A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI…
CHE FIGURA DI PALTA HANNO FATTO GLI ''SCERIFFI'' DELLA CONSOB SUL CONCERTONE MPS PER LA CONQUISTA DI MEDIOBANCA-GENERALI – MASSIMO GIANNINI: “VI RICORDATE IL PARERE TARTUFESCO RILASCIATO IL 15 SETTEMBRE, COL QUALE LA COMMISSIONE DELL'AUTHORITY DI VIGILANZA AVEVA NEGATO L’ESISTENZA DI UN ‘PATTO OCCULTO’ TRA CALTAGIRONE, MILLERI E LOVAGLIO, CON LA REGIA DEL GOVERNO MELONI? ORA, I "VIGILANTI" DI PAOLO SAVONA FANNO SAPERE CHE POTREBBE RIVEDERE QUEL SUO DISSENNATO GIUDIZIO ASSOLUTORIO..." - L'"ASSOLUZIONE" DEI FURBETTI DEL QUARTIERONE, GIA' CLAMOROSAMENTE DEMOLITA DALLE BOMBASTICHE INTERCETTAZIONI DELLA PROCURA MILANESE, ERA STATA INFINE RIDICOLIZZATA DALLE VERSIONI DISCORDANTI SUL ''PRESUNTO 'CONCERTO'' DEL MINISTRO DEL TESORO (PADANO), GIANCARLO GIORGETTI, E DALL'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE, RILASCIATE PROPRIO ALLA CONSOB!
Estratto dell’articolo di Massimo Giannini per “Affari e Finanza – la Repubblica”
paolo savona foto di bacco (3)
«Di che ti meravigli? Non c’è peggior vigilante di chi non vuole vigilare…». Era prevedibile: l’intemerata del Banchiere Anziano contro la Consob non poteva filare liscia. Quella contro una Consob sorda nonostante il fragoroso “concerto” tra i soci nella scalata a Mediobanca-Generali attraverso Mps.
Il parere tartufesco rilasciato il 15 settembre, col quale la Commissione aveva negato l’esistenza di un “patto occulto” tra Caltagirone, Milleri e Lovaglio benedetto dal Mef, è stato clamorosamente smentito dalle carte dell’inchiesta della Procura milanese, e soprattutto dalle intercettazioni eloquenti dei Furbetti del Quartierone.
GIANCARLO GIORGETTI FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE
Così, oggi, gli uffici dello Sceriffo ci tengono a far sapere che proprio alla luce di quelle risultanze giudiziarie stanno riesaminando il dossier, che lo stesso presidente Paolo Savona ha definito «molto delicato» nell’audizione parlamentare del 27 novembre.
Insomma, la Consob ci tiene a far sapere che ci sta ripensando, e presto potrebbe rivedere quel suo dissennato giudizio assolutorio. «Ma questa è solo la conferma postuma della loro malcelata “disattenzione” — osserva il Banchiere Anziano — perché era già tutto chiaro anche senza le ultime rivelazioni dei pm, e se vuoi la prova vatti a vedere come ha agito la Consob su altri casi di “concerto”: ha usato il pugno duro per molto meno.
massimo giannini a otto e mezzo
E si capisce il motivo: lì non c’era la longa manus della politica, e non erano coinvolti gli ultimi alti papaveri del povero capitalismo italiano…».
Raccolgo l’invito, vado a rivedere i precedenti nei quali la Commissione ha accertato e dichiarato pubblicamente il concerto, nella forma del “patto parasociale occulto”, in base all’articolo 122 del Tuf e, ai fini dell’obbligo di Opa, degli articoli 101-bis e 109. E scopro che il Banchiere Anziano, ancora una volta, ha colto nel segno.
Il primo precedente, che è anche il più recente, riguarda il caso Alerion Clear Power: qui, nell’autunno 2017, la Consob individua un patto per l’acquisto, le nomine in consiglio d’amministrazione e l’influenza dominante tra due soci, la Stefi e la Friel, il cui obiettivo concertato era l’acquisizione del controllo anche attraverso un’Opa.
LUIGI LOVAGLIO FRANCESCO MILLERI GAETANO CALTAGIRONE GENERALI
Risalendo indietro nel tempo, il secondo precedente riguarda la Green Vision Ambiente, sulla quale la Consob nel dicembre 2011 constata l’esistenza del concerto nella forma del “patto parasociale che prevede l’acquisto di azioni e l’influenza dominante” in capo a tre soggetti, cioè Finanziaria Trentina, Ladurner Finance e Iniziativa Gestioni Sgr: anche qui, nella valutazione degli ispettori, pesano i comportamenti di acquisto e di voto nell’assemblea che ha nominato il Cda.
Il terzo precedente è Fullsix: qui la delibera Consob 15917 del 2007 accerta il patto occulto tra Mittel e Blu Group Holding, con titoli acquistati e parcheggiati da uno per conto dell’altra.
Il quarto precedente è del dicembre 2005, e riguarda il concerto tra Unipol e Deutsche Bank nel contratto di opzione Spot Hedge relativo all’acquisto di azioni Bnl: in quel caso la Consob, con la delibera 15259, blocca entrambi i soggetti, stabilendo che gli acquisti di Deutsche Bank, effettuati con quel contratto di opzione, rilevano ai fini del prezzo dell’Opa.
L’ultimo precedente è anche il più clamoroso, perché investe proprio i Furbetti del Quartierino, cioè lo scandalo della Popolare di Lodi guidata da Gianpiero Fiorani che nel gennaio 2005 lancia la scalata alla Banca Antonveneta, in pendenza dell’Opa degli olandesi di Abn-Amro.
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri
In quella vicenda — che com’è noto coinvolse anche l’allora presidente di Unipol Consorte, l’immobiliarista Zunino, il senatore Grillo e soprattutto il grande “regista”, l’ex governatore di Bankitalia Fazio (che Fiorani avrebbe voluto ringraziare col famoso “bacio in fronte”) — la delibera Consob 15029/2005 accerta e denuncia l’esistenza del “concerto” tra i soci, ancora prima o durante gli accertamenti delle Procure. In tutti questi incroci, Consob non si è mai tirata indietro.
Anzi, ha esercitato una funzione fortemente pro-attiva, anche a prescindere dalle eventuali misure sanzionatorie e dalle eventuali inchieste dei magistrati. Ha ottemperato tempestivamente ai propri compiti istituzionali, con atti amministrativi il cui scopo è stato quello di verificare l’esistenza di un patto, di un concerto, di un obbligo di Opa, di un divieto di voto, e così via.
paolo savona foto di bacco (2)
In cinque, semplicissime parole: ha fatto il suo dovere. Come suggerisce da mesi il Banchiere Anziano, allora, viene da chiedersi perché questa solerzia istituzionale sia mancata proprio adesso, nell’assalto a Mediobanca e Generali ordito dalla merchant bank della Garbatella, ormai stabilmente acquartierata a Palazzo Chigi.
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