
DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA…
1 - BORSA MILANO PESANTE, AFFONDANO BANCHE E FIAT, OK POP MILANO...
reuters - Piazza Affari prosegue il trend negativo di venerdì scorso, avviandosi a chiudere con una seduta in rosso un mese di ottobre complessivamente positivo (oltre +9%). Appesantita soprattutto dalle banche, che ne fanno il peggior listino d'Europa, Milano ha vissuto una prima parte di seduta costellata di segni meno.
L'euforia che si è scatenata dopo l'accordo fra i leader della zona euro sulle misure per affrontare la crisi del debito sovrano pare dimenticata. Non mancano, però, gli ottimisti: in un report dedicato alla strategia europea, Nomura sottolinea che le valutazioni delle borse europee "restano depresse", aggiungendo che "soltanto il tempo dirà se i politici della zona euro hanno fatto abbastanza per spostare l'attenzione dalla crisi del debito sovrano, ma se gli investitori cominciano a vedere la zona euro con un'area maggiormente integrata, i fondamentali aggregati non sono così negativi".
Attorno alle 12,15, l'indice Ftse Mib perde il 2,4% circa, l'AllShare il 2,2% circa e il Mid Cap l'1,3% circa. Volumi tipici di una giornata semifestiva, per un controvalore di circa 800 milioni di euro. Il futures a dicembre arretra del 2,5% circa.
Molto male le banche, che hanno cominciato ad affondare dopo la pubblicazione delle stime dell'Eba sulle necessità di capitali, cifre, peraltro, contestate da Bankitalia, Abi e singoli istituti. INTESA SANPAOLO cede circa il 5% e UNICREDIT il 4% circa. Sulla stessa lunghezza d'onda MONTEPASCHI, MEDIOBANCA, BANCO POPOLARE e UBI.
Corsa solitaria per POPOLARE MILANO, in rialzo del 2% circa, dopo essere stata a lungo in asta di volatilità . Venerdì scorso, il titolo dell'istituto lombardo era precipitato dopo l'annuncio che l'aumento di capitale da 800 milioni, partito oggi, avrebbe avuto un prezzo di offerta di 0,30 euro per azione, con uno sconto del 40%. In caduta libera i diritti dell'aumento. In controtendenza anche BANCA POPOLARE EMILIA ROMAGNA, che conferma la tendenza a muoversi in direzione opposta rispetto alle altre banche.
Pesante FIAT (-5% circa), penalizzata, secondo operatori e analisti, dal dato sul debito netto industriale e dai timori sull'evoluzione del business nel 2012. In linea EXOR. Poco meglio FIAT INDUSTRIAL.
Tra i titoli peggiori del paniere principale figurano DIASORIN, TENARIS, ATLANTIA e GENERALI. In denaro o in rosso contenuto società tipicamente difensive, come PARMALAT, LOTTOMATICA, TERNA e SNAM RETE GAS. Tra le mid cap, vola MAIRE TECNIMONT grazie all'annuncio di un contratto in Egitto da 540 milioni di dollari.
NICE tonica: nel week-end, un settimanale, analizzando le prospettive del gruppo, ha posto l'accento sui piani di sviluppo del business nei mercati emergenti, in particolare in Brasile. Brillante EDISON, dopo che, venerdì scorso, è stato raggiunto un accordo di massima tra soci italiani e francesi sul riassetto dell'utility.
A picco COGEME SET: il titolo è tornato in contrattazione stamane, dopo la sospensione nell'ultima seduta; venerdì sera, la società ha comunicato i risultati del primo semestre, che evidenziano un patrimonio netto negativo pari a 23,084 milioni. Contestualmente, è stato comunicato che il revisore Pkf ha dichiarato l'impossibilità ad emettere un giudizio sulla semestrale.
La LAZIO beneficia della vittoria di ieri sera, a Cagliari, che consente ai biancocelesti di mantenersi nelle zone alte della classifica del campionato di calcio di Serie A. Bene anche la JUVENTUS, vittoriosa per 2 a 1 a San Siro, contro l'Inter, e in testa alla graduatoria.
2 - BORSE EUROPEE PROSEGUONO IN CALO...
finanza.com - Le Borse europee proseguono la seduta in territorio negativo. A Londra l'indice Ftse perde l'1,10%, mentre il Dax di Francoforte cede l'1,43%. Peggio il Cac40 di Parigi che segna un calo dell'1,48%.
3 - MEDIASET: VOCI SU ALLEANZA CON CLESSIDRA PER CONTROLLO DI ENDEMOL, -1,56% SUL FTSE MIB...
finanza.com - Mediaset sotto i riflettori a Piazza Affari, in scia ad alcune indiscrezioni di stampa secondo cui alcuni hedge fund e Goldman Sachs avrebbero una quota di debito di Endemol che gli consentirebbe di prenderne il controllo escutendo il pegno a fine ottobre. La società olandese avrebbe infatti rotto i covenant sul debito per la seconda volta consecutiva a fine settembre. Il gruppo di Cologno Monzese invece, dopo avere cercato una alleanza con alcuni broadcasters come Itv e il gruppo Turner, starebbe valutando una alleanza con il fondo Clessidra per mantenere il controllo di Endemol.
Riteniamo - commenta Equita nella nota odierna - che il rischio per Mediaset sia quello di dover pagare agli hedge fund un prezzo elevato per poter mantenere il controllo di Endemol", proseguono gli analisti, mantenendo il giudizio hold con target price a 2,7 euro. "Assumendo una valutazione della società olandese a 7 volte Ebitda ed un leverage di 3 volte, la valutazione equity sarebbe circa di 500-600 milioni, quindi i soci che vorranno avere il controllo della compagnia dovranno investire circa 250-300 milioni, immaginiamo soprattutto attraverso conversione di debito senior (1,9 miliardi)", concludono gli esperti. Sul Ftse Mib il titolo Mediaset segna una flessione dell'1,56% a quota 2,768.
4 - OCSE: TAGLIA STIME PIL ZONA EURO A +0,3% (DA +2%) NEL 2012...
Radiocor - L'Ocse ha drasticamente ridotto le stime di crescita per la zona euro per il 2012, portandole a +0,3% dal +2% previsto nello scorso maggio. Abbassate anche all'1,6% dal 2% le previsioni per il 2011, mentre per il 2013 la stima per il Pil di Eurolandia +1,5%. Nella sua valutazione sulle prospettive economiche dei Paesi del G20 diffusa oggi in vista del vertice di Cannes del 3 e 4 novembre, l'Ocse sottolinea che le incertezze sull'outlook di breve termine sono 'aumentate drammaticamente negli ultimi mesi' e che 'la crisi del debito sovrano e la politica fiscale degli Usa probabilmente domineranno i prossimi due anni'. Per l'area euro e' probabile 'un marcato rallentamento, con zone di crescita leggermente negativa'.
Negli Usa la crescita dovrebbe restare debole, con una graduale ripresa verso dal 2012 e la disoccupazione dovrebbe restare elevata nei principali Paesi avanzati (8,2% nel 2012 dall'8,1% nel 2011). Nell'insieme delle economie del G20 l'Ocse prevede una crescita del 3,9% nel 2011 (dopo +5,2% nel 2010) e del 3,8% nel 2012, per poi risalire al 4,6% nel 2013. Per le economie avanzate le stime sono di una crescita ancora 'sottotono', pari a +1, 5% quest'anno e il prossimo e a +2,2% nel 2013. Negli Usa il Pil dovrebbe crescere dell'1,7% quest'anno (contro il 2,6% previsto nell'Outlook di maggio) e dell'1,(% nel 2012 (dal 3,1%), seguito da +2,5% nel 2013.
Per i Paesi emergenti del G20 le stime sono di una crescita 'sostenuta ma a tassi sotto il trend', pari a +7,2% quest'anno (dopo +8,5% nel 2010), seguita da +6,7% il prossimo e da +7,4% nel 2013. Per la Cina in particolare le previsioni sono di un Pil in aumento del 9,3% quest'anno (dopo +10,4% nel 2010), seguito da +8,6% nel 2012 e da + 9,5% nel 2013. Lo scenario potrebbe migliorare se verranno realizzate le misure annunciate dal vertice europeo della scorsa settimana, ma nel caso non ci fosse una ripresa della fiducia, ci fosse un contagio della crisi del debito in Europa e/o la politica di bilancio negli Usa risultasse troppo restrittiva, un peggioramento delle condizioni finanziarie della magnitudo osservata nel 2007-2009 potrebbe portare a 'un calo del livello del Pil in alcuni dei principali Paesi Ocse fino al 5% entro la prima meta' del 2013'.
5 - INFLAZIONE: ISTAT STIMA +0,6% OTTOBRE, +3,4% ANNUO...
Radiocor - L'inflazione misurata dall'indice Nic con tabacchi registra a ottobre un aumento dello 0,6% rispetto a settembre e del 3,4% nei confronti dello stesso mese dell'anno precedente (era 3% a settembre). Lo rileva l'Istat nelle stime preliminari. L'Istituto osserva che 'la dimensione della crescita congiunturale rispecchia anche gli effetti delle misure previste dalla recente manovra e, in particolare, dell'aumento dell'aliquota dell'Iva ordinaria al 21 per cento'.
L'incremento congiunturale e' il piu' elevato dal giugno 1995 (+0,6%), l'incremento tendenziale e' il piu' elevato da ottobre 2008 (+3,5%). L'indice armonizzato dei prezzi al consumo Ipca aumenta dello 0,9% su base mensile e del 3,8% su base annua (a settembre era +3,6%): l'incremento tendenziale e' il piu' elevato da settembre 2008 (+3,9%).
6 - CRISI: OCSE, IL MERCATO DEL LAVORO SI INDEBOLIRA' ANCORA...
Radiocor - A causa del rallentamento della crescita, 'il mercato del lavoro iniziera' ad indebolirsi nuovamente e la disoccupazione restera' alta nelle economie avanzate'. Lo prevede l'Ocse nella sua valutazione sulle prospettive economiche dei paesi del G20 diffusa in vista del vertice di Cannes. L'Organizzazione prevede un aumento della disoccupazione nei Paesi avanzati del G20 all'8,2% nel 2012 dall'8,1% di quest'anno, dopo l'8,4% del 2010, con una lieve discesa all'8% nel 2013. L'Ocse raccomanda politiche del lavoro mirate ad evitare il pericolo che l'elevata disoccupazione diventi strutturali in molti Paesi avanzati.
Le risposte dovrebbero concentrarsi su un rafforzamento dei servizi pubblici di occupazione e su programmi di formazione che migliorino il raccordo tra competenze e posti di lavoro. Inoltre, 'la protezione dell'occupazione potrebbe essere riequilibrata nel senso di norme meno rigide per i lavoratori a tempo indeterminato e una maggiore protezione per i lavoratori temporane i. Laddove fattibile, la tassazione sul lavoro dovrebbe essere ridotta su basi temporanee attraverso sussidi mirati a favore dei nuovi assunti'.
7 - BANCHE: BAZOLI, CON CRITERI EBA RISCHIO RESTRIZIONE CREDITO...
(ASCA) - I nuovi criteri dell'Autorita' di viglianza delle banche (EBA), che chiedono un aumento della patrimonializzazione ''generano preoccupazione''. Lo ha affermato il presidente del Comitato di sorveglianza di Banca Intesa, Giovanni Bazoli, nel suo intervento alla presentazione del libro 'Le banche e l'Italia' a cra dell'Abi.
''Tali prescrizioni, se confermate, accentuano il rischio di restrizione del credito, senza tra l'altro incidere sul vero problema che e' una crisi di fiducia. Non possiamo piu' tacere - ha proseguito Bazoli - che la posta in gioco e' molto elevata. Il restringimento del credito all'economia diventa la strada ineluttabile per le banche italiane, con inevitabili ripercussioni sulle imprese e l'occupazione''.
8 - BANCHE: GUZZETTI, PROPOSTA EBA SALVAGUARDA FRANCESI E PENALIZZA ITALIANE
Radiocor - La proposta di ricapitalizzazioni temporanee delle banche europee lanciata dall'Eba per far fronte alla crisi del debito sovrano non piace al presidente della Fondazione Cariplo, azionista di Intesa Sanpaolo, Giuseppe Guzzetti. 'Sono arrabbiato perche' salvaguardano gli interessi francesi e penalizzano gli italiani' afferma Guzzetti interpellato all'Abi in occasione della presentazione di un volume per i 150 anni dell'Unita' d'Italia alla quale partecipera' anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
9 - CREDIT SUISSE: PRONTA A RIDURRE MILLE POSTI DI LAVORO (STAMPA)...
finanza.com - Domani, a margine della presentazione dei conti trimestrali, Credit Suisse annuncerà la soppressione di mille posti di lavoro, soprattutto nella divisione investment banking. Ad anticipare la mossa, non confermata dalla banca, il quotidiano svizzero Tages Anzeiger. Nel mese di luglio Credit Suisse aveva già annunciato duemila licenziamenti, pari a circa il 4% della forza lavoro mondiale. Sulla Borsa di Zurigo il titolo dell'istituto bancario svizzero cede oltre il 2,5%.
10 - «I VOTI DELLE AGENZIE DI RATING? PIà PAGHI PIà SONO ALTI»...
G.Str. per il "Corriere della Sera" - «I prodotti di finanza strutturata generano ricavi più consistenti per le agenzie di rating e ricevono valutazioni significativamente più alte rispetto al debito delle aziende. Al contrario, Stati ed enti locali versano le commissioni più basse (se non nulle, ndr) e ricevono rating ben più modesti delle società ». Così scrivono in un uno studio (su 30 anni) tre giovani docenti di Indiana, American e Rice University.
Che aggiungono: «Rispetto ai rating sui bond societari, i titoli pubblici sono stati valutati più severamente e i prodotti strutturati più generosamente». Una tabella dello studio (su dati Moody's) racconta che, tra chi è partito con una «A», gli Stati non sono mai «falliti», la quota di default degli istituti finanziari è al 4,92%, i prodotti strutturati al 27,21%. Questo, naturalmente, non vuole automaticamente dire che chi più paga, più incassa un buon rating. Non implica rapporti di causa-effetto.
In generale, però, le critiche sul mercato ai big delle valutazioni certo non mancano. Secche le reazioni allo studio da parte delle società di rating, riportate da «Bloomberg». Moody's: «Non siamo d'accordo con i metodi e i risultati della pubblicazione», che «fa eccessivo affidamento sulla performance dei rating dei titoli legati all'immobiliare Usa durante la crisi finanziaria». S&P's: «I nostri criteri sono applicati indipendentemente da ogni considerazione commerciale». Fitch: «Non condividiamo le conclusioni dello studio, che non ha esaminato nostri dati».
11 - L'ICT ENTRA IN BANCA PER TRASFORMARE I COSTI NASCOSTI IN PROFITTO...
A.Jac. per il "Corriere della Sera" - L'informatizzazione elimina o incrementa l'uso della carta. Si entra in banca per una qualsiasi operazione e si esce con un faldone di documenti. Per far fronte a sprechi di tempo e denaro (ma non solo) e rendere più snelli ed efficienti i processi, Prb (società specializzata nella consulenza gestionale) ha messo a punto il cosidetto «Modello Dinamico DDD DataPicker» (un mix di software, hardware e procedure) presentato ieri in un convegno all'Abi, che garantisce «vantaggi misurabili e consolidati».
L'innovazione tecnologica ha messo sotto la lente d'ingrandimento l'intero work-flow bancario (oltre 200 flussi) per individuare ogni minimo dettaglio migliorabile. Un intervento sul software, parzialmente sull'hardware e sulle procedure, con l'obiettivo di un servizio «più sicuro, meno costoso e gravato da burocrazie, procedure manuali e attrezzature ormai obsolete».
Non a caso il sistema bancario olandese ha 850 addetti per milione di abitanti e quello italiano 6.000. «Con DDD DataPicker - spiega Antonio Carbonera, partner di Prb - si abbattono i costi operativi in media fino al 93%, a tutto beneficio dell'efficienza, del profitto e della qualità del servizio bancario». Qualche esempio? Una riduzione del 99% del tempo valutazione costo pratica, del 92% del tempo per reperire documenti con un risparmio di carta e toner del 78%.
12 - COPPOLA, SCALVEDI E QUELLA «CONFUSIONE» DI INTERESSI...
M.Sid. per il "Corriere della Sera" - Se non è tecnicamente un conflitto di interessi possiamo almeno definirla una «confusione». Le società che riportano direttamente o indirettamente all'immobiliarista Danilo Coppola sembra che stiano vivendo un momento di effervescenza. A giorni dovrebbe essere chiuso il lungo passaggio dell'immobile in via Tristano Calco a Milano - dove c'è la redazione di Finanza&Mercati - da PerlaFinanza, società della moglie di Coppola, Silvia Necci, a Porta Vittoria (famiglia Coppola). Un compromesso era stato firmato circa un anno fa con l'allora liquidatore della società editrice, Aldo Bruno. Nel frattempo qualche rata è anche stata pagata.
La cifra complessiva dovrebbe aggirarsi sugli 1,8 milioni, anche se non ci sono conferme a riguardo. Bruno ha però lasciato l'incarico da tempo. E al suo posto è stato chiamato il commercialista bergamasco Carlo Scalvedi, già in forze nel collegio sindacale di Porta Vittoria. Insomma, il liquidatore che vende rappresenta anche gli interessi della società che acquista. D'altra parte, nonostante la rumorosa uscita qualche settimana fa del direttore Gianni Gambarotta, non sembra che la confusione creerà problemi. Bruno sarebbe stato richiamato come consulente da Coppola e sarebbe già al lavoro. E rumors parlano già di una imminente soluzione (un concordato con Intesa e il Banco Popolare?) per la società editoriale.
13 - IL GRANDE RISCHIO PER L'UE Ã CHE L'ITALIA PERDA TEMPO FACENDO POCO O NIENTE...
Hugo Dixon per "la Stampa" - Nel bel mezzo dell'euforia seguita al vertice dell'area euro, è facile ignorare che a Roma i problemi sono stati solo nascosti. Non solo le promesse di riforma di Silvio Berlusconi non sono sufficienti; c'è anche il rischio che il suo governo proceda con difficoltà fino a gennaio per poi crollare senza aver ottenuto nulla. Dopo il primo dei due vertici dell'area euro della scorsa settimana, Berlusconi sembrava essere in grave difficoltà .
I leader colleghi del primo ministro - Angela Merkel e Nicolas Sarkozy - hanno fatto pressione per accelerare il piano italiano di stimolo alla crescita e tagliare il debito. Berlusconi ha poi constatato che il suo principale partner di coalizione, la Lega Nord, non era disposta ad appoggiare l'idea più radicale della riforma: tagliare il generoso schema pensionistico statale che permette alla gente di andare in pensione dopo 40 anni di lavoro.
Ma Berlusconi è un campione di sopravvivenza. Ha messo assieme alla buona un pacchetto non così radicale da determinare un crollo del suo governo ma abbastanza severo da convincere i suoi partner dell'area euro a sospendere la loro sfiducia. Due buone nuove proposte attaccano il sistema di lavoro italiano che riguarda le assunzioni a tempo indeterminato: una per rendere più facile licenziare i dipendenti nel settore privato e un'altra che potrebbe portare a licenziamenti degli statali.
Eppure Berlusconi ha evitato la questione delle pensioni e ha escogitato poco per tagliare i debiti statali che sono circa il 120% del Pil. Il grande timore è che la coalizione di centro-destra di Berlusconi sia così fragile da non essere in grado di attuare le sue promesse. Visto il modo in cui funzionano le procedure parlamentari italiane, forse non lo sapremo fino a gennaio. Se Berlusconi cade su un voto di fiducia, forse a marzo si avranno nuove elezioni. Poi ci potrebbero essere settimane di lotte di potere fra i vari partiti senza la garanzia che un nuovo governo sia in grado di migliorare il programma inadeguato di Berlusconi. Ora per l'Europa il rischio maggiore è che l'Italia perda tempo facendo poco o nulla di quanto promesso.
14 - APPLE PIÃ RICCA DEL TESORO USA IN CASSA 81 MILIARDI DI DOLLARI...
Da "il Giornale" - Al quartier generale delle Apple al momento il più grosso probleÂma non è come sopravvivere alla scomparsa del guru Steve Jobs. Il cruccio di Cupertino è trovarsi in cassa un tesoro pari a oltre 81 miliarÂdi di dollari in contanti (più di quanti ne abbia al momento il governo federale Usa)e non sapere cosa farci.L'eventuale lista della spesa con tanti liquidi è lunga ma finora nessuno, a partire dall'amministratore delegato Tim Cook, ha trovato l'idea giusta.
à da mesi che si parla della possibile campagna acquisti da parte del gruppo della Mela morsicata, che certo non è seduta solamente da oggi su una montagna di liquidità garantita dallo straordinario successo dell' IPhone e dell' IPad.Il fuoco di fila delle indiscrezioni si era aperto la scorsa estate dopo l'acquisizione per 12,5 miliardi di Motorola da parte di Google.
Shopping pagato caro, ma funzionale all'acquisizione dei circa 500 brevetti facenti capo a Motorola. Secondo alcuni analisti, Cupertino avrebbe infatti reagito alla mossa puntando a mettere le mani su alcuni brevetti assai appetibili appartenenti a Nokia, Rim o InterDigital. All'inizio di luglio, si era invece parlato della possibilità che Apple decidessi di sborsare circa due miliardi di dollari per accaparrarsi il servizio di streaming video Hulu in modo da entrare a pieno titolo nel settore dell'intrattenimento televisivo online.
15 - MR TISCALI RINUNCIA AL RICORSO CONTRO IL SEQUESTRO DI 3 MILIONI...
Da "il Giornale" - Saranno state le prediche a sinistra. O forse è semplicemente strategia processuale, tanto più che con l'Agenzia delle Entrate è stata già avviata la pratica di conciliazione. Comunque,fatto sta che l'ex governatore di Sardegna Renato Soru, ha deciso di rinunciare al ricorso contro il sequestro di beni per tre milioni deciso dai pm che indagano su una presunta evasione fiscale. L'istanza è stata depositata ieri al Tribunale del Riesame di Cagliari, che a questo punto annullerà l'udienza, già fissata per lunedì prossimo.
Al centro delle indagini c'è un prestito da 27 milioni di euro che la Andalas, società con sede a Londra e riconducibile allo stesso Soru, ha fatto alla Tiscali finance. La società avrebbe poi restituito il denaro, ma questo non sarebbe mai stato denunciato al fisco. Lo scorso 13 ottobre il provvedimento di sequestro, per ordine della Procura di Cagliari. Un atto dovuto, avevano spiegato gli avvocati che adesso hanno annunciato la rinuncia al ricorso contro la misura preventiva. L'ex presidente della Sardegna ha sempre sostenuto di aver agito, in questa vicenda, nella massima trasparenza.
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