ASPETTA E SPREAD, CHE IL CRAC SI AVVICINA - I BANCHIERI EUROPEI SE NE FREGANO DELL’EUROPA E DELLA MANFRINA SULLA TENUTA DEL SISTEMA - PER NON ESSERE TUTTI TRAVOLTI DAL POSSIBILE DEFAULT ITALIANO, IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE EUROPEE, CLAUSEN, INVITA A SCARICARE I NOSTRI TITOLI DI STATO - ANCHE PERCHÉ AGLI ISTITUTI DI CREDITO VIENE CHIESTO DI RICAPITALIZZARE E IL CASH LANGUE…

Vittoria Puledda per "la Repubblica"

I banchieri europei stanno vendendo a piene mani i titoli di Stato italiani. E stanno facendo bene, perché così evitano di venir risucchiati dalla crisi. La dichiarazione shock viene direttamente dal presidente della Federazione delle banche europee, Christian Clausen. «Le banche stanno facendo esattamente quello che dovrebbero fare: stanno riducendo il rischio (di finire nell´epicentro della crisi n.d.r.): stiamo vedendo chiaramente come ora i titoli italiani vengono venduti».

E ancora, ha aggiunto il banchiere: «Le banche dovrebbero continuare a fare quello che stanno facendo - ha spiegato in un´intervista a Stoccolma, riportata da Bloomberg - e infatti le banche si stanno allontanando dall´epicentro della crisi». Anche perché, ha aggiunto Clausen, il sistema creditizio europeo è ormai molto correlato: «Se la crisi italiana si espande, per esempio, alle banche francesi, gli istituti sono così legati che ci sarebbero effetti anche sulle banche svedesi».

Annuncio-shock, dunque. Del resto anche ieri i nostri titoli di Stato hanno visto nuovamente lievitare lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi a quota 500, per poi ripiegare in serata appena sotto, a quota 492 punti. Immediata la reazione dell´Abi: «Sono dichiarazioni sorprendenti, che abbiamo letto con grande disappunto» ha commentato a botta calda Giovanni Sabatini, direttore generale dell´Abi.

Che annuncia contromisure: «Faremo passi formali, in relazione a questa posizione - ha detto ancora - e ove queste dichiarazioni fossero confermate, dovremo riconsiderare la nostra partecipazione alla Federazione europea: è inaccettabile una posizione del genere. Un presidente deve esprimersi nell´interesse di tutti i suoi associati» ha spiegato Sabatini, «e le dichiarazioni di Clausen sono assolutamente lesive dell´immagine del nostro paese».

Parole, quelle di Clausen, in parte conseguenze dei maggiori requisiti di capitale imposti dall´Eba, l´autorità di vigilanza del sistema bancario europeo. «Una scelta che riteniamo discutibile nel metodo e nella tempistica - conclude Sabatini - con una cura sbagliata rispetto al vero male». E infatti prescrivere maggiori livelli patrimoniali alla banche (il 9% del Core tier 1) in un momento in cui l´economia europea dà segni di rallentamento preoccupante rischia di ritorcersi contro, dimostrandosi una misura pro-ciclica: se infatti alle banche si chiede di avere maggiori capitali, oltre a richiedere nuovi fondi al mercato queste ultime avranno la tentazione - oltre che la necessità - di prestare ancora meno soldi alle imprese e alle famiglie. Insomma, il rimedio - mettere fieno in cascina, essere più forti rispetto alla crisi - rischia di essere peggiore del male.

Non è andata giù, ai banchieri italiani, il fatto di avere classificato da un giorno all´altro quasi attività "tossiche" (i titoli di Stato) che prima erano considerate da Basilea 2 ad assorbimento di capitale pari a zero. Soprattutto nel caso in cui i titoli di Stato sono classificati nei portafogli delle banche come obbligazioni da tenere fino alla scadenza. «Con la decisione dell´Eba - conclude Gregorio De Felice, responsabile del Servizio studi di Intesa - si accentua la trasmissione della crisi del debito sovrano all´economia reale». Un effetto davvero indesiderato.

 

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