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PEUGEOT SI AVVENTA SU OPEL: E QUANDO I TEDESCHI DIVENTANO PREDA SI COMPORTANO COME TUTTI GLI ALTRI. SINDACATI IN RIVOLTA, MINISTRI INDIGNATI, MERKEL SCHIERATA: ‘MANTENERE I TRE STABILIMENTI E IL QUARTIER GENERALE IN GERMANIA’ - MA A ITALIA, GRECIA E AGLI ALTRI EURO-PIGS IMPONGONO DI ‘FARE LE RIFORME’ E UBBIDIRE ALLE LEGGI DEL MERCATO

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Alessandro Alviani per la Stampa

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La cancelliera e ben tre ministri tedeschi si inseriscono nelle trattative in corso tra General Motors e i francesi di Psa per la vendita di Opel. I titolari del Lavoro, Andrea Nahles, dei Trasporti, Alexander Dobrindt, e dell' Economia, Brigitte Zypries, vogliono discutere col governo francese, col management di Opel e coi sindacati interni, nonché eventualmente anche con la nuova amministrazione statunitense per salvare gli stabilimenti tedeschi. Sull' agenda di Zypries ieri c' era già un colloquio col suo omologo francese Michel Sapin.

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Angela Merkel, assicura il suo portavoce, resterà costantemente informata di tutti i passi ed è pronta a incontrare il numero uno del gruppo di Peugeot e Citroen, Carlos Tavares. Il quale intende vedere a breve la cancelliera per illustrarle i suoi piani, assicurano da Parigi. Una richiesta ufficiale non è però ancora arrivata a Berlino.

 

Dopo essere stato preso in contropiede dalla mossa di Gm, il governo federale serra ora i ranghi, vuole affrontare con urgenza il tema e detta le sue condizioni. «Per noi la priorità assoluta è conservare i tre stabilimenti tedeschi e soprattutto mantenere il quartiere generale a Rüsselsheim, questo per noi sarebbe il punto più importante per far sì che Opel non diventi una sottodivisione di un gruppo francese», scandisce il ministro del Lavoro, la socialdemocratica Nahles.

 

ANGELA MERKEL CON OPERAI OPELANGELA MERKEL CON OPERAI OPEL

Nel consiglio dei ministri di ieri mattina il tema Opel è stato discusso a lungo. Il comportamento di Gm, che ha avviato le trattative senza informare i sindacati di Opel, ha irritato l' esecutivo. Nahles ricorre a un eufemismo: «Siamo rimasti tutti stupiti, la nostra gioia per il modo in cui s' è agito è stata molto contenuta». Gm, mette in chiaro, «deve cercare urgentemente il dialogo coi rappresentanti dei lavoratori». Un primo passo in questo senso è già arrivato.

 

Psa ha annunciato che Tavares vuole incontrare presto le organizzazioni sindacali di Opel «in uno spirito di dialogo», mentre a Rüsselsheim sono arrivati ieri la numero uno di Gm, Mary Barra, e il presidente del consiglio di sorveglianza, Dan Amman, per parlare coi vertici del marchio tedesco.

 

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Un colloquio tanto più importante se si considera che, come scrive Manager Magazin, il top management di Opel è stato informato delle trattative solo martedì mattina con una telefonata, mentre il Ceo, Karl-Thomas Neumann, l' ha saputo appena un po' prima. La mossa ha colto di sorpresa Neumann, che lavora da mesi a un progetto segreto alternativo per far ripartire Opel, in rosso dal 2000: nei suoi piani entro il 2030 il costruttore dovrebbe offrire soltanto veicoli elettrici. Una svolta radicale sulla quale Gm, che controlla Opel dal 1929, avrebbe dovuto prendere una decisione al più tardi a maggio.

 

A Detroit però non sembrano voler attendere oltre. I colloqui sono in una fase molto avanzata, ha confermato il ministro Zypries davanti la commissione Economia del Bundestag.

 

thierry peugeot thierry peugeot

L' obiettivo dichiarato di Gm è vendere Opel, scrive l' Handelsblatt. La Ceo Barra ha già scritto ai dipendenti, spiegando che un accordo «metterebbe sia il gruppo Psa che Opel in condizione di migliorare la loro posizione sul mercato europeo, in rapida trasformazione». Parole che non convincono i sindacati: in Germania la paura di chiusure e licenziamenti è forte.

 

A rischio, prevede l' ex presidente dei sindacati interni Klaus Franz, sarebbero due impianti: Kaiserslautern (2130 dipendenti) e Eisenach (1850).

A titolo di paragone: nello stabilimento centrale di Opel a Rüsselsheim lavorano 14.200 persone. Per Berlino, in campagna elettorale per le politiche di settembre, si delinea all' improvviso lo spettro di centinaia di esuberi in un' azienda storica come Opel.