DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Federico Monga e Francesco Spini per “La Stampa”
Una poltrona per quattro, massimo cinque. Come in un grande tabellone del Risiko, le associazioni territoriali degli imprenditori cominciano a muovere le pedine in vista della scelta del nuovo presidente di Confindustria. Tutto è ancora molto fluido. Eppur si muove. Per la poltrona oggi occupata da Carlo Bonomi, la partita sta per entrare nel vivo.
protagonisti e candidati per la guida di confindustria - la stampa
Il primo di febbraio, giorno di riunione del consiglio generale, saranno sorteggiati da una rosa messa a punto dagli ex presidenti i tre "saggi" che raccoglieranno indicazioni e preferenze dai territori. Per ora la corsa verso Viale Dell'Astronomia «riflette più che altro uno scontro senza esclusione di colpi tra past president, abituati ad essere i king maker di Confindustria», confida un addetto ai lavori.
Dietro la candidatura di Antonio Gozzi, numero uno della Duferco, presidente di Federacciai, ci sarebbe la mano di Antonio D'Amato. A sostenere Gozzi sarebbero dunque gli imprenditori napoletani, su cui D'Amato ha buona presa, ma non solo. Ci sono Brescia e Bergamo, e poi Udine (che però esprime solo un voto).
Gozzi ha dalla sua l'antica amicizia con il numero uno di Feralpi, Giuseppe Pasini, peso massimo ex numero uno degli imprenditori bresciani. Industriali che da tempo fanno asse con quelli bergamaschi. In avvicinamento, poi, si sarebbero pure Reggio Emilia e Nord Toscana. Gozzi potrebbe contare sulla sua Federacciai, mentre cresce l'interesse di Federchimica e Farmindustria.
Ma proprio in funzione anti-Gozzi, è scesa in campo Emma Marcegaglia, altra imprenditrice nell'acciaio, ex numero uno di Confindustria tra il 2008 e il 2012. In molti indicano lei quale grande sponsor di Edoardo Garrone, genovese come Gozzi, impegnato nell'energia rinnovabile in cui ha riconvertito Erg.
Poche settimane fa, il 21 dicembre, è stato invitato a un "caminetto" tutto milanese. Un aperitivo a casa di Diana Bracco, per illustrare il proprio programma alla presenza di imprenditori e manager del calibro di Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Fedele Confalonieri (Mfe), Gianfelice Rocca (Techint), Sergio Dompè. Oltre naturalmente a Marcegaglia. Un incontro per farli conoscere ma che ha lasciato alcuni dei partecipanti indecisi tra Garrone e Gozzi, considerati entrambi validi.
Garrone, come Gozzi, qualche chance la coltiva, anche se sa che la sua strada è tutta in salita. Servono alleanze. Per questo avrebbe posto come condizione il ritiro delle candidature di Gozzi e di Alberto Marenghi.
Un accordo con mister Duferco sarebbe però problematico. Il loro rapporto si sarebbe molto raffreddato. I bene informati dicono che Gozzi non accetterebbe mai un ruolo secondario in squadra con Garrone, trasformatosi da supporter in avversario. Non solo.
Il patron del gruppo Erg dovrebbe chiarire anche il suo ruolo di presidente del Sole 24 Ore, cui – dopo averlo spinto nei conti – dovrebbe rinunciare. Assolombarda, almeno nella maggioranza, sarebbe dalla sua, e anche il Piemonte si starebbe orientando, almeno in parte (non Torino, che starebbe con Marenghi), allo stesso modo. Ma difficilmente basterebbe, senza che qualche avversario lasciasse il passo. In ogni caso tanto la mossa di D'Amato, quanto la riunione milanese, sottolineano la volontà di riportare la guida dell'associazione alla grande industria.
Obiettivo condiviso da Enrico Carraro, il leader di Confindustria Veneto, che in tal senso ha interpretato il suo mandato esplorativo più che a promuovere un impegno in prima persona, ad oggi rimasto in sospeso. […]
[…] i candidati che ancora oggi vengono considerati favoriti sono nomi poco noti, i vice di Bonomi Emanuele Orsini, ex presidente di FederlegnoArredo, che vanta largo supporto da Roma (Luigi Abete, per esempio) all'Emilia e a macchia di leopardo in moltissime territoriali.
C'è appunto Alberto Marenghi, alla guida di due cartiere mantovane, vicino anche a Marcegaglia (la quale, dicono, lo considera un proprio piano B, nel caso l'ipotesi Garrone dovesse naufragare), che riunisce parte del Veneto, il Centro Sud, parte della Lombardia. Li chiamano "professionisti di Confindustria".
Giovanni Brugnoli, dicono ben visto da un past president come Giorgio Fossa. Di certo, spiegano tra gli addetti ai lavori, «un'alleanza tra i tre, segnerebbe vittoria certa», e molti guardano a Orsini come favorito. L'ultimo scontro potrebbe essere tra lui e Garrone. […]
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