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Valeria Costantini per Corriere.it
«Vogliamo un aeroporto più efficiente, non più grande». à lo slogan-vessillo di chi da anni si batte contro l'ampliamento dello scalo di Fiumicino. Ambientalisti, comitati cittadini, agricoltori, che non vedono di buon occhio il progetto di raddoppio del «Leonardo Da Vinci». Due nuove piste, aerostazioni, alberghi che si estenderanno su 1300 ettari di territorio, tutto interno all'area di Maccarese, borgo agricolo del Comune di Fiumicino, stretto tra l'autostrada Roma-Civitavecchia e Fregene.
Una manciata di case, rosse e gialle, colori tipici della bonifica compiuta a cavallo tra â800 e â900, silos caratteristici e campi di carote, prodotto tipico della zona. Ambiente compromesso, agro romano divorato dal cemento, residenti espropriati di case e terreni: queste le motivazioni anti-raddoppio del fronte cittadino, guidato dal Comitato Fuoripista, che sabato 15 dicembre ha indetto un corteo di protesta, in partenza alle 15 da piazza Grassi, a Fiumicino.
DECIBEL DI TROPPO - Oltre a nutrie e aironi che abitano le aree verdi intorno allo scalo, a preoccupare i cittadini e i contadini della zona - in un'inedita alleanza anti cemento - è l'aumento dell'inquinamento acustico e ambientale. La campagna di monitoraggio dell'Arpa Lazio, effettuata attraverso 5 centraline posizionate tra le case con vista sugli aerei, ha certificato alti livelli di rumore intorno all'aeroporto e «costanti superamenti dei limiti sia nel periodo diurno che notturno» su alcune aree abitate. «Dati usciti fuori dopo il nostro esposto alla Procura della Repubblica di Roma», sottolinea Massimiliano Mattiuzzo del Comitato Fuoripista.
300 MILA MOVIMENTI ANNUI - E va considerato che attualmente «ci confrontiamo solo con oltre 300mila movimenti aerei annui - prosegue Mattiuzzo - : cosa accadrà con i 100 milioni di passeggeri che transiteranno nel 2044 con lo scalo raddoppiato? Un ampliamento che inoltre porterà gli aerei a ridosso delle Vasche di Maccarese, zona 1 di Tutela integrale di Riserva, dove nidificano migliaia di uccelli ogni anno».
SOS AGRO ROMANO - Poi ci sono loro, gli agricoltori. Non tutti dispiaciuti in realtà di lasciare le proprie aziende, seppur ereditate magari, generazione dopo generazione, da quei ravennati, bonificatori dell'Agro Romano, chiamati a trasformare paludi in terra coltivabile. La terra però non paga, con l'agricoltura in crisi nera, andarsene con un po' di euro in tasca non appare la peggiore scelta, anche se molti contadini contestano comunque l'ampliamento del «da Vinci».
Se prevedibilmente l'aeroporto-bis incontrerà pochi ostacoli per espandersi sui terreni della Maccarese Spa, di proprietà Benetton, maggior azionista in Aeroporti di Roma, qualche idealista a mettersi di traverso ci sarà . Come Claudio Caramadre: la sua azienda tutta-bio sorge a ridosso dell'attuale aeroporto, su viale di Porto, entrata di Maccarese; sarà tra le prime, se raddoppio avverrà , a ricevere l'esproprio.
CONTO ALLA ROVESCIA - «Viviamo in un limbo - spiega l'imprenditore agricolo - con lo spauracchio degli espropri, non possiamo nemmeno investire sull'azienda: le banche non ti danno retta se poi, dopo un anno o due, non puoi garantire di essere ancora in attività . Sono 25 anni che sto qui, mi sono trasferito da Roma, è stata una scelta di vita. Volevo creare qualcosa di mio. Non voglio lasciare ciò che ho creato». Il 15 dicembre in piazza, insieme a contadini e cittadini, ci sarà anche la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) della Provincia di Roma. «Il progetto di ampliamento dell'aeroporto - dice il presidente Ezio Muroni - distruggerebbe oltre 1.000 ettari di territorio agricolo pregiato, già stretto dalla pressione edilizia come in tutte le aree periurbane della Capitale». «Maccarese - sottolinea Massimo Biagetti, direttore Cia di Roma - è un territorio agricolo di grande pregio, da cui arrivano i prodotti che riforniscono le tavole dei cittadini di Roma. Invece di cementificare il suolo è necessario rivalutare le produzioni, incentivando il consumo dei prodotti locali nel territorio».
PUZZLE RISERVA - Il futuro di questa fetta di agro romano da un lato, i 12 miliardi di investimenti per Fiumicino2 dall'altro. Entrambi appesi a un filo sottile: la crisi di Governo rischia infatti di far slittare la firma sul Contratto di Programma di Aeroporti di Roma, società di gestione degli scali capitolini. Via libera entro dicembre 2012, oppure addio ai capitali, agli oltre 200mila posti di lavoro in più ed a un piano di sviluppo ideato per migliorare l'efficienza dell'aeroporto di Roma Capitale. Anche se il progetto di espansione dello scalo è fermo ai nastri di partenza, c'è chi si è portato avanti con il lavoro.
LA REGIONE E LA NATURA PROTETTA - Fiumicino Due ricade infatti in parte nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, parco ambientale tutelato con Decreto Ministeriale datato marzo 1996, oltre 15mila ettari di pinete e boschi situati tra Ostia e Fiumicino. Lo scorso 15 ottobre in una lettera inviata al ministero dell'Ambiente, la Regione Lazio, nella persona di Luca Fegatelli, dirigente del Dipartimento Istituzionale e territorio, avvertiva di considerare la presenza del futuro aeroporto nell'ambito del progetto di riperimetrazione della Riserva Naturale. Prevedendo di togliere i vincoli, insomma, per «permettere la realizzazione degli interventi di interesse pubblico aventi rilevanza strategica sovra-regionale e regionale».
SCONTRO PD-PDL - «Un abbassamento delle tutele che non ha precedenti e trova giustificazione solo nell'intento di svendere il nostro territorio per interessi lobbistici», sottolinea Paolo Calicchio, consigliere Pd di Fiumicino. Di polemica inutile, parlano invece i gruppi consiliari di centrodestra del comune tirrenico: «Il Ministero dell'Ambiente, con nota del 27 novembre 2012, non ha dato seguito alla richiesta di deperimetrazione dei 1200 ettari della zona di Riserva di Maccarese. Quindi non si procederà », spiegano gli esponenti Pdl, Udc, Città Nuove e Lista Civica Noi Insieme. Resta il fatto che se arriverà il via libera al raddoppio, qualche pezzo di Riserva dovrà pur essere sacrificato.
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