DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Dario Di Vico per il “Corriere della Sera”
Stefano Dolcetta assicura di non aver dato le dimissioni da vice-presidente della Confindustria ma di aver solo scritto una lettera al presidente Giorgio Squinzi per sollecitare un chiarimento «sulla questione contrattuale». L’incontro dovrebbe tenersi oggi e vedremo quali ne saranno le conseguenze formali, ovvero se l’organigramma di Viale dell’Astronomia cambierà a pochi mesi dalla fine del quadriennio Squinzi.
Ma tutto sommato non è questo il nodo, la vera discussione è di merito e riguarda il futuro delle relazioni industriali, delega che nell’ufficio di presidenza riporta proprio a Dolcetta. Il vice-presidente vicentino è anche amministratore delegato della Fiamm (batterie) e in qualche maniera condivide le perplessità della Federmeccanica sull’ultimo rinnovo contrattuale dei chimici. Un testo che è stato giudicato dagli imprenditori meccanici poco innovativo e assai distante dal «Manifesto per le relazioni industriali» da loro elaborato e che campeggia sull’home page del sito Federmeccanica.
La polemica è destinata poi a rinfocolarsi perché la Federalimentare si appresta a seguire la strada «chimica» e già nell’incontro con i sindacati di categoria previsto per il 28 ottobre potrebbe preparare la strada a un rinnovo veloce. Ci sono tra gli industriali del food orientamenti diversi, tra le grandi aziende più disponibili alla pax sindacale e le piccole dei settori zootecnico e lattiero più preoccupate per una lievitazione dei costi contrattuali, ma comunque è assai difficile che la Federalimentare faccia saltare il tavolo e che vengano proclamati scioperi.
E comunque le nuove relazioni industriali italiane, auspicate da Federmeccanica, non nasceranno nelle fabbriche della pasta e dei biscotti che grazie alla stagionalità godono già di un’ampia flessibilità.
Cosa imputano i meccanici alla Confindustria e alle altre categorie aperturiste? Di essere arrivati al rinnovo dei contratti in ordine sparso senza che il «centro» avesse elaborato indirizzi comuni. E’ vero che Squinzi aveva promesso di produrre e rendere noto un decalogo per la contrattazione ma nel giro di pochi giorni prima è diventato un pentalogo e poi sembra che sia ulteriormente dimagrito fino alla versione slim di tre linee-guida.
Il risultato concreto è stato che chimici prima e alimentaristi poi non si sono sentiti minimamente legati a un indirizzo comune e hanno agito in totale e piena autonomia. Ad aggiungere incertezza c’è anche la particolare fase che sta vivendo la Confindustria con una corsa alla successione di Squinzi che sta per iniziare e che vede – almeno nominalmente – ai nastri di partenza circa una dozzina di potenziali candidati.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN…
DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI…
DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA…