RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Claudio Del Frate per www.corriere.it
La sua partenza dal porto di Odessa era stata salutata come un auspicio di pace tra Russia e Ucraina. Ma la nave Razoni non sembra accompagnata da una buona stella: da quattro giorni si trova infatti ferma all’ancora davanti a un porto della Turchia meridionale perché il destinatario del carico, oltre 26.000 tonnellate di mais, ha rifiutato di prenderselo. «L’ho atteso per cinque mesi, troppo tardi». Al momento, però, nessuno si è fatto avanti per riacquistare il cereale.
Il sito di tracciamento Marinetraffic mostra la Razoni - un cargo battente bandiera della Sierra Leone - immobile a poche miglia dal porto di Mersin, sul Mediterraneo, lungo la costa meridionale della Turchia. La sua destinazione era il Libano ma il perché di questo stallo lo ha spiegato l’ambasciata ucraina a Beirut: «Secondo le informazioni fornite dall’esportatore a bordo della nave, l’acquirente in Libano ha rifiutato di accettare il carico a causa dei ritardi nei termini di consegna». Le 26.000 tonnellate di mais - destinato a diventare mangime per animali - erano in effetti attese in Medio oriente dallo scorso febbraio.
Che cosa accadrà adesso? «Lo spedizioniere sta adesso cercando un altro destinatario a cui consegnare il carico, possibilmente sempre in Libano» informa sempre l’ambasciata di Kiev a Beirut sul suo profilo Facebook. Un paradosso, dal momento che il blocco del commercio di cereali stava mettendo in crisi la sopravvivenza di molte economie specie in Africa e vicino Oriente.
La Razoni aveva potuto prendere il largo da Odessa una settimana fa in seguito a un accordo -il primo dall’inizio del conflitto - tra Russia e Ucraina e grazie alla mediazione della Turchia . Il cargo si era fatto strada tra le mine di cui è disseminato il mar Nero e in molti -a partire da papa Francesco - avevano letto in questo evento il primo spiraglio di pace. Dopo la nave della Sierra Leone altre sei unità sono salpate da Odessa, dove sono ferme circa 20 milioni di tonnellate di cereali.
L’Ucraina garantisce il 10% della produzione mondiale di grano e proprio la fine del blocco e le aspettative che aveva portato con sè aveva provocato un deciso calo dei prezzi dei generi alimentari nel mondo. Anche la Fao ha certificato questa diminuizione, calcolandola globalmente dell’8,6% in un mese.
ODESSA - UN UOMO SPALA DEL GRANO grano ucrainaIl mercantile russo Matros Pozynich attraccato in Siria con il grano ucraino Nave russa con il grano rubato in Ucrainanave carica di grano ucraina
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