario del Piddì, e magari futuro premier, tutto alle amorevoli cure di Repubblica.
Il discorso di Marpionne però non è solo una questione di riposizionamento di marketing nei confronti del principale concorrente di carta. C'è un vero e concreto interesse della Fiat nel mettere almeno uno dei due giornali della Real Casa al traino del Rottam'attore. Le trattative con Veba per l'aquisto del 40% di Chrysler vanno maledettamente a rilento e intanto le vendite dell'auto, specie in Italia, sono sempre più scoraggianti. Il Lingotto ha bisogno di molto più tempo del previsto per il suo esodo dall'altra parte dell'Oceano e quindi non si può non cavalcare l'onda lunga del Renzismo prossimo venturo.
Il giornale che va riposizionato al più presto e per primo, sempre nella testa di Marpionne, è il Corrierone. Per tre motivi. Il primo è che il suo direttore, don Flebuccio De Bortoli, è più uomo di mondo di Mariopio Calabresi e al contrario del suo competitor torinese si è esposto di meno a favore di Lettanipote e Re Giorgio. Il secondo è che nello sterminato parco-firme di via Solferino è più facile pescare dei neo-renziani, a cominciare da quel Cazzullo che già oggi si è portato avanti con il lavoro.
Il terzo, assolutamente decisivo, è che a Marpionne serve come il pane un Corriere che gli analisti inglesi, e gli osservatori stranieri in generale, possano credere osservatore autorevole e indipendente delle faccende Fiat. Perché un conto è se i pezzi della Raffaella Polato sono pubblicati su un giornale diretto da un De Bortoli, è un conto è se lo sono su un giornale diretto da un uomo Fiat arrivato da Torino.
Elkann ha ascoltato con una certa apprensione i ragionamenti di quella vecchia pellaccia di Marpionne, che a dispetto del fare irruento e cosmopolita è uno che la politica la capisce. Lui con Renzie s'era scazzato, ma ha anche fatto pace per tempo. E ha nel sindaco-sorvegliante Fassino un ufficiale di collegamento con Matteuccio buono per le necessità quotidiane. Già nei prossimi giorni, basterà guardare con attenzione il Corriere per capire se Kaki ha capito.
JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE ED EMILIO BOTIN FOTO LAPRESSE SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO ANSA RENZI E I FRATELLI DELLA VALLE ALLO STADIO FOTO LAPRESSE renzi della valle MARIO CALABRESI A BAGNAIA LUCA DI MONTEZEMOLO MARIO CALABRESI E DAVID THORNE ALLA MESSA PER AGNELLI FOTO ANSA FERRUCCIO DE BORTOLI INGE FELTRINELLI FRANCESCO MICHELI INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO
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