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1 – QUOTA 100 ANCORA PER DUE ANNI IL COMPROMESSO TRA PD E M5S
Marco Ruffulo per “la Repubblica”
Altri due anni e poi basta. Il compromesso tra Pd e M5S su Quota 100 comincia a delinearsi, anche se per ora non c' è nulla di ufficiale. Molto probabilmente la misura che consente di andare in pensione anticipata con 38 anni di contributi e 62 di età, resterà in piedi, come previsto, fino alla fine del 2021, magari con finestre di uscita meno frequenti.
Ma poi non sarà prorogata, cesserà di esistere e sarà probabilmente sostituita da un anticipo pensionistico sociale (Ape sociale) opportunamente rafforzato rispetto all' attuale normativa, che permette di andare in pensione a quanti, con almeno 63 anni di età, hanno svolto attività gravose, o sono disoccupati o disabili, o assistono a casa parenti disabili.
conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 33
Il compromesso riuscirebbe ad avvicinare due posizioni finora divergenti: quella assunta fin dall' inizio dai pentastellati («Quota 100 non si tocca») e quella di quanti nel Pd propendono per lo stop anticipato di un anno della misura. Come si ricorderà, Quota 100 non ha affatto sostituito la legge Fornero (come continua a sostenere Matteo Salvini), ma ha solo consentito temporaneamente (per i tre anni dal 2019 al 2021), il pensionamento anticipato.
Certo, sulla carta, anche questa misura "a tempo" ha un costo salatissimo per la finanza pubblica: 21 miliardi in tre anni, 48 in dieci. Per questo è stata pesantemente criticata sia dalla Commissione europea sia dalla Corte dei Conti, soprattutto perché aumentando il debito pensionistico prosciuga le risorse che più opportunamente avrebbero potuto rendere meno povere le pensioni future dei giovani con carriera discontinua, e favorisce invece chi è vicino all' uscita e può contare in gran parte su una carriera continua.
luigi di maio pasquale tridico
Ma ecco che a rendere meno gravoso il costo di Quota 100 intervengono i dati sul grado di adesione degli italiani al pensionamento anticipato. Fino al 6 settembre scorso, le domande presentate all' Inps erano quasi 176 mila, cifra ben lontana dalle 290 mila previste dal governo Lega- M5S per quest' anno. Anche per il 2020 l' Inps prevede un tiraggio molto contenuto. Tanto che il presidente Pasquale Tridico, vicino ai Cinque Stelle, ha azzardato ieri un «probabile risparmio di circa 4 miliardi ».
luigi di maio pasquale tridico 1
Insomma, gran parte dei lavoratori con i requisiti di Quota 100 ha deciso alla fine di rinunciarvi: si sono resi conto che, anticipando di molto l' uscita, avrebbero incassato assegni assai poco ricchi per via dei minori contributi versati. Ecco spiegato perché l' età media di quanti hanno fatto domanda non è di 62 anni ma tra 64 e 65. Così, invece di Quota 100, abbiamo in realtà Quota 102 o 103. Inoltre, quel tetto rigido dei 38 anni di contributi finisce inevitabilmente per penalizzare le donne e i lavoratori con carriera discontinua.
giulia bongiorno claudio durigon matteo salvini massimo caravaglia conferenza stampa quota 100
Di qui la scarsa presenza di donne tra i richiedenti: poco più di 45 mila contro 130 mila uomini.
Sta di fatto che alla fine, per via delle minori domande, Quota 100 costerà meno del previsto. E questo rafforza la tesi di quanti (pur criticando aspramente la misura) accettano che essa resti in piedi fino al 2021. Di questo avviso è il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, che potrebbe approdare all' Economia come viceministro. «Pur essendo stato sempre fermamente contrario, non penso sia giusto intervenire per stoppare anticipatamente Quota 100. Non possiamo creare nuove discriminazioni.
Ovviamente, non dovrà essere prorogata nel 2022». La proroga, o in alternativa la proposta di Quota 41 (come numero di contributi necessari), è sempre stata invece tra i propositi della Lega, anche se nessun impegno finanziario in questo senso è stato alla fine preso dal passato governo giallo-verde, dopo la minaccia di bocciatura dell' intera manovra economica da parte di Bruxelles.
Al posto di Quota 100 si sta pensando a un Ape social rafforzato.
L' Ape social andrà innanzi tutto prorogato (scade a fine anno), dopo di che verranno probabilmente allentati i requisiti che oggi consentono di accedervi, in modo da allargare le categorie coinvolte: disoccupati, disabili o parenti di disabili, lavoratori in attività gravose.
2 – DA QUOTA 100 DOTE DI 4 MILIARDI FINESTRA CHIUSA GIÀ NEL 2020
Davide Colombo e Marco Rogari per “il Sole 24 Ore”
Le domande per «Quota 100» arrivate all' Inps sono «circa la metà» del previsto. E la maggiore spesa previdenziale potrebbe ridursi fino a 4 miliardi nel 2020. Lo ha detto ieri il presidente Pasquale Tridico, in singolare coincidenza con il discorso con cui Giuseppe Conte ha chiesto la fiducia al Parlamento per il nuovo governo giallorosso.
Ieri Inps ha anche diffuso nuovi dati sulle domande per l' anticipo con 62 anni e 38 di contributi: sono cresciute del 20% negli ultimi tre mesi, per arrivare a 176mila. Oltre il 60% delle richieste arriva da lavoratori con un' età media tra i 64 e i 65 anni e conferma, in prospettiva, un "tiraggio" inferiore di circa il 30% sul totale di 290mila pensionamenti aggiuntivi per il 2019 previsti al momento del varo del decreto di gennaio.
giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede
Intanto nella maggioranza, in vista della manovra di ottobre, proseguono le valutazioni su un possibile restyling di «Quota 100», misura che il premier ieri non ha mai citato nel discorso della fiducia e neppure in sede di replica, mentre ha confermato la continuità del reddito di cittadinanza. I primi veri incontri tecnici al Mef cominceranno in settimana, anche perché l' orientamento che il nuovo governo deciderà di adottare sul delicato fronte della spesa pensionistica andrà certificato già nella Nota di aggiornamento al Def, attesa per il 27 settembre.
Ma con il trascorrere delle ore già sale l' opzione dello stop anticipato di un anno (a fine 2020) della sperimentazione triennale prevista dalla legge di Bilancio gialloverde. Più complessa la situazione per la manutenzione da avviare eventualmente il prossimo anno. I Cinquestelle appaiono abbastanza freddi di fronte a un restringimento della platea di pensionandi ma non sembrano chiudere del tutto all' eventuale stop anticipato.
stefano patuanelli francesco d'uva 2
Anche se ieri il capogruppo alla Camera, Francesco D' Uva, ha affermato che «Quota 100» non si tocca perché faceva parte, insieme al Reddito di cittadinanza, del programma elettorale del Movimento. Nel Pd c' è chi, invece, non esclude la reintroduzione dell' adeguamento automatico all' aspettativa di vita sui pensionamenti anticipati (oggi congelato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne fino al 2026; ai primi di giugno erano state presentate domande di anticipo con questo canale da 81mila e 500 lavoratori).
Tra le ipotesi anche l' innalzamento di uno dei due requisiti attuali di «Quota 100». Il tutto in cambio di una messa a regime dell' Ape sociale, misura di anticipo pensionistico per la quale verrebbe ampliata la platea attuale (a giugno erano state solo 9.374 le domande presentate), così come per gli anticipi agevolati dei lavoratori usuranti e gravosi.
Un punto fermo è poi un' ulteriore proroga di Opzione donna, visto che «Quota 100» s' è rivelata una finestra molto maschile: il 73% delle domande è da parte di lavoratori. Per finire con il varo delle nuove misure pensionistiche «di garanzia» per i giovani con carriere discontinue, prevista dal programma di governo. Sulle pensioni l' attenzione dell' Ue continua ad essere massima.
E a confermare che è su questo dossier che si concentreranno le scelte decisive è stato, ieri, anche il Pd Pier Carlo Padoan: «Quota 100 è una misura che io ho sempre ritenuto dannosa e dovrà essere gradualmente eliminata per essere rimpiazzata da misure che funzionano meglio».
Sullo sfondo degli interventi correttivi resta apertissima la partita della governance di Inps e di Inail. La nomina dei consigli di amministrazione e dei vicepresidenti è tutt' altro che chiusa ed è probabile che la nuova maggioranza voglia riconsiderare, almeno in parte, i nomi indicati dal vecchio esecutivo.
L' ipotesi più probabile, se non si trovasse un' intesa a breve, è quella di tornare ai commissariamenti, attribuendo per questa via pieni poteri a Pasquale Tridico, e chiarendo la procedura in corso per l' insediamento all' Inail di Franco Bettoni al posto di Massimo De Felice, il cui mandato scade l' anno venturo.
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