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Carlotta Scozzari per "Finanza & Mercati"
«Ero a parlare con un vecchio amico». Si è giustificato minimizzando l'imprenditore Diego Della Valle, mentre usciva ieri dalla sede milanese di Banca Imi, dopo averne salutato l'ad nonché direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Micciché. Una semplice visita di cortesia? Qualcuno nutre qualche dubbio in proposito. Specie se si considera la battaglia in corso per il controllo di Rcs, la società che edita il Corriere della Sera e che proprio oggi riunisce il patto di sindacato che blinda il 58% del capitale.
Il fatto è che, a giudicare da alcune sue recenti dichiarazioni, Della Valle, dopo l'uscita dal patto della primavera scorsa in aperto dissidio con i soci Mediobanca e Fiat, sembra avere intenti piuttosto bellicosi su Rcs. Non a caso, negli ultimi tempi si è portato all'8,7% della società editoriale rispetto al 5,5% di aprile. In questo contesto va inquadrata la posizione di Giovanni Bazoli, grande tessitore di relazioni all'interno del patto di sindacato di Rcs, dove rappresenta la holding Mittel (1,28% della società ) e, aspetto di non poco conto, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa (pure nel patto con il 4,93% del capitale complessivo del gruppo editoriale).
Se si considera che qualcuno ha insinuato che ultimamente non ci sia piena sintonia di vedute sulla società editoriale tra il tandem Fiat-Mediobanca e Bazoli (tra l'altro considerato vicino a Giuseppe Rotelli, di fatto primo azionista singolo di Rcs con il 16,55%), si capisce perché qualcuno ieri ha avuto di che spettegolare dopo la visita di Mr Tod's in Banca Imi. E se Della Valle, ipotizzano i maligni, stesse cercando una sponda in Rcs con l'aiuto di Miccichè? Chissà . Intanto l'imprenditore marchigiano ieri ha incassato l'endorsement di Tarak Ben Ammar, consigliere e membro del direttivo del patto di sindacato di Mediobanca.
«Ho sempre pensato - ha detto Ben Ammar - che il Corriere abbia bisogno di un editore e non di un gruppo di editori. Il fatto che Della Valle compri vuol dire che ha il coraggio delle sue opinioni e ha i mezzi per il suo coraggio. Non posso che complimentarlo perché fa quello che dice». Un commento, come lo ha definito lo stesso Ben Ammar, «a titolo personale». Poi, ha in parte frenato il finanziere franco-tunisino, «si può essere d'accordo con lui oppure no, non entro nel merito. Penso che Della Valle sia un grande imprenditore anche se ci siamo scambiati qualche parola. Ognuno ha diritto alla propria opinione, io posso essere un po' più fokloristico, ma anche lui».
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