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Camilla Conti per “la Verità”
Via libera dall' assemblea di Mps al bilancio 2019 e alla nomina del nuovo cda a 15 membri. Come previsto, Patrizia Grieco è la nuova presidente (al posto di Stefania Bariatti) e Guido Bastianini l' amministratore delegato (al posto di Marco Morelli). Entrambi proposti dall' azionista di controllo, ovvero il Tesoro, che ancora detiene il 68% del Monte e che ha scelto 12 membri del board mentre tre sono stati indicati dagli investitori istituzionali.
Nessuna sorpresa, dunque. Nemmeno per le due azioni di responsabilità contro alcuni amministratori, tra cui lo stesso Morelli, ed ex vertici della banca promosse dal socio Bluebell Partners, che ieri sono state bocciate con una percentuale del 99,999 per cento.
I dettagli più interessanti emergono però dalle risposte scritte della banca alle domande degli azionisti. Si scopre, ad esempio, che qualche «groviglio» del passato resta ancora da sciogliere: il Monte dei Paschi ha ancora crediti deteriorati per oltre 6 milioni nei confronti di personalità politiche che hanno o hanno avuto «importanti cariche pubbliche».
Il gruppo vanta crediti nei confronti di 785 persone, le cosiddette Pep (persone che occupano o che hanno occupato importanti cariche pubbliche come pure i loro familiari diretti o coloro con i quali tali persone intrattengono notoriamente stretti legami) per complessivi 68,4 milioni e di questi, appunto sono considerati deteriorati (sofferenze o incagli) crediti per circa 6,4 milioni. L' istituto senese in un' altra risposta ricorda, sempre senza fare nomi, l' esposizione verso otto partiti politici: 1,54 milioni di cui 1,53 milioni riferibili a due partiti con posizioni a sofferenza.
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Va detto che nel 2017 questi crediti erano ben 10 milioni, di cui 9,7 milioni non performing, vantati «nei confronti di 13 partiti. Sempre nelle risposte ai soci si legge che la Bce ha inviato al Montepaschi 11 raccomandazioni su azioni da svolgere per migliorare la gestione e il governo del rischio legale. La banca a fine 2019, a fronte di un petitum complessivo di 4,8 miliardi, ha un rischio «probabile o possibile» di soccombenza in controversie legali o stragiudiziali per 3,9 miliardi.
Da Francoforte sono arrivate nei giorni scorsi le conclusioni definitive di una lunga ispezione dedicata al rischio operativo durata circa quattro mesi (da gennaio ad aprile 2019). E con esse, i compiti a casa. Ovvero migliorare la supervisione da parte del cda, la struttura organizzativa, il ruolo del risk management, i controlli di primo livello, i meccanismi di reporting e le attività di internal audit.
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