UN COGLIONE SULLO SCOGLIONE - LA PERIZIA CONCLUSIVA SBUGIARDA SCHETTINO - ’O COMANDANTE HA SEMPRE AFFERMATO DI AVER FATTO “UNA GRANDE MANOVRA, PER QUESTO LA NAVE NON È AFFONDATA DEL TUTTO, MA È RIMASTA VICINO ALLA COSTA”. LE CARTE PERÒ NON GLI DANNO RAGIONE - “LA CAUSA DEL SINISTRO È UNA MANOVRA ESTREMAMENTE AZZARDATA. LA NAVE È STATA PORTATA A NAVIGARE SU UNA ROTTA TROPPO VICINA ALLA COSTA, AD ELEVATA VELOCITÀ E, PER DI PIÙ, IN ORE NOTTURNE”…

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Grazia Longo per "la Stampa"

Il comandante Francesco Schettino l'ha giurato e spergiurato davanti agli inquirenti e alle telecamere «Ho fatto una grande manovra, per questo la nave non è affondata del tutto, ma è rimasta vicino alla costa». Le carte però non gli danno ragione.

La manovra Nella perizia conclusiva sul naufragio della Costa Concordia - che la notte del 13 gennaio scorso costò la vita a 32 persone - è scritto chiaro e tondo: «L'aver messo tutta la barra a dritta.....avrebbe potuto anche comportare che la nave dirigesse verso il largo (alti fondali), con probabili conseguenze peggiori di quanto si è poi verificato nella realtà». E ancora: «Affermare di aver messo la barra a dritta per andare su bassi fondali basandosi su elementi sconosciuti è un errore».

La perizia, disposta dal gip di Grosseto Valeria Montesarchio, è stata depositata in Tribunale ieri mattina. Gli esperti, coordinati dall'ammiraglio Giuseppe Cavodragone, hanno valutato tutti gli aspetti di quella maledetta notte e hanno risposto ai 50 quesiti ammessi dal gip. La casualità che ha impedito l'inabissamento totale - e non la manovra di Schettino - risponde al quesito numero 28 e decreta: «Le circostanze e non la volontà hanno reso efficace quell'unico ordine».

Sull'errore del comandante nell'effettuare la manovra dell'inchino, i periti non hanno dubbi: «La causa del sinistro è una manovra estremamente azzardata. La nave è stata portata a navigare su una rotta troppo vicina alla costa, ad elevata velocità e, per di più, in ore notturne».

L'allarme
Si è già osservato più volte che l'allarme generale venne dato con enorme ritardo, ma fa comunque effetto leggere (in risposta al quesito numero 43): «È di 48 minuti e 19 secondi il tempo trascorso dall'impatto (ore 21.45 e 7 secondi) al distress, ovvero all'emergenza generale (22.33 e 26 secondi)» .

Abbandono della nave
Ma a quell'ora, quando ormai la situazione era talmente grave che alcuni passeggeri fuggirono sulle scialuppe nonostante nessuno avesse detto loro di farlo, Schettino continuava ancora a tergiversare. L'ordine di abbandonare la Concordia partì infatti solo alle 22.51 e 10 secondi, ben 20.44 minuti dopo il distress.

La manutenzione
La Concordia, ammiraglia della compagnia Costa crociere, era sottoposta a regolari controlli. Al quesito numero 35 si sottolinea: «Non risultando rilievi in merito alla manutenzione fatti dall'Ente di classifica, si ha ragione di ritenere che il programma di manutenzione sia stato rispettato».

L'allagamento
La verifica realizzata dagli esperti esclude difetti nelle porte stagne per l'allagamento. In calce al quesito numero 37 è scritto: «Non sono stati riscontrati malfunzionamenti delle porte stagne. La compartimentazione stagna risulta ottemperare alle normative vigenti, avendo superato tutte le verifiche di stabilità e riserva di galleggiabilità in caso di nave con due compartimenti contigui allagati». Peccato però che la collisione contro lo scoglio delle Scole è stata così violenta da aver causata «una falla eccessiva».

I messaggi sbagliati
Non solo l'errore nella manovra e il ritardo nel fare evacuare la nave. Tra gli elementi negativi evidenziati dagli esperti c'è l'omissione di importanti messaggi ai passeggeri. «In merito all'abbandono nave, oltre ad essere stata del tutto disattesa la disposizione prevista dal Ruolo d'appello, a fronte di un sintetico ordine di imbarco sulle lance di salvataggio, si è verificata la quasi completa omissione dell'intera sequenza di messaggi prevista».
Non vennero, ad esempio, pronunciati i classici: «Tenete indossati i giubbotti di salvataggio! Tenetevi alle corde o al sedile durante le manovre per la messa al mare». Strano, ma vero.

Nessuna causa esterna
Lapidaria la definizione dell'ultimo quesito: «Non si ritiene che ci sia altra circostanza utile alla ricostruzione dell'evento».

 

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