LO SCARPARO SI ALLARGA IN UNICREDIT - UN INVESTIMENTO DA 50 MLN € PER LO 0,26% - LA SUA HOLDING HA OLTRE 250 MLN € DI CAPITALE - MA NON È L'UNICO, PERCHÉ HANNO INVESTITO IN PIAZZA CORDUSIO ANCHE CALTARICCONE (FUGA DA MPS), CARLO PESENTI, LA FAMIGLIA MARAMOTTI E LEONARDO DEL VECCHIO - LA QUOTA DEI GRANDI INVESTITORI ARRIVA COSÌ AL 15%: CHE BOLLE IN PENTOLA?...

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Ma.Fe. per "Il Sole 24 Ore"

Poco più di 50 milioni di euro per una quota che si aggira intorno allo 0,26 per cento di UniCredit. A tanto ammonta l'investimento di Diego Della Valle per entrare nel salotto buono di Piazza Cordusio, una scelta maturata a inizio anno in occasione dell'aumento di capitale della banca.

L'operazione è stata condotta attraverso la finanziaria Di.Vi., la scatola in cui si trova anche il 53,6% di Tod's, dopo la chiusura del bilancio 2011; la holding dell'imprenditore marchigiano ieri ha informato che, tramite la società fiduciaria Servizio Italia, ha acquisito 15,25 milioni di azioni UniCredit per un investimento complessivo di 50,1 milioni. Di queste, 7,2 milioni di azioni sono state acquisite tramite partecipazione all'aumento di capitale della banca e 8,05 milioni «operando direttamente sul mercato».

Dunque Della Valle, come si era ventilato a inizio anno, è stato tra i più attivi della fase di riassetto innescata dal maxi aumento di capitale da 7,5 miliardi varato a gennaio da UniCredit. Un riassetto che - tra i soci italiani - ha visto scendere il peso delle Fondazioni ma salire quello dei privati: oltre all'ingresso di Diego Della Valle, infatti, c'è stato anche quello di Francesco Gaetano Caltagirone, con una quota stimata intorno all'1%, mentre altri soci storici come Carlo Pesenti, la famiglia Maramotti e Leonardo Del Vecchio hanno confermato il proprio sostegno;

a proposito di quest'ultimo, è da ricordare che a metà luglio ha ulteriormente ritoccato al rialzo al 2% la propria quota (da un precedente 1,4%), portando così la pattuglia dei grandi soci italiani al 15% del capitale della banca. Per tutti coloro che hanno comprato a inizio anno, la scelta sembra essere stata premiata, visto che dai 2,2 euro di inizio gennaio, quando era partito l'aumento, il titolo staziona oggi stabilmente al di sopra dei tre euro (ieri ha chiuso a 3,35 euro, in aumento dello 0,84 per cento).

Tornando alle holding di Della Valle - oltre a Di.Vi. c'è anche la Diego Della Valle & C -, oggetto di una recente conversione da sapa in srl con un amministratore unico (lo stesso Della Valle), le ultime tornate assembleari hanno approvato bilanci nel segno della liquidità. In particolare, per quanto riguarda Di.Vi. le disponibilità liquide sarebbero balzate oltre la soglia dei 250 milioni (erano al di sotto dei 100 un anno fa), a conferma della voglia di consolidare le proprie partecipazioni finanziarie da parte dell'imprenditore marchigiano, recentemente salito oltre l'8% di Rcs.

 

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