QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DEL CONVERTENDO TELECOM – “SCUSATE, ABBIAMO SBAGLIATO”, RINCULA ADESSO PATUANO. L’OPERAZIONE E’ “CON PARTI CORRELATE DI MAGGIORE RILEVANZA”, CIOE’ CON TELEFONICA, CHE E’ STATA TRATTATA COI GUANTI PERCHE’ AZIONISTA “INDIRETTA”… E IL GOVERNO ITALIANO? DESAPARECIDO TOTALE

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Carlotta Scozzari per Dagospia

Telecom Italia è costretta a fare retromarcia e a ricredersi, sul prestito convertendo da 1,3 miliardi annunciato e sottoscritto in fretta e furia tra la sera del 7 e la mattina dell'8 novembre. Da giorni ormai lo strumento finanziario è al centro delle polemiche. A guidare le fila di chi lo critica è l'azionista di Telecom al 5% Marco Fossati, che lamenta di essere stato escluso dall'operazione, nell'ambito della quale sarebbero invece stati privilegiati i soci di Telco, la cassaforte che controlla il gruppo al 22,4 per cento.

Ebbene, dopo il consiglio di amministrazione fiume di ieri, Telecom fa sapere che, "sulla base della richiesta del comitato per il controllo e rischi", ha dovuto considerare soltanto adesso, e dunque ex post, l'emissione del convertendo come "operazione con parti correlate di maggiore rilevanza", ragion per cui "è stato effettuato l'iter istruttorio e decisionale di garanzia previsto dalle procedure interne".

Il consiglio di amministrazione che si è riunito ieri è pertanto tornato a deliberare "sul prestito obbligazionario convertendo sulla scorta di apposito parere messo a punto dai consiglieri indipendenti, approvando l'operazione dopo le verifiche a garanzia dell'interesse della società, nonché della convenienza e della correttezza sostanziale dell'iniziativa".

Non solo. Dietro richiesta della Consob, la società guidata dall'amministratore delegato, Marco Patuano, precisa che i sottoscrittori del prestito ai quali è stato riconosciuto, su richiesta, un "trattamento prioritario" nel processo di allocazione delle obbligazioni sono stati: BlackRock, con un investimento di 200 milioni di euro, per una quota pari al 15,38% del totale; Telefonica, con un investimento di 103 milioni, per una quota pari al 7,92% del totale; e Och Ziff Capital Management, con un investimento di 40 milioni, per una quota pari al 3,08% del totale.

Ora, il problema è che nel comunicato del 7 novembre in cui si annunciava l'operazione la corsia preferenziale era collegata alla qualifica di azionista, mentre il gruppo spagnolo capitanato da Cesar Alierta Telefonica, partecipando a Telco, non è direttamente iscritto nel libro soci di Telecom Italia. E' per questo motivo che la società guidata da Patuano fa un'altra marcia indietro e "rettifica e chiarisce quell'indicazione, precisando che il trattamento prioritario è stato applicato a Telefonica vista la natura di mero veicolo, rispetto a una pattuizione (...) ascrivibile a Telco, e dunque nella sua qualità di azionista indiretto e in trasparenza".

Sono due i soggetti "correlati" a Telecom che hanno sottoscritto il controverso prestito: oltre a Telefonica, che ha messo le mani su 103 milioni degli 1,3 miliardi totali, c'è Banca Imi, controllata da Intesa Sanpaolo, tra i soci italiani di Telco, che si è invece aggiudicata 2 milioni.

Peraltro, non si può non notare come l'ad di Banca Imi, Gaetano Miccichè, sieda tra i consiglieri di Telecom e come l'investment bank di Intesa Sanpaolo sia stata (insieme all'altra parte correlata Mediobanca, pure tra i soci di Telco) tra le banche che hanno organizzato e gestito l'emissione del convertendo. Insomma, è un po' come se nell'ambito dell'operazione, Intesa abbia giocato su tre diversi tavoli (azionista, sottoscrittrice del convertendo e organizzatrice dell'operazione).

Al termine del proprio esame, il comitato per il controllo e rischi di Telecom, composto da Lucia Calvosa, Massimo Egidi, Angelo Provasoli, Mauro Sentinelli, Luigi Zingales, ha ritenuto che l'emissione del convertendo "risponda all'interesse della società, avvenga a valori congrui e come tali qualificabili come convenienti, soddisfi i requisiti di correttezza sostanziale richiesti".

Tale parere è però stato approvato soltanto a maggioranza dall'organo societario, perché Calvosa e Zingales hanno espresso voto contrario. La prima si è detta "contraria all'operazione di aumento del capitale al servizio della conversione del bond Telecom Italia Finance, non riconoscendone la convenienza per la società in raffronto ad altre possibili operazioni alternative e non condividendo la diluizione delle partecipazioni degli azionisti senza misure compensative che ne consegue".

Zingales, dal canto suo, "pur ritenendo che l'operazione risponda all'interesse della società e avvenga a valori congrui e come tali qualificabili come convenienti", è dell'avviso che "la procedura delle operazioni con parti correlate avrebbe dovuto applicarsi sin dall'inizio"; che "anche tenendo conto della natura dell'operazione, l'accesso alle informazioni sulla decisione di emissione e sulle sue caratteristiche è stato discriminatorio tra soci"; e che "in una situazione in cui la domanda del bond eccedeva l'offerta di tre volte, nell'allocazione in sede di riparto è stata favorita Telefonica".

 

PATUANO Luigi Zingales GAETANO MICCICHE E FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE FOTO BARILLARI GAETANO MICCICHE DG INTESA S PAOLO cesar_alierta