
DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO…
1- MONTI, L'AMERIKANO
A quest'ora Mario Monti è già in piedi e sta ammirando il sole di Washington dove la temperatura nella notte è scesa leggermente sotto lo zero ma a fine giornata risalirà di almeno 8 gradi.
Intorno alla sua visita, che si concluderà domani sera a New York, sono state prese eccezionali misure di sicurezza e tutto fa pensare che dopo il volo da Roma il Professore abbia fatto un riposino a Villa Firenze, la splendida residenza ufficiale dell'ambasciatore italiano che nel 1976 fu venduta dalla moglie di Robert Guggenheim al governo del nostro Paese.
Quando uscirà dalla residenza dell'ambasciatore Claudio Bisogniero per iniziare una giornata molto faticosa, SuperMario non avrà bisogno del cappotto come successe invece nel 1947 ad Alcide De Gasperi durante la missione compiuta insieme a Luigi Einaudi e ad altri tecnici per strappare agli americani un prestito di 100 milioni di dollari. E le parole che il Professore di Varese, preceduto dagli elogi perfino esagerati del "Wall Street Journal" e delle tv americane, pronuncerà saranno ben diverse da quelle dello statista trentino che alla Conferenza di Parigi dell'agosto 1946 disse: "sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me".
Il premier italiano arriva in America come un amico che può attenuare la guerra tra il dollaro e l'euro ed è in grado di svolgere un ruolo fondamentale per superare la crisi. Questi concetti saranno ripetuti nell'incontro di oggi alla Casa Bianca con il presidente Obama che, seguendo la prassi in uso nelle visite ufficiali, ha concesso una lunga intervista al quotidiano "La Stampa".
Al giornalista Maurizio Molinari parla di politica estera e conclude con un apprezzamento ai membri del suo staff e ai politici come Leon Panetta e Nancy Pelosi che vantano radici italiane. Con una certa ironia l'inquilino della Casa Bianca, che peraltro non fa apprezzamenti di alcun genere sul salvatore di Detroit Sergio Marpionne (proprietario di Fiat-Chrysler e de "La Stampa"), aggiunge all'elenco due giocatori di basket famosi in America: Danilo Gallinari e Marco Bellinelli.
Con queste premesse Monti affronta il suo esordio nella capitale-ombelico del mondo e della finanza, e oggi pomeriggio avrà modo di parlarne nella sede del Peterson Institute, il think tank meno famoso del Brooking Institute ma altrettanto prestigioso. Qui potrebbe incontrare anche Lorenzo Bini Smaghi che è di casa dentro l'organismo no-profit che studia la politica estera, ma gli organizzatori stanno vivendo un piccolo dramma perché il Peterson Institute di Massachussetts Avenue dispone di una saletta con soltanto 80 posti. I locali sono stati passati al setaccio dagli uomini della sicurezza ed è probabile che alla truppa degli inviati e dei corrispondenti dei giornali italiani e americani venga vietato l'accesso.
Probabilmente resterà fuori dalla saletta anche quel giornalista del "Corriere della Sera" che nei giorni scorsi ha preso una tremenda cappellata quando a proposito dell'intervista concessa da Berlusconi alla rivista "Atlantic Review" ha definito questa testata espressione della destra americana. Anche gli addetti alle metropolitane di Wahington sanno che si tratta di un periodico di orientamento inequivocabilmente liberal.
Dopo una cena a Villa Firenze offerta dall'ambasciatore italiano, Monti si sposterà a New York per un'altra faticaccia. Oltre all'incontro con il Segretario dell'Onu e il sindaco Bloomberg che aspira con i suoi miliardi a prendere il posto di Geithner al Tesoro, domani nel primo pomeriggio SuperMario è atteso al New York Stock Exchange, l'ombelico della finanza mondiale.
E anche qui si ripropone per gli organizzatori il problema di contenere il pubblico. La sede della Borsa dispone di sale molto ampie, ma le richieste pervenute in questi giorni danno per esauriti i posti. Centinaia di inviti sono stati richiesti dagli analisti che però sono stati battuti sul tempo da un esercito di young professional laureati nelle università italiane, primi fra tutti quelli del Politecnico di Milano e della Bocconi, la madre di tutti i sapientoni, impiazienti di applaudire il loro Presidente.
L'esercito dei giornalisti sta scalpitando per chiedere l'accesso e per cogliere l'immagine di Monti che si affaccia sul floor del New York Stock Exchange quando alle 15.30 ora italiana viene battuta la campanella di inizio delle contrattazioni.
Poi dalla finanza si passerà al folklore perché la giornata si concluderà con una grande cena al nostro Consolato con i rappresentanti della comunità italo-americana. Inutile dire che anche per questo evento sollecitato dallo stesso Monti e al quale dovrebbero partecipare 150 persone, si stanno ponendo grossi problemi organizzativi. Le richieste di invito sono partite dai dipendenti italiani dell'Onu e dalle varie federazioni che rappresentano le regioni, i decorati di guerra e i cavalieri di Gran Croce.
Fino a questo momento sembra che i giornalisti per i quali un invito a cena vale più di un'intervista a Obama, dovranno restare fuori dalla porta. E tra di loro ci saranno sicuramente i 30 dipendenti della Rai Corporation che entro il 3 aprile verranno sbattuti in mezzo a una strada, perché intendono consegnare una petizione al ministro Terzi e al Premier, incauto fautore della mobilità professionale.
2- GIULIETTO CONTRO SUPERMARIO
Mentre l'America batte le mani a SuperMario, c'è un altro Mario che a Francoforte sta godendo per l'omaggio che gli arriva da tutte le parti sui primi 100 giorni alla BCE.
L'apprezzamento per la sua politica iniziata il 1° novembre scorso nel palazzo di vetro dell'Eurotower, riguarda soprattutto i due tagli dei tassi e la pioggia di 489 miliardi che a fine dicembre ha riversato nelle banche europee.
Ieri l'altro SuperMario ha riunito i 26 banchieri più importanti del Vecchio Continente, tra questi c'erano pure Federico Ghizzoni e Cucchiani di IntesaSanPaolo. L'incontro è servito per fare il punto sugli effetti dei prestiti che sono stati concessi a condizioni eccezionali dalla BCE e per ricordare alle banche che i quattrini distribuiti a fine dicembre devono servire a rilanciare l'economia reale.
à un avvertimento opportuno non solo perché a fine mese Draghi aprirà la cassaforte per un'altra ondata di denari che dovrebbe portare a circa mille miliardi l'insieme dei prestiti concessi, ma anche per rintuzzare le critiche che affiorano sull'utilizzo che le banche stanno facendo di queste risorse.
Il nostro ex-Governatore si compiace comunque della pagella che i tedeschi e i francesi hanno stilato sui primi 100 giorni del suo mandato. Oggi ad esempio il quotidiano "Le Monde" riporta le parole del premio Nobel dell'Economia, Paul Krugman, che su Draghi ha detto: "ha passato la prova iniziale con brio" e questo giudizio si accompagna a quello di Natacha Balla, il capo economista di Goldman Sachs: "il bilancio è molto positivo su tutti i piani".
I francesi che hanno già archiviato l'incerta gestione di Trichet e apprezzano il fatto che il nostro ex-Governatore abbia saputo svicolare dalla tenaglia tra Berlino e Parigi portando a capo dell'ufficio studi della Banca Centrale Europea il belga Peter Praet.
Anche in Italia c'è chi si esercita nel dare i voti ai primi 100 giorni e ieri sera il solito Angelo De Mattia, ex-Bankitalia ed editorialista sempre più invadente del Gruppo Class, ha detto ai microfoni dell'emittente televisiva "Class CNBC" che Draghi merita un voto tra il 9 e il 10.
Mentre pronunciava queste parole su un altro canale Giulietto Tremonti sparava qualche cartuccia contro il mito di Draghi "salvaEuro". Con l'aria dimessa e ben lontana dalla supponenza che gli è propria, Giulietto è apparso nella trasmissione delle 18,30 che Sky dedica all'economia. L'occasione era la presentazione del suo ultimo libro "Uscita di sicurezza" che finora non sembra aver eccitato le platee e il piccolo universo degli economisti.
A una domanda precisa sull'ondata di liquidità che la BCE ha concesso alle banche con tassi ridicoli, Giulietto ha tenuto a precisare che "la liquidità ha un costo che alla fine viene pagato dalle famiglie", e per dare più forza alle sue argomentazioni ha ricordato che questa attenzione verso l'economia reale fa parte del programma di Hollande, il candidato socialista alle elezioni francesi.
Un socialista, come socialista era Giulietto prima di entrare nell'inferno dantesco del Cavalier Patonza.
3- DOPO SABELLI CHI VIENE?
Fino a ieri si sapeva che il record mondiale dell'insonnia era detenuto da un agricoltore della Cornovaglia che non ha chiuso occhio per 11 giorni di fila.
Da oggi questo record è battuto di molte lunghezze perché Rocco Sabelli, l'amministratore delegato in uscita da Alitalia, rivela che durante i tre anni e mezzo della sua gestione "non ha dormito la notte per questa azienda".
Ormai è certo che al consiglio di amministrazione del 24 febbraio il calvo manager che per 42 mesi ha vissuto "un massacro" (sono parole sue) passerà la mano a qualcun altro. La decisione è irrevocabile e nasce probabilmente dai risultati dell'ultimo esercizio e dal fallimento del grande sogno di mettere l'Alitalia tra le braccia di AirFrance.
Questo era anche il progetto di Corradino Passera, l'uomo che passerà alla storia per aver messo nelle mani di una cordata di patrioti italiani una compagnia che poteva essere salvata ai tempi di Prodi con un guadagno per lo Stato di 3 miliardi e mezzo.
à storia passata e adesso l'attenzione è rivolta alla caccia del manager che dovrà raccogliere l'eredità di Sabelli sapendo che AirFrance con debiti per 6,5 miliardi non arriverà all'altare per sposarsi con Alitalia.
La prima candidatura che circola in queste ore spunta sulle colonne del "Messaggero" dove si fa il nome di Andrea Ragnetti, un manager che ha iniziato la sua carriera in Procter and Gamble, ha guidato il marketing in TelecomItalia e fino all'aprile 2010 è stato amministratore delegato di Philips Consumer Lifestyle.
Nella sua infinita miseria Dagospia ha appurato che parla cinque lingue, è vegetariano, non gli piace il calcio ed è piuttosto vanitoso come dimostra il suo blog dove oltre a parlare delle vacanze sabbatiche con la sua famiglia, scrive: "la leadership è coraggio, iniziativa e umiltà di imparare dai propri errori".
4- MENTANA DIMENTICA ITALIA â90
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che ieri sera Enrichetto Mentana ha dato un enorme dispiacere a Mario Pescante, Gianni Petrucci e alla lobby del Comitato Roma 2020 che si sta battendo con il cuore e con l'anima per portare avanti la candidatura dei Giochi Olimpici.
In un servizio del suo telegiornale Enrichetto ha ripetuto con bravura davvero apprezzabile ciò che Dagospia sta scrivendo da un mese sugli effetti disastrosi delle Olimpiadi in Grecia e sui costi lievitati per quelle di Londra.
La lobby dei vari Abete, Regina, Ranucci, ai quali bisogna aggiungere Luchino di Montezemolo, ha comunque apprezzato il fatto che l'amico Mentana abbia sorvolato sugli scandali di Italia '90 e dei Mondiali di Nuoto del 2009. Nonostante questo siluro inatteso è convinzione del dolente Pescante e di Petrucci (promotore del manifesto dei 60 atleti) che al ritorno dall'America Gianni Letta si fionderà a Palazzo Chigi per convincere il premier a firmare la lettera per la candidatura di Roma.
à probabile che Monti prenderà la penna tra le sue mani "sobrie", ma da buon economista ridurrà drasticamente l'impegno di 8,2 miliardi previsto per le casse dello Stato, chiedendo garanzie di copertura attraverso i meccanismi del project financing (l'utopica formuletta che dovrebbe risolvere tutti i problemi in materia di investimenti)".
5- MARCO STADERINI POTREBBE ENTRARE NEL CONSIGLIO GENERALE DELLA FONDAZIONE SANPAOLO DI TORINO
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che l'amministratore delegato di Acea, Marco Staderini, potrebbe entrare nel Consiglio generale della Fondazione SanPaolo di Torino.
Entro la fine di aprile è previsto il rinnovo di questo organismo formato da 21 consiglieri scelti dalle istituzioni locali e dalle Camere di Commercio di varie città . Non a caso la sua candidatura è spinta da Giancarlo Cremonesi, il presidente della Camera di Commercio di Roma e dell'Acea che in questo modo potrà fregiarsi di un'altra medaglietta davanti agli occhi di Caltariccone".
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