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Carlotta Scozzari per Dagospia
Nuova seduta positiva per la Borsa milanese, dove l'indice Ftse Mib, che ha terminato in rialzo dell'1,62%, si è portato di slancio sopra quota 20mila punti, chiudendo la sessione infrasettimanale a 20.050,65, livelli che non si vedevano dal luglio del 2011. "C'è troppa euforia sulle Borse e se qualche trimestrale Usa dovesse deludere è probabile che assisteremo a improvvise discese", mette in guardia l'esperto di Ig Markets, Vincenzo Longo.
All'interno del listino principale, continua la corsa del Banco Popolare, che oggi ha guadagnato un altro 4,23 per cento. In forte rialzo anche Bpm, che ha fatto persino meglio: +5,12%, in attesa che venerdì possa finalmente essere ufficializzata la "travagliata" nomina di Giuseppe Castagna come nuovo consigliere delegato della banca popolare milanese.
Si è invece "sgonfiata" nel corso della giornata Monte dei Paschi di Siena, che ha terminato in progresso di appena lo 0,43% dopo che ieri a mercato chiuso è giunta la notizia che il presidente Alessandro Profumo e l'amministratore delegato Fabrizio Viola non lasceranno l'istituto senese. Sempre tra le banche, rialzi nell'ordine del 3% sia per Intesa Sanpaolo sia per Ubi Banca.
Ma la vera star del Ftse Mib oggi è stata Finmeccanica, che ha guadagnato qualcosa come l'8,22%, beneficiando tra le altre cose della possibile cessione ad Airbus delle quote di minoranza nella joint-venture Mbda. Tra l'altro, questa mattina gli analisti di Jp Morgan hanno alzato il prezzo obiettivo calcolato per la società guidata da Alessandro Pansa portandolo da 5,15 a 5,25 euro (oggi ha chiuso a 6,32 euro).
In volata anche Pirelli (+5,8%), Autogrill (+4,23%) e Wdf (+3,82 per cento). Su di giri Telecom Italia (+4,32%), in attesa delle modifiche alla governance che potrebbero essere affrontate nel consiglio di amministrazione di domani e deliberate in quello in calendario per il 3 febbraio.
In fondo al listino principale, invece, Campari (-1,2%) e, soprattutto, Mediaset (-3,13%), su cui si sono concentrate un po' di prese di profitto dopo la corsa a perdifiato degli ultimi mesi. Con le azioni del Biscione intorno ai 4 euro (oggi la chiusura è stata a 3,9), il 41,3% in mano alla famiglia Berlusconi vale quasi 2 miliardi, con una plusvalenza latente di circa 1,5 miliardi (la quota nel bilancio civilistico di Fininvest è in carico per 528 milioni).
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